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Incursione contro la “Gaza Flotilla”

Aggressione contro tutti noi

(2 Giugno 2010)

È del tutto stupefacente come Israele sia stato in grado di creare nelle ultime 12 ore una interruzione di notizie, proprio come aveva fatto durante il suo attacco contro Gaza 18 mesi fa, in cui le nostre principali organizzazioni di comunicazione hanno spontaneamente permesso ai portavoce israeliani di intervenire incontestati.

Come sono stati uccisi molti civili durante l’attacco all’alba da parte di Israele contro la flottiglia che portava aiuti contro l’embargo a Gaza? Noi ancora non lo sappiamo. Quanti sono stati feriti? Le vostre supposizioni sono tanto valide quanto le mie. Gli attivisti che portavano aiuti erano armati di fucili? Sì, afferma Israele. Erano in combutta con al-Qaeda e Hamas? Certamente, afferma Israele. I militari hanno agito con ragionevolezza? Naturalmente, hanno dovuto affrontare un linciaggio, afferma Israele.

Se avevamo bisogno di una qualche prova della condizione per cui giornalisti televisivi occidentali sono semplicemente stenografi del potere, la BBC, la CNN ed altri ce l’hanno ampiamente fornita. Mark Regev, capo della propaganda di Israele, ha assegnato solo a se stesso le onde radio dell’etere.
I passeggeri sulle navi, nel frattempo, sono stati rapiti da Israele e sono impotenti a fornire un versione alternativa degli avvenimenti. Noi prevediamo che rimarranno costretti al silenzio fino a che Israele sarà sicura di avere impostato bene la sua agenda delle notizie.
Allora, prima di essere sommersi dall’hasbara, dalla disinformazione di Israele, è opportuno reiterare pochi semplici fatti:

I soldati di Israele hanno invaso queste navi in acque internazionali, mandando in frantumi il diritto internazionale, e, uccidendo civili, hanno commesso crimini di guerra. Le controaccuse da carte dei comandi israeliani che i loro soldati hanno dovuto rispondere ad un tentativo di “linciaggio” da parte dei civili devono venire respinte con il disprezzo che meritano.

Il governo di Israele ha approvato l’arrembaggio di queste navi di aiuti, tramite squadre speciali di commandos. Costoro erano armati con fucili automatici per “calmare” i civili imbarcati, e non con strumenti idonei a disperdere la folla in caso di resistenza. Qualsiasi siano state le circostanze della contrapposizione, Israele deve essere tenuta responsabile per avere inviato forze militari e sprezzantemente avere messo in pericolo le vite di tutti i civili a bordo, comprese quelle di un bambino e di una sopravvissuta all’Olocausto.

Israele non ha alcun diritto a controllare il mare di Gaza come proprie acque territoriali e di bloccare i convogli di aiuti che arrivano per questa via. Così agendo, fornisce la prova che è ancora in atto una occupazione belligerante dell’enclave e del milione e mezzo dei suoi abitanti. E se sta ancora occupando Gaza, allora, secondo il diritto internazionale, Israele è responsabile del benessere degli abitanti di Gaza. Dato che l’embargo ha imposto ai Palestinesi della Striscia un regime alimentare da fame negli ultimi quattro anni, Israele da tanto tempo dovrebbe essere portata sul banco degli imputati per avere commesso crimini contro l’umanità.

Oggi, Israele ha scelto di dirigere la sua aggressione mortale non solo contro i Palestinesi sotto occupazione, ma anche contro la stessa comunità internazionale.
Si decideranno finalmente i nostri leader a muoversi all’azione?

Nazareth, 31 maggio 2010

Jonathan Cook è uno scrittore e giornalista residente a Nazareth, Israele. I suoi ultimi libri sono “Israel and the Clash of Civilisations: Iraq, Iran and the Plan to Remake the Middle East” [Israele e lo scontro di civiltà: Iraq, Iran e il piano per ristrutturare il Medio Oriente] (Pluto Press) e “Disappearing Palestine: Israel's Experiments in Human Despair” [Sparizioni in Palestina: esperimenti di Israele nelle scomparse di uomini](Zed Books). Il suo sito web a: http://www.jkcook.net/

Jonathan Cook

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