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La manovra

Manovra

(5 Settembre 2011) Enzo Apicella
Domani in aula al Senato il testo della manovra "anti-crisi"

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La crisi era finita. Falso!

Volantino per la manifestazione del 5 giugno

(5 Giugno 2010)

Con la solita faccia tosta, di chi sa di essere un bugiardo, il presidente del Consiglio ha distribuito a piene mani, nei mesi scorsi, ottimismo, affermando che la crisi era ormai alle spalle . Falso!
Oggi, infatti, si presenta con una manovra preventiva che mira a colpire soprattutto il settore pubblico, ma non solo.
Una manovra di lacrime e sangue con blocco dei con-tratti dei lavoratori pubblici per i prossimi tre anni, chiusure delle “finestre” di uscita per chi deve andare in pensione (riguarda anche i privati), diluizione della liquidazione dei dipendenti pubblici in tre anni.
Per gettare fumo negli occhi ai lavoratori e rendere più “equa” la manovra, taglia gli stipendi dei dirigenti, magistrati, parlamentari e ministri. Veramente pochi spiccioli.
Taglio agli Enti Locali e alle Regioni che si trasformerà in un aumento delle tasse e aumento del pedaggio autostradale.
La lotta alla cosiddetta evasione fiscale la faranno sulla massa dei lavoratori dipendenti, con l’accorpamento di alcuni Enti e ciò si traduce in un aumento dei licen-ziamenti.

I SINDACATI
I sindacati confederali, come al solito, sono al carro del governo e della confindustria.
La Cisl e la Uil che sbraitano per colpire gli sprechi e l’evasione, dimostrano che non hanno veramente più argomenti a cui aggrapparsi, salvo accettare tutto, quando il governo li chiama al “confronto”.
Mentre la Cgil, isolata ed esclusa dalla concertazi-one, pur di ritornare in gioco, ha affermato, per bocca del suo Segretario Generale, che “.. farà la sua parte”.
D’altronde, da questi sindacati, non si può preten-dere che coinvolgano i lavoratori con lotte dure ed estese a tutti i settori, visto che sono asserviti al sistema .
Lo sciopero della Cgil del 25 giugno 2010, mira solamente a far sbollire la rabbia eventuale dei lavoratori e serve a questa organizzazione per ritornare al tavolo della trattativa governativa, ma soprattutto a ingabbiare la lotta stessa nell’alveo istituzionale.

I LAVORATORI E IL SISTEMA
Il vero problema è che la classe lavoratrice deve ancora per-dere le illusioni riformiste che la inchiodano al palo sindacale-confederale e governativo.
Ma la vecchia talpa, delle contraddizioni del sistema capi-talistico, sta scavando, e quando arriverà in superficie met-terà a nudo queste contraddizioni e rovinerà tutto l’orto del governo, dei partiti borghesi e dei sindacati confederali.
Ci troviamo di fronte, per la prima volta, ad un governo e ad un sistema, che non è più in grado di garantire una vita decente ai lavoratori, mentre è “ costretto” a dare i soldi alle banche pur di mantenere in vita un’economia marcia e drogata.
CHE FARE?
La ricetta liberista dei governi europei e mondiali permet-terà, almeno a breve termine, un salvataggio del sistema finanziario e politico che regge le sorti dei paesi industrializ-zati.
Non consentirà certamente lo stesso risultato per le masse lavoratrici, per i ceti deboli, per gli immigrati. Anzi, secondo i piani di “salvataggio” dovranno essere proprio costoro a fornire la materia prima per far fonte alla crisi: soldi, attraverso riduzione di salari; diritti, con l’annullamento di fatto degli ultimi baluardi (vedi art. 18 e nuova contrattazione); pensioni, con l’allungamento sine die dell’età pensionabile e con la riduzione dei coefficienti di calcolo; stato sociale, con la riduzione ai minimi termini delle prestazioni garantite, ecc.. Una cura da cavallo, fino a ieri dichiarata non necessaria per fini di bottega politica ed oggi imposta in modo imperioso e tracotante.
Abbiamo visto che le risposte delle organizzazioni istituzionali dei lavoratori, sindacali e non, per quel che ne resta, non sono in grado, ma soprattutto non vogliono, affrontare il problema in modo reale, secondo un punto di vista di classe.
La palla torna quindi ai lavoratori, ai comitati di lotta, alle forme sindacali autorganizzate e di lotta reale. Altre scorcia-toie non esistono.

** IL NEMICO E’ IN CASA NOSTRA: LA CONFINDUSTRIA E I PROPRI GOVERNI!
** A FIANCO DEI LAVORATORI GRECI IN LOTTA!
** CONTRO LA MACELLERIA SOCIALE CHE SI ATTUA CON QUESTA FINANZIARIA.
** ALLARGHIAMO E UNIFICHIAMO IL FRONTE DELLE LOTTE

MI - 5 giugno 2010

S.I. COBAS
Sindacato Intercategoriale
Lavoratori Autorganizzati

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