">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Euromance 2011

Euromance 2011

(17 Agosto 2011) Enzo Apicella
Merkel e Sarkozy si propongono per un "governo dell'euro"

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Capitale e lavoro)

    Contro l'attacco padronale, lotta di classe contro il capitale!

    Alcune riflessioni a proposito della mobilitazione del 5 giugno di una parte del sindacalismo di base.

    (5 Giugno 2010)

    La manovra finanziaria varata nei giorni scorsi dal governo Berlusconi segna un ulteriore passaggio di quel percorso di devastazione delle residue garanzie e del salario dei lavoratori che, sin dall'inizio di questa crisi strutturale del sistema capitalistico, è stato l'obiettivo per attenuarne gli effetti più disastrosi e garantire “ossigeno” per margini di profitto sempre più risicati e per il sistema politico e finanziario, socializzando le perdite e i debiti accumulati negli ultimi trent'anni scaricandone i costi sulle classi popolari.

    In linea con i dettami dell'Europa che impongono politiche rigorose di “lacrime e sangue” per arginare lo sconfinato debito pubblico statale e per correggere situazioni di gravi deficit di bilancio dei singoli stati, Tremonti e Berlusconi tagliano infatti risorse agli Enti locali quale premessa per un nuovo saccheggio dello stato sociale e dei servizi pubblici, sterilizzano i salari del pubblico impiego e chiudono le “finestre” per tutti i lavoratiori di settori (privati e pubblici) per accedere alle pensioni non intaccando quindi, neppur minimamente, coloro che sono i veri responsabili della crisi.

    Ma il governo Berlusconi, e i centri di comando del capitalismo nazionale, stanno utilizzando la crisi anche per disgregare l'unità e la forza contrattuale dei lavoratori (esemplificativo è il contratto separato sottoscritto da Federmeccanica con la complicità di FIM e UILM) e per sferrare un colpo decisivo ai residui diritti e alle conquiste del mondo del lavoro con, da ultimo, misure quali il “collegato lavoro” che preludono alla totale precarietà e alla completa libertà di licenziamento lasciando i lavoratori in balia dei ricatti padronali.

    Ciò in un contesto di possibile disoccupazione di massa (in cui, già oggi, un giovane su tre è disoccupato) e in una fase di grave recessione nel quale, peraltro, è continua la parallela edificazione di un modello societario sempre più autoritario che limiti la possibile esplosione di conflitti conseguenti all'oggettivo peggioramento delle condizioni di vita.

    Ma è proprio sulle ricadute sociali e sulle irrisolvibili contraddizioni che le misure antipopolari imposte dalla “ferocia” classista del governo di centrodestra per arginare la crisi portano con sé che è possibile agire per una ricomposizione di classe che, con una pratica comune, rilanci una stagione di lotte sociali e politiche.

    Su queste premesse e con l'intento di tentare la costruzione di un fronte il più ampio possibile che facesse emergere un punto di vista anticapitalista abbiamo sollecitato, in più riprese, un momento di confronto metropolitano coinvolgente tutte le esperienze di lotta e le realtà politiche e sindacali che avessero il medesimo obiettivo. Un percorso collettivo e di confronto dal quale potesse scaturire una proposta condivisa e praticabile di mobilitazione contro la crisi.

    Ma purtroppo alcune realtà del sindacalismo di base hanno privilegiato la logica burocratica e verticistica che, come in altre occasioni in passato, depotenzia e indebolisce le mobilitazioni anziché provare a costruire terreni di incontro che moltiplichino e diffondano rabbia e conflitto sociale.

    Riteniamo infatti che l'assecondare logiche di bandiera e di semplice rivendicazione della propria esistenza indebolisca nei fatti la mobilitazione del 5 giugno prossimo che peraltro nasce già, nella propria piattaforma di indizione, limitata al piano puramente sindacale e vertenziale rinunciando al necessario rilancio politico di costruzione di spazi di confronto e di un movimento che affronti la crisi senza scorciatoie, che possa esprimere forza, capacità e prospettiva anticapitalista.

    Crediamo infatti che investire nella costruzione di spazi di confronto e valorizzare percorsi e prospettive unitarie per la generalizzazione del conflitto sia l'unica vera soluzione per rispondere con forza alla repressione e per la conquista e l’estensione di bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: salario, casa, istruzione, servizi sociali.

    Lanciamo, a questo proposito, un appello affinchè il 25 giugno, data dello sciopero generale, si costruisca, in base ad assemblee unitarie, una grande mobilitazione dal basso che metta insieme ogni pezzo delle situazioni lavorative e territoriali in lotta, fabbriche, cooperative, territorio, casa scuola e diritti sociali per far emergere con determinazione e chiarezza di prospettive una risposta e un punto di vista anticapitalista.

    I compagni e le compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria

    Fonte

    Condividi questo articolo su Facebook

    Condividi

     

    Ultime notizie del dossier «La manovra anti-crisi»

    Ultime notizie dell'autore «Centro Sociale Autogestito Vittoria»

    4795