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Rifugiato o clandestino?

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(5 Aprile 2011) Enzo Apicella

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(La tolleranza zero)

Gambolò (Pavia): l'ennesimo sfratto per indigenza in arrivo. E la sinistra volantina...

Il podestà Elena Nai non smentisce la sua ideologia, dopo il caso della comunità Sinti di Gambolò

(7 Giugno 2010)

Vi scrivo da Gambolò (Pavia) per segnalarvi un caso di sfratto coattivo, che sarà eseguito irrevocabilmente il 10 giugno, nei confronti di una famiglia indigente, costituita dalla signora Irene Zappalà, disoccupata ormai da due anni, madre di due figli, di cui il maggiore, ventiseienne, infortunato dopo un incidente automobilistico, è inattivo da quattro anni né percepisce reddito, mentre la sorella diciassettenne, attualmente studentessa, non può lavorare a causa della cardiopatia da cui è affetta.
Tutto ciò avviene nella totale indifferenza del sindaco di Gambolò Elena Nai e dell'ufficio Affari sociali del Comune, che hanno rifiutato a questo nucleo familiare, a partire dal 2009, ogni forma di assistenza prevista in tali circostanze,nonché del locale Partito democratico, unica forma di opposizione politica in paese, il quale eccezion fatta per l’interpellanza in consiglio comunale del 19/04/2010, è semplicemente rimasto a guardare, nonostante fosse stato più volte sollecitato in merito. La signora Zappalà non intende beneficiare di mera assistenza ma vuole restituire ogni forma di contributo erogato in termini di lavoro socialmente utile, nonché richiede di essere aiutata a gestire autonomamente e dignitosamente la propria vita tramite un’occupazione stabile.
Il comune di Gambolò possiede locali atti ad una temporanea sistemazione della famiglia in questione, onde evitar loro di finire per strada, non utilizzati a tale scopo a causa della loro presunta inagibilità, constatata dal locale assessore all’urbanistica,valutazione che sarebbe comunque di competenza dell’ASL. Fra questi vi è un appartamento facente parte della stazione ferroviaria della frazione di Remondò di cui l’ente Ferrovie dello Stato ha concesso il comodato d’uso gratuito all’amministrazione comunale. Quest’ultima ha ipotizzato la consegna in gestione di detti locali alla signora Zappalà, condizionatamente ad una sua disponibilità di elevata somma da utilizzare al fine di riattarli.
Le proposte abitative a tutt’oggi avanzate dal Comune sono consistite in un appartamento di privati il cui canone d’affitto è superiore al 50 per cento del salario medio mensile di un operaio, dunque al di là delle possibilità dell’interessata, nonché di un unico ambiente appartenente alla Fondazione Fratelli Carnevale, a sua volta da riattare, cosa irrealizzabile entro i termini ultimi fissati per lo sfratto.
Alla sistemazione di detti problemi il sindaco di Gambolò si era impegnata ufficialmente nella seduta di Consiglio comunale del 19 aprile.

Filippo Loddo
(Comunità Sinti di Gambolò)

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