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Droga. Un'indagine fantasiosa. Si ridurrebbe il consumo per merito del governo e della tivù

Siamo alla fantascienza, anzi alla "fantadroga"

(22 Giugno 2010)

ROMA - Oggi a palazzo Chigi il sottosegretario Carlo Giovanardi ha presentato la relazione annuale sull'uso delle droghe e tutti, ma proprio tutti e senza batter ciglio hanno divulgato l'annuncio propagandistico del governo, dal quale si evince che l'uso delle sostanze stupefacenti è calato del 26%.

Siamo tutti contenti, "Eureka!" direbbe invece Archimede, visto che il rapporto riporta addirittura il numero preciso dei consumatori: da 3.934.450 nel 2008 a 2.924.500 nel 2009. "Oggi per noi è una bella giornata - ha detto Giovanardi - , perchè per la prima volta dopo anni di peggioramento i dati segnalano, sorprendentemente, un crollo dei consumi e dei consumatori."
Il sottosegretario ha elogiato il Governo, il quale - a detta sua -, "sta facendo un buon lavoro e ora rispetto all'uso delle droghe c'è un clima diverso e una maggiore consapevolezza dei rischi, sia per la salute che per le conseguenze legali e giudiziarie, e questo si vede anche dalle trasmissione televisive."

Come non credergli visto che lo dice anche la televisione, quella dei talk-show urlati, dell'isola dei famosi, del grande fratello e delle tante notizie che non riescono mai ad arrivare ai telespettatori a causa di un'improvvisa interferenza. Non dimentichiamo che fu proprio il senatore Giovanardi a dire lo scorso novembre ai microfoni di Radio 24 che le foto diffuse del corpo segnato da lesioni, traumi e fratture di Stefano Cucchi, da lui definito come un "anoressico, drogato e sieropositivo", erano la prova che la causa del suo decesso era la droga.

Ma tornando alla relazione i motivi di questo drastico calo sarebbero legati alla crisi economica, che ha ridotto la disponibilità di denaro. Questo quanto emerge. Una motivazione davvero singolare, almeno rispetto al pensiero del capo del governo, secondo il quale la crisi non c'è, anzi come ha detto due giorni fa da Mosca: "c'è stato un diluvio, ma dopo tutto è tornato come prima, meglio di prima".
La Relazione integrale, composta da ben 487 pagine lascia alquanto perplessi sui dati riferiti che hanno portato ad una conclusione basata solo ed esclusivamente attraverso fonti indirette. D'altra parte stiamo parlando di un tema, ahimè, quasi impossibile da stimare numericamente e con una certa esattezza, e viene da chiedersi per quale ragione lo studio non sia stato affidato all'Istat, l'Istituto nazionale di statistica e di ricerca pubblico. Invece, come si nota nella relazione sono state utilizzate "diverse ed indipendenti fonti informative al fine di poter stimare il più correttamente possibile il fenomeno da vari punti di vista".

Nella sintesi, si legge, che "le percentuali di persone che nella popolazione generale contattata (su un campione di 12.323 soggetti di età compresa tra 15-64 anni) hanno dichiarato di aver usato almeno una volta nella vita stupefacenti sono risultate rispettivamente di 1,29% per l’eroina (1,6% nel 2008), 4,8% per la cocaina (7% nel 2008), 22,4% per la cannabis (32% nel 2008), per gli stimolanti – amfetamine – ecstasy 2,8% (3,8% nel 2008), per gli allucinogeni 1,9% (3,5% nel 2008)".

Ma vi pare che si possa cantare vittoria soltanto per aver posto la domanda a qualche migliaia di persone sull'uso di droghe? E poi si legge ancora che "Tali percentuali variano nella popolazione studentesca contattata (su un campione di 34.738 soggetti di età compresa tra 15-19 anni) e sono per l’eroina 1,2% (2,1% nel 2008), per la cocaina 4,1% (5,9% nel 2008) e per la cannabis 22,3% (31,5% nel 2008), per gli stimolanti – amfetamine – ecstasy 4,7% (4,7% nel 2008), per gli allucinogeni 3,5% (4,7% nel 2008)." Un campione davvero esiguo se consideriamo che solo gli studenti universitari iscritti nell'anno accademico preso in considerazione dal rapporto erano quasi 2 milioni.

Insomma il rapporto riflette solo una piccolissima parte di ciò che rappresenta questo drammatico fenomeno, sommerso, spesso sconosciuto e difficile da stimare attraverso numeri e percentuali, proprio per la difficoltà di elaborare un resoconto affidabile e riscontrabile con la realtà. Se così fosse, se gli elementi fossero così accertabili allora il problema non esisterebbe neppure. Per questo la lettura dei dati lascia spazio a libere interpretazioni.
Nel novembre del 2009 l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt), rilevò esattamente il contrario di quello che oggi esprime il rapporto del governo italiano e cioè che le droghe come cocaina ed eroina erano in considerevole aumento e l'Italia, a detta del presidente Marcel Reimen, si confermava tra i Paesi a maggiore consumo. Punti di vista diversi, direbbe qualcuno. Sarebbe interessante scoprire quanto ha speso il governo per questa relazione con tutti i ricercatori disoccupati che abbiamo nel nostro paese.

Alessandro Ambrosin

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