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Fiat: lacrime e sangue

Fiat: lacrime e sangue

(14 Agosto 2010) Enzo Apicella

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Dopo trent’anni, ancora alla Fiat…

(26 Giugno 2010)

E’ fuor di dubbio che l’Accordo separato “taglia-salari” del 22-1-‘09 rappresenti, sia nelle intenzioni del capitale italiano, che di quest’ultimo suo governo, uno spartiacque, un “punto di non ritorno”. La mancata firma ad esso da parte della CGIL è stata solo un fatto di testimonianza, se poi la maggior parte dei contratti firmati successivamente prendono le mosse, dichiaratamente o meno, da quell’Accordo. Vengono da quegli stessi contenuti, poi, tutte le stangate in arrivo contro i lavoratori!

La complicità, richiesta da Confindustria, ha visto CISL, UIL ed UGL firmare l’Avviso Comune per il ddl “collegato lavoro”, che prevede l’introduzione ovunque dell’Arbitrato sulle relative controversie (peraltro già anticipato dal contratto dei chimici), minando la “giusta causa”, prevista dall’Art.18 dello Statuto dei Lavoratori come unico motivo per i licenziamenti.

Rinviata l’approvazione parlamentare di questo vero e proprio adeguamento del diritto del lavoro al primato dell’impresa, è arrivata la manovra “anticrisi” di Tremonti, che, appoggiata, com’è ormai costume, da CISL,UIL ed UGL, oltre a penalizzare pesantemente, come nel resto della UE, i lavoratori pubblici, attraverso il blocco dei contratti (di quattro anni) e delle assunzioni, taglia i servizi pubblici ed obbliga gli Enti locali a tassare dippiù tutti i lavoratori. Finalmente la CGIL indice lo sciopero generale contro tale manovra, motivandolo col fatto che grava solo “sulle spalle dei lavoratori”.

Questo il contesto in cui Martedì 15, dopo una settimana esatta dalla prima proposta di Marchionne, FIM-CISL, UILM, FISMIC ed UGL hanno firmato l’ormai noto “Accordo di Pomigliano”. Pressochè identico all’originaria proposta della FIAT, prevede, oltre alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, in cambio del ritorno a Pomigliano d’Arco della produzione della “Panda”, una serie di nefandezze, tra cui: diciotto turni settimanali (fino alle 6,00 della Domenica!) con straordinario solo notturno, e solo per il 18°, la fruizione dei pasti a fine-turno, la diminuzione delle pause (50’ di lavoro settimanali in più), la possibilità quotidiana di spostamento ad altra linea a discrezione dell’Azienda, rappresaglie sulle malattie (non pagate ai “troppo assenteisti”), penalizzazioni a sindacati e/o lavoratori che disdicessero l’Accordo stesso, sanzioni fino al licenziamento per ogni “infrazione” (sciopero compreso) a discrezione di FIAT. In pratica: PRIGIONIERI DEL LAVORO, IN CAMBIO DEL LAVORO STESSO !!

La FIAT, sfruttando la crisi, “fa il suo mestiere” di multinazionale e cerca di utilizzare a proprio vantaggio i rapporti di forza favorevoli, conquistati nel tempo dalle imprese: cerca, cioè, di incassare tutto quanto gli appoggi politici del centro-destra e, contemporaneamente, del P.D. a Confindustria le consentono di fare! Poco importa a tali politici, adesso che si tratta di lotta di classe, che LE PRETESE DI MARCHIONNE SIANO ANTICOSTITUZIONALI !!

Ciò che, invece, fa, francamente, ribrezzo è che dei “sindacati”, come quelli firmatari, abbiano accettato questa RESA INCONDIZIONATA A PRIORI. Non solo, ma, proprio loro, che di referendum non ne vogliono nemmeno sentire parlare quando è sacrosanto, ora si sono inventati il referendum del 22, dall’esito scontato, mentre i lavoratori stanno subendo un ricatto di eccezionale forza e gravità !!! Irricevibili, per giunta, la reprimenda di Epifani alla FIOM, il suo invito a votare SI al “referendum”-truffa ed il continuare ad inseguire CISL e UIL ! Questo, proprio mentre nella trattativa alla Olivetti in crisi, l’Azienda già chiede di ricomprendere un fac-simile dell’Accordodi Pomigliano !!…
Finalmente, però, qualcuno dalla parte dei lavoratori si è fatto vivo: gli scioperi preventivi alla FIAT di Atessa e di Mirafiori, la lettera di alcuni lavoratori FIAT polacchi, la resistenza della FIOM e del sindacalismo di base, la solidarietà della nascente Area “la CGIL che vogliamo”! Bene, ma non basta! Si tratta di continuare la lotta, generalizzandola, capendo che IL CAPITALE SENZA IL LAVORO NON E’ NIENTE, MENTRE IL LAVORO SENZA IL CAPITALE PUO’ ESSERE, ED E’ ANCHE MEGLIO! …MA I LAVORATORI DEVONO ESSERE UNITI, …E NON HANNO ALTRA VIA CHE LA LOTTA!…

ALTERNATIVA DI CLASSE - SP

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