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Terroristi

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(4 Gennaio 2011) Enzo Apicella
Dopo Pomigliano anche a Mirafiori il ricatto di Marchionne: o lavorare schiavi o non lavorare più

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Il referendum-farsa non piega gli operai di Pomigliano

Considerazioni a caldo sull’esito del referendum-truffa

(27 Giugno 2010)

Nonostante la pistola puntata alla tempia degli operai con un referendum-farsa illegittimo, imposto dall'azienda e svoltosi a soli 5 giorni dall'indizione in palese violazione dei più elementari diritti di democrazia;
nonostante l'opera di lavaggio mentale e il terrorismo psicologico compiuto dalla FIAT e dai suoi servi sciocchi (governo-PDL-PD e la quasi totalità dei due rami del parlamento e dei mass-media, FIM, UILM, FISMIC, UGL e la stessa CGIL di Epifani) per convincere gli operai a votare SI;
nonostante le intimidazioni e i ricatti nei confronti di chi a testa alta si è opposto con la lotta all'ipotesi di introdurre lo schiavismo in fabbrica;
nonostante lorsignori prevedessero e auspicassero una vittoria valanga dei SI...

ANCORA UNA VOLTA GLI OPERAI DI POMIGLIANO GLI HANNO FATTO ANDARE IL BOCCONE DI TRAVERSO.

I risultati del referendum parlano chiaro: il 38% dei votanti ha detto No all'accordo; se si considerano i voti operai il numero dei NO (comprese le schede bianche e nulle) sale al 41%; se poi si tiene conto anche di coloro che non si sono recati alle urne si può tranquillamente affermare che circa il 45% degli operai di Pomigliano di fatto ha rispedito questa provocazione al mittente!
Altro che plebiscito: la battaglia è solo all'inizio.
Ora bisogna rispondere alle minacce di chiusura con la lotta. I ricorsi e le carte bollate, per qunto utili, non bastano.
La Fiom è di fronte a un bivio: o accetta il richiamo di mamma CGIL a tornare ai tavoli di trattativa con gli aguzzini del movimento operaio, barattando qualche briciola in cambio di diritti inalienabili, o decide finalmente di lanciare una campagna di mobilitazioni insieme alla sua base operaia, al sindacalismo di base e a tutti coloro che non hanno piegato la testa di fronte all'arroganza del padrone, rompendo con un sindacato che gli ha voltato le spalle schierandosi in maniera palese con la FIAT e col governo.
Per fermarli è necessaria la nascita di un forte e unitario sindacato di classe, che la faccia finita con la concertazione a pardere ed unifichi tutti i lavoratori combattivi.
In gioco non è solo il futuro di Pomigliano, bensì quello di milioni di operai e proletari di tutto il paese.

Associazione Marxista Unità Comunista

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