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(Dove và la CGIL?)

Un delegato fiom sulla quota del 1/3

Ai compagni e alle compagne della FIOM di Sesto San Giovanni,della FIOM di Milano,della FIOM della Lombardia e della FIOM Nazionale

(8 Luglio 2010)

Ai compagni e alle compagne della FIOM di Sesto San Giovanni,della FIOM di Milano,della FIOM della Lombardia e della FIOM Nazionale

Cari compagni e care compagne,
Mi accingo a scrivervi mosso da quello spirito che anima ognuno di noi nel fare questo lavoro, quello del sindacalista,quello spirito intriso di ideologia e di quel senso di giustizia sociale, di umanità e di solidarietà che di questi tempi parte della società moderna ha smarrito.

Le lotte che noi con la nostra organizzazione sindacale stiamo oggi sostenendo dalle fabbriche alle istituzioni , dove rivendicare posti di lavoro, salari dignitosi,sicurezza e democrazia sono obbiettivi che ci impegnano quotidianamente e dove tutte le nostre energie sono profuse costantemente .

Non ultima è stata la presentazione della proposta di legge sulla democrazia in fabbrica e sulle rappresentanze sindacali .
Proposta da me sottoscritta e sostenuta in fabbrica spiegandola ed invitando i lavoratori ad aderire .

Perché vi scrivo? Succede che nella fabbrica dove lavoro alla Marcegaglia di Milano stiamo rinnovando La RSU e qualcuno si è messo in testa che tutto questo percorso che stiamo facendo insieme noi e i lavoratori di Milano come di tutta l’Italia,non conta niente .

È stato richiesto da parte nostra di mettere in pratica e di essere coerenti con tutto le nostre lotte e iniziative che stiamo sostenendo, per cui le elezioni della nuova RSU siano fatte col proporzionale puro,rinunciando alla quota di un terzo,trovando stranamente l’adesione della FIM, che non ha delegati e che già in precedenza aveva rinunciato alla quota di un terzo.

In pieno accordo con la camera del lavoro di zona che ci segue si avvia la procedura per il rinnovo della RSU e veniamo a saper che qualche dirigente non è d’accordo sulla nostra scelta e ci viene imposto che la FIOM chiede la quota di un terzo mentre la FIM rinuncia ancora una volta.

A questo punto sorge un problema come spiegare ai lavoratori questi comportamenti mentre si chiede più democrazia nelle fabbriche poi si prendono decisioni diametralmente opposte?

Mi rivolgo a voi tutti dirigenti,quadri, funzionari e lavoratori in quanto iscritti alla FIOM di chiedere insieme agli iscritti e ai lavoratori tutti della Marcegaglia che ci sia coerenza nella FIOM tra la proposta di legge e la pratica sulle elezioni dei delegati di fabbrica.

Convinto di ricevere risposte positive.

Milano 7 luglio 2010

Osvaldo Celano
Delegato FIOM della Marcegaglia Buildtech di Milano

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