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Incidenti nel sud per manovre Unifil

(30 Giugno 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org


Libano
Decine di giovani in diverse zone del Libano del sud protestano da ieri, con lanci di sassi e bottiglie, contro le ampie manovre militari che sta svolgendo nella regione l'Unifil (12 mila uomini, tra i quali oltre 2mila soldati italiani).

La stampa libanese riferisce di tre veicoli del contingente francese danneggiati e di un militare ferito dalle pietre lanciate dai dimostranti. Gli incidenti, forse non casualmente, sono avvenuti alla vigilia del rapporto che il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, leggerà alle Nazioni Unite sull'attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza, che nell'agosto del 2006 mise fine all'offensiva israeliana contro il Libano e portò ad un accordo di tregua tra lo Stato ebraico e la guerriglia del movimento sciita Hezbollah. Secondo indiscrezioni Ban Ki-moon potrebbe accusare Hezbollah di aver continuato a rifornirsi di armi, avvalorando la tesi israeliana di un traffico in corso di missili e di altri armamenti a favore del movimento sciita.

Le proteste nelle regioni meridionali libanesi sono scattate di fronte all'ampiezza delle manovre militari, senza precedenti, e in riferimento alle presunte finalità delle esercitazioni che sarebbero rivolte, secondo i dimostranti, a preparare le truppe dell'Unifil a contenere una possibile reazione delle popolazioni locali ad una escalation militare nella regione. In questi ultimi giorni si parla di nuovo con insistenza di un possibile attacco israeliano o israelo-americano contro le centrali nucleari iraniane.

Da tempo inoltre circolano voci di una nuova offensiva israeliana contro il movimento sciita Hezbollah, largamente sostenuto dalla popolazione del Libano del sud. Da parte loro i comandi dell'Unifil affermano la «normalità» delle manovre militari in corso che, sottolineano, si svolgono nel quadro del mandato definito dalla risoluzione 1701.

A tenere alta la tensione in Libano sono anche gli ultimi arresti di spie di Israele compiuti dai servizi di sicurezza.

«Israele è riuscito a prendere il controllo tecnico della rete di telecomunicazioni e minaccia la sicurezza nazionale», ha avvertito Hezbollah commentando l'arresto di Charbel Qazi, un funzionario dell'Alfa, l'azienda di telefonia mobile statale, che avrebbe fornito al Mossad israeliano il libero accesso a tutte le telefonate sulla rete della sua compagnia. L'allarme è stato lanciato anche da altre personalità politiche, tra le quali il leader druso Walid Junblatt che ha chiesto la pena di morte per i libanesi che spiano a favore di Israele.

Le autorità libanesi hanno arrestato oltre 70 persone da quando, poco più di un anno fa, hanno lanciato campagna contro le sospette spie israeliane, compresi alcuni alti ufficiali delle Forze Armate. Israele non ha mai commentato questi arresti ma la stampa in lingua ebraica in diverse occasioni ha riconosciuto che l'intelligence israeliana è impegnata a tenere sotto controllo Hezbollah.
(Fonte: Nena News)

www.forumpalestina.org

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