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Maariv: il boicottaggio preoccupa la israel lobby europea

Chiesto l'intervento di Shimon Peres

(4 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.boicottaisraele.it


(4 Luglio 2010)

Crescita del boicottaggio: deputati europei chiedono a Peres di intervenire

2 luglio 2010

David Lipkin - Maariv

I membri della lobby europea filoisraeliana mettono in guardia: il deterioramento del clima politico incoraggia il boicottaggio dei prodotti, delle imprese e degli uomini d’affari israeliani, e chiedono a Peres di utilizzare la sua statura internazionale e di intervenire al Parlamento europeo.


I dirigenti dell’EFI (European Friends of Israel – Amici europei di Israele), la lobby europea in favore di Israele e della sua economia, hanno messo in guardia ieri contro il deterioramento di un clima politico in Europa verso Israele, ed una crescita del fenomeno del boicottaggio dei prodotti e del mondo degli affari israeliani attraverso l’Europa. Insistono sull’esistenza di un fenomeno montante di finanziamenti di investitori europei che si ritirano dalle imprese israeliane, con la motivazione dell’ «etica degli affari».

Ronny Bruckner, leader di questa lobby che comprende membri del Parlamento dell’Unione Europea e uomini d’affari europei di primo piano, ha chiesto ieri al presidente Shimon Peres di utilizzare la sua reputazione internazionale e di intervenire al Parlamento europeo. Bruckner ha anche chiesto al presidente di intensificare la sua attività in direzione delle istituzioni dell’UE e di investire nei piccoli Stati europei che hanno recentemente raggiunto l’UE.

Secondo Bruckner, lo sviluppo importante della popolazione araba nei grandi paesi europei può spingere gli organismo musulmani a raggiungere le coalizioni radicali e il boicottaggio dei prodotti che arrivano da Israele, e non solo i prodotti che arrivano da est della Linea Verde. Bruckner indica che i militanti hanno già preso a premere sugli uomini d’affari e che, recentemente, alcune imprese che si lanciano in relazioni commerciali con imprese israeliane hanno ricevuto minacce.

I principale dirigenti dell’EFI hanno detto al presidente Shimon Peres che il movimento si amplifica tanto quanto più fondi di investimento europei annunciano il loro ritiro da società israeliane, motivando ciò con «l’etica degli affari». E secondo questi dirigenti, c’è da credere che questo fenomeno acquisti ancora maggiore ampiezza.

Michelle Gorari, direttore generale dell’EFI, ha detto ad Asakim* che il boicottaggio economico di Israele accelera in Europa in ragione delle ultime evoluzioni politiche. Egli crede che a seguito delle pressioni crescenti, il boicottaggio delle esportazioni israeliane colpisca circa il 30% di queste esportazioni verso l’Europa. C’è una tendenza pericolosa a voler imporre un’interdizione totale della vendita di prodotti israeliani su alcuni mercati europei.

Gorari sottolinea che la lobby filoisraeliana è riuscita a contrastare una corrente che emergeva e che mostrava come il Parlamento europeo avesse intenzione di non ratificare un nuovo accordo nel settore aeronautico fra Israele e l’UE. L’EFI ha moltiplicato gli sforzi per ottenere un sostegno ad Israele, e l’accordo è stato finalmente approvato con una maggioranza di 465 voti contro 65. L’EFI si domanda ora se sia il momento buono per sollecitare dal Parlamento europeo l’approvazione di un accordo sull’armonizzazione delle norme fra Israele e l’UE, perché c’è da credere che, alla luce dell’attuale atmosfera anti-Israele, sia difficile raggiungere una maggioranza per ottenerlo.

* Asakim è un’importante agenzia israeliana di consulenza finanziaria ed imprenditoriale (n.d.t.)

www.boicottaisraele.it

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