Imperialismo e guerra :: Freedom Flotilla

Una nava libica cerca di forzare l’assedio navale di Gaza, tensione

(11 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

11-07-2010/19:10 --- Un nuovo confronto in alto mare tra una nave libica con aiuti umanitari per la striscia di Gaza e la marina militare israeliana, decisa a impedirle di forzare il blocco marittimo della Striscia, appare questione di uno o due giorni, visto che l’imbarcazione sembra non avere nessuna intenzione di dirigersi verso il territorio palestinese assediato da più di tre anni dalle forze occupanti israeliane con la attiva collaborazione delle autorità egiziane. La spedizione ha costretto oggi le autorità di Tel Aviv a una intensa attività, con il premier Benyamin Netanyahu che si è riunito con ben sette dei suoi ministri mentre è vivo il ricordo del mortale arrembaggio della marina israeliana nei confronti di una nave turca il 31 maggio scorso, durante il quale nove attivisti furono uccisi. Le autorità di Israele continuano a dichiarare che impediranno alla nave, la Amalthea, battente bandiera moldava e salpata ieri dal porto greco di Lavrio con duemila tonnellate di articoli diversi per la popolazione palestinese, di forzare il blocco marittimo e di raggiungere la striscia. Il governo di Tel Aviv continua a suggerire inutilmente alla spedizione che se deciderà di attraccare nel porto egiziano di el-Arish (nel Sinai settentrionale) non ci sarà nessun problema, e penseranno le autorità israeliane a consegnare alla poplazione di Gaza gli aiuti internazionali. Dichiarazione smentita dai fatti: nei giorni scorsi alcuni funzionari di istituzioni internazionali avevano denunciato che gli aiuti sequestrati a bordo della Mavi Marmara e delle altre imbarcazioni della Freedom Flotilla giacevano da più di un mese nei porti israeliani.. Un rappresentante della Fondazione Gheddafi promotrice dell'iniziativa, Mashallah Zwei, che si trova sulla nave, ha detto che gli organizzatori hanno invece ordinato all’equipaggio della nave di puntare direttamente su Gaza. Il cargo, a quanto risulta, si trova nei pressi Creta e dovrebbe raggiungere la sua destinazione in due giorni circa, se non sarà assaltato e dirottato prima. Israele ha infatti avvertito che se la Amalthea cercherà di forzare il blocco, la marina militare riceverà l'ordine di intercettarla e di condurla nel porto di Ashdod, a sud di Tel Aviv. A quanto risulta sulla Amalthea ci sono dodici membri di equipaggio e quindici attivisti libici. Il deputato al parlamento israeliano Ahmed Tibi, in contatto con gli organizzatori della spedizione, ha affermato che l'equipaggio della Amalthea non intende opporre resistenza, nel caso di arrembaggio. Secondo Tibi gli organizzatori sono disposti a consentire alle forze israeliane di ispezionare il carico a bordo della nave. Ma una volta concluse le ispezioni, ha precisato, essi esigono che al cargo sia consentito di raggiungere Gaza.
L’attivista palestinese Amjad Shawa, che si trova a bordo dell’imbarcazione, questa mattina in una intervista a Radio Voce della Palestina ha definito «propaganda» le notizie diffuse ieri dai media israeliani, e ripresi da quelli internazionali, sull’esistenza di un accordo che prevederebbe l’arrivo della nave nel porto di El Arish, in Egitto. «Si tratta di una missione umanitaria che vuole soltanto portare aiuti alla popolazione palestinese», ha detto Shawa lamentando lo scarso interesse dell’opinione pubblica internazionale verso il blocco navale di Gaza che strangola la popolazione palestinese.

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