">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

60 anni di crimini di Israele

Nakba

(15 Maggio 2010) Enzo Apicella
62° anniversario della Nakba palestinese

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

Gran Bretagna: sabotarono azienda militare israeliana, assolti

(13 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Barbara Antonelli - Nena News

Una vittoria per chi difende i diritti umani dei palestinesi ma anche per l’attivismo antimilitarista. Cosi si può considerare l’assoluzione a inizio luglio dei sette attivisti inglesi, accusati e processati per aver danneggiato e sabotato un'azienda, la EDO-MBM che fornisce a Israele componenti per la costruzione di armi. Le stesse armi che hanno fatto oltre 1400 vittime nell’Operazione Piombo Fuso tra dicembre 2008 e gennaio 2009. Il segnale che arriva dalla giuria inglese che ha giudicato non colpevoli i sette attivisti, nonostante le 200.000 sterline di danni provocati e l’accusa iniziale di cospirazione e complotto criminale, e’ che battersi per la difesa dei diritti umani pur causando danni materiali alla proprieta’ privata, non puo’ essere considerato un reato se serve a prevenire un crimine piu’ grave.

Nella notte del 16 gennaio 2009, sette attivisti pacifisti entrarono nella sede della EDO-MBM, alla periferia di Brighton, la cittadina sulla costa meridionale inglese. Una azienda che produce componenti per la costruzione di armi destinate al mercato dell’industria militare israeliana. Da subito, i sette attivisti si sono assunti qualsiasi responsabilita’ per l’atto, registrando un video diffuso su Internet poche ore prima dell’azione, in cui spiegavano le ragioni del loro gesto: smantellare e danneggiare la fabbrica perche’ rifornisce di armi che servono a Israele per commettere crimini contro la popolazione civile palestinese. Tom Woodhead, Bob Nicholls, Ornella Saibene, Harvey Tadman, Simon Levin, Chris Osmond e Elijah Smith sono entrati nella fabbrica, si sono barricati dentro e hanno meticolosamente iniziato a distruggere apparecchiature, macchinari, componenti elettronici e mobilio degli uffici. Una volta terminata la loro azione, hanno atteso con calma di essere arrestati. “Un’iniziativa volontariamente premeditata, moralmente necessaria”, cosi hanno dichiarato gli attivisti sia nel video registrato prima che nel corso del processo; ma che trova una giustificazione nella legge inglese, che permette il danno della proprietà se compiuto ai fini di evitare crimini più gravi. Con questo gli attivisti si sono difesi nel corso del processo: evitare che un crimine brutale fosse compiuto contro una popolazione civile inerme. Perchè mentre gli attivisti attuavano il sabotaggio della EDO, intanto Israele bombardava Gaza. E il conto delle vittime era già drammatico.

Non e’ la prima volta che le giurie inglesi dichiarano non colpevoli degli attivisti pacifisti, che abbiano commesso azioni ai danni di aziende produttrici di armi. Il 29 gennaio del 1996 per esempio quattro donne del Trident Ploughshares, un gruppo antimilitarista e antinucleare irruppero in un’industria delle forze aree inglesi in Lancashire, danneggiando un Bae Hawk, un jet militare che doveva essere inviato in Indonesia; difendendosi dall’accusa di cospirazione e complotto criminale e argomentando che l’atto era dettato dalla volonta’ di evitare che “le forze aeree inglesi fossero complici di un genocidio.” La giuria le ha assolte. Come ha assolto nel 2008 Raytheon 9, un gruppo di attivisti pacifisti della Coalizione anti-guerra di Derry, nel nord dell’Irlanda, autori di un’azione contro una fabbrica che riforniva Israele di armi, durante la guerra in Libano nel 2006.

Nel caso dei sabotatori di Brighton, cosi’ li ha definiti la stampa, la sofferenza dei palestinesi e’ entrata di colpo all’interno di una corte inglese, quella di Hove Crown. Due degli attivisti, Simon Levin and Chris Osmond da anni partecipano ad iniziative di solidarietà con il popolo palestinese: durante il processo, Chris ha letto alcuni passi dal diario di Rachel Corrie, la giovane attivista statunitense schiacciata da un bulldozer israeliano a Gaza. Anche la testimonianza di Sharyn Lock, volontaria internazioanle presente a Gaza nel corso dell’Operazione Piombo Fuso, e’ stata ascoltata dai giurati, ai quali gli avvocati degli attivisti hanno fornito anche immagini degli attacchi aerei su Gaza e copie del rapporto Goldstone.

EDO- MBM poi diventata EDO-ITT è un’industria di Brighton che dal 1946 fabbrica armi: e’ stata acquistata dal gruppo ITT nel dicembre 2007 e produce in particolar modo bombe a grappolo e il VER-2 Zero Retention Force Arming Unit, un sistema di rilascio dei missili utilizzato negli aerei da guerra israeliani F-16.

EDO ha sempre negato di fornire a Israele qualsiasi tipo di armi. Gli attivisti e i loro avvocati hanno portato all’attenzione del giudice e della giuria una quantita’ di prove a sostegno della cooperazione per il rifornimento e la produzione di armi tra fabbrice inglesi, statunitensi e israeliane, fornendo anche una documentazione dettagliata di come la EDO utilizzi una compagnia di copertura negli USA per fornire indirettamente i componenti utilizzati per gli F-16 israeliani. Nonostante le prove e i dossier, Paul Hills, direttore della EDO-MBM, sempre presente nel corso del processo, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento della compagnia con Israele

www.radiocittaperta.it

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Questa notizia è stata pubblicata anche in:

Ultime notizie del dossier «Siamo tutti palestinesi»

Ultime notizie dell'autore «Radio Città Aperta - Roma»

3661