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Ultimatum per Abu Tir: prigione e espulsione

(15 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org

Rinunciare ad essere membri del Consiglio Legislativo Palestinese (PLC) o lasciare immediatamente Gerusalemme, citta' nella quale sono nati. Questo l'ultimatum imposto da Israele ai quattro membri del PLC, rei di essere stati eletti, con le liste di 'Cambiamento e Riforma' (blocco Hamas) nelle elezioni politiche palestinesi del 2006.

La tenda sit-in nel cortile del Comitato della Croce Rossa Internazionale a Sheikh Jarrah, Gerusalemme Est, dove i tre deputati sono rifugiati da giorni, con la promessa di non andarsene fino a quando l'ordine di espulsione non sara' ritirato, e' diventata oramai luogo di pellegrinaggio. Ieri anche il rappresentante del governo giordano, Yahya Al Qaarraleh si e' recato in visita da Ahmed Atoun, Khaled Abu Arafah e Mohammed Totah.

Il deputato Mohammed Abu Tir, arrestato il 30 giugno mentre guidava la sua macchina all'entrata di Sur Baher, per non aver rispettato l'ordine di lasciare la sua casa a Gerusalemme Est, rimane in prigione fino alla fine del processo, previsto per domenica. Abu Tir si e' rifiutato di firmare un documento in cui dichiarava di dare le dimissioni da Hamas, facendo scattare l'ultimatum di Israele: prigione o espulsione.

Prima di essere espulso domenica, anche se non e' ancora chiaro verso quale paese, Abu Tir dovra' pagare una cauzione di 150.000 shekel (di cui 50.000 gia' versati alla Corte), oltre a firmare un documento in cui dichiara che non mettera' mai piu' piede a Gerusalemme.

Eletti al Consiglio Legislativo Palestinese nelle elezioni politiche palestinesi del 2006, in quanto rappresentanti di Gerusalemme, i quattro deputati (Khaled Abu Arafa e' stato anche ministro per gli Affari di Gerusalemme) sono stati arrestati 4 giorni dopo la cattura del soldato israeliano Gilad Shalit nella striscia di Gaza e incarcerati in quanto affiliati ad Hamas, insieme a oltre 60 parlamentari palestinesi.

A maggio del 2010 le autorita' israeliane li hanno informati che avrebbero perso il diritto di residenza e che avrebbero dovuto lasciare Gerusalemme: Abu Tir entro il 19 giugno, gli altri tre entro l'inizio di luglio.

Per tutti e quattro la polizia israeliana ha solamente deciso di implementare l'espulsione seguendo una decisione gia' presa dal Ministro degli Interni israeliano nel 2006.

La storia della revoca della carta di identita' di Gerusalemme, non e' infatti storia di questi ultimi mesi, per i quattro deputati palestinesi. Quattro anni fa fu il Ministro degli Interni isrealiano di Kadima, Roni Bar-On a revocare loro lo status di residenza a Gerusalemme, con la giustificazione di "essere ritenuti cittadini di Israele e quindi obbligati a essere leali allo Stato".

E di aver dimostrato di non essere leali verso lo Stato di Israele, in quanto affiliati ad Hamas.

In base all'articolo 11 della Legge sull'Ingresso in Israele del 1952 (che regola l'ingresso in Israele degli immigrati non-ebrei), il Ministero stesso ha l'autorita' - in particolari circostanze - di revocare la residenza. Equiparando cosi i residenti palestinesi di Gerusalemme Est, a immigrati che hanno deciso di vivere in Israele, e non a "persone protette" dal diritto internazionale e dalla IV Convenzione di Ginevra , in conseguenza del fatto che Israele occupa illegalmente Gerusalemme Est dal 1967.

Un potere occupante non puo' richiedere una prova di leata' alla popolazione occupata.

L'espulsione dei residenti palestinesi da Gerusalemme Est non e' certo un fenomeno nuovo. Nel 2008 il Ministero degli Interni Israeliano ha annullato a 4577 palestinesi, il diritto di vivere nella citta' santa. Un numero cresciuto vortiginosamente dal 1995, quando si registravano solo 91 revoche (secondo i dati forniti dalle stesse autorita' israeliane). Finora pero' il meccanismo di revoca, seppure nascondendo chiare politiche volte alla pulizia etnica e alla giudaizzazione dei quartiere arabi di Gerusalemme Est, era sempre basato su questioni di natura amministrativa (come ad esempio la revoca in seguito all'aver vissuto in un paese straniero per 7 anni). Mentre l'arresto dei quattro parlamentari instaura "un precedente pericolosissimo" a detta del direttore della ONG Adalah, Hassan Jabareen, perche' per la prima volta Israele revoca diritti di residenza a Gerusalemme Est, adducendo giustificazioni di tipo politico e utilizzando la questione della lealta' allo Stato di Israele.

Anche Hatem Abdel Kader, ministro per gli Affari di Gerusalemme della PA (eletto con Fatah) e' stato avvertito nei giorni passati dallo Shin Bet, i servizi di sicurezza israeliani, di essere a rischio espulsione se continuera' ad occuparsi di attivita' politiche a Gerusalemme.

Uri Avnery, pacifista israeliano e ex membro della Knesset, ha denunciato " Oggi Israele espelle i sostenitori di Hamas, domani avverra' con coloro che simpatizzano con Fatah e dopodomani ancora con tutti gli altri.".

"Un altro tassello nel processo di pulizia etnica di Gerusalemme", cosi ha definito l'espulsione dei parlamentari, Al- Maqdese (MDS) la ong palestinese nata nel 2007 su iniziativa di medici, insegnanti e intellettuali per contrastare le politiche israeliane a Gerusalemme Est, che martedi scorso ha presentato un interessante potition paper che mette in luce le complesse e intricate modifiche alle normative legali legate allo status di residenza a Gerusalemme, modifiche attuate con gli anni da Israele per espellere non solo i parlamentari affiliati ad Hamas ma intere famiglie palestinesi.
(Fonte:NenaNews)

www.forumpalestina.org

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