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Atene. Ordine pubblico

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(4 Maggio 2010) Enzo Apicella
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Ancora scioperi in Grecia, ma si incrina l’unità sindacale. Il sindacato comunista Pame blocca per due ore aereo israeliano

(15 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it


Marco Santopadre, Radio Città Aperta

15-07-2010/18:48 --- Nonostante l’estate inoltrata non accennano a fermarsi gli scioperi contro i piani governativi che attaccano pesantemente i salari e le pensioni dei lavoratori greci: oggi il traffico aereo è stato semiparalizzato a causa di una astensione dal lavoro di quattro ore indetta dai controllori di volo. Alla fine la temuta chiusura dell’Acropoli non c’è stata, perché i sindacati hanno deciso oggi di non coinvolgere il più famoso monumento ellenico nella protesta per non penalizzare il turismo già fortemente in crisi. Martedì comunque l’Acropoli e gli altri musei erano già rimasti chiusi per 4 ore a causa dello sciopero dei dipendenti del Ministero della cultura contro la riforma delle pensioni, mentre i lavoratori delle amministrazioni locali avevano occupato simbolicamente per 3 ore tutti i municipi del paese.
Ma comunque nelle maggiori città hanno sfilato nuovamente i lavoratori aderenti sia al sindacato dei dipendenti pubblici Adedy sia a quello comunista Pame. Già ieri sera contro i sacrifici avevano manifestato, nell’ambito di un ennesimo sciopero, gli agenti di polizia, i vigili del fuoco e le guardie costiere. Lo sciopero di oggi ha coinciso con il voto parlamentare su un ddl che estende ai funzionari statali la dura riforma pensionistica. Il ddl, approvato ieri sera in linea di principio con i soli voti della maggioranza socialista in attesa del voto odierno articolo per articolo, taglia gli assegni di pensionamento ed aumenta l'età minima per poter lasciare il lavoro a 65 anni e 40 di contributi per tutti, uomini e donne. Le stesse misure erano già state votate per il settore privato già lo scorso 8 luglio, in coincidenza con il sesto sciopero generale da dicembre. Lo sciopero di oggi ha causato la chiusura di ministeri, amministrazioni locali, uffici postali, dogane, ospedali mentre alla protesta non hanno partecipato i portuali, sempre per non bloccare i traghetti che trasportano centinaia di migliaia di greci e di turisti da e verso le isole. Se i sindacati greci, anche quelli sostanzialmente moderati e filo socialisti stanno tenendo duro contro il governo e continuano a dare battaglia, una notizia contraddittoria arriva da quelli del settore privato, che nelle ultime ore hanno firmato un accordo collettivo con le associazioni degli industriali che prevede un congelamento salariale per l'anno in corso e aumenti ‘controllati’ per il 2011 e il 2012. L'accordo fra la Federazione sindacale del settore privato Gsee e la Sev (la Confindustria greca) permette comunque ai lavoratori di salvare la 13a e la 14a mensilità garantendo aumenti dell'1,5% e dell'1,7% nei prossimi due anni, contro un possibile congelamento triennale dei salari ipotizzato del governo, accogliendo al tempo stesso l'invito alla moderazione salariale nel momento in cui la crisi congela i salari nel settore pubblico. Da segnalare che per la prima volta dopo alcuni mesi il Gsee non ha aderito oggi alla protesta di Adedy e Pame. E oggi i quotidiani greci riportavano una notizia che la dice lunga sullo stato di disperazione in cui versano sempre più cittadini del paese: una madre disperata voleva vendere un rene ''a buon prezzo'' per far fronte alla drammatica situazione economica della famiglia. Lo rivela il quotidiano di Ioannina, Proinos Logos, precisando che la donna di 52 anni aveva telefonato al giornale per chiedere di pubblicare un breve annuncio che suonava così: ''A causa della difficile situazione economica, sono pronta a vendere un rene a buon prezzo''. Di fronte alla reazione sbigottita dei dipendenti del giornale che le spiegavano come la vendita di organi sia vietata dalla legge, la donna é scoppiata in lacrime raccontando che il marito é senza impiego, che lei non può lavorare a causa delle condizioni di salute e i figli si trovano sommersi dai debiti in seguito all’andamento negativo degli affari.
Sempre nelle ultime ore i media ellenici si stanno invece scagliando contro il sindacato comunista Pame che ieri ha realizzato una eclatante protesta contro Israele. "E' stata un'azione di solidarietà con il popolo palestinese" ha dichiarato Giorgos Pontikos, il responsabile delle relazioni internazionali del sindacato vicino al Partito Comunista Greco. Infatti il volo 542 della compagnia di bandiera israeliana ‘El Al’ diretto da Atene a Tel Aviv è stato bloccato dall'azione di un nutrito gruppo di sindacalisti e di lavoratori aereoportuali che hanno bloccato l’imbarco dei passeggeri esponendo cartelli con su scritto ‘Free Gaza’ e ‘Free Palestine’. Il volo è potuto partire solo due ore dopo l’orario previsto. L'azione ha inteso protestare contro il perdurante assedio dei palestinesi a Gaza da parte di Israele proprio mentre alcune navi della marina di Tel Aviv stavano bloccando in acque internazionali una nave - questa volta libica - che intendeva attraccare a Gaza per scaricare aiuti umanitari e che alla fine è stata costretta ad attraccare in un porto egiziano senza poter consegnare il suo carico.

www.radiocittaperta.it

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