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Sulle Ali della Solidarietà

(17 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.campoantimperialista.it

Sabato 17 Luglio 2010 13:50
Resoconto del Convegno di Sumud sul volontariato

Isola Polvese, 9-11 luglio 2010
Si è svolto all'Isola Polvese, dal 9 all'11 Luglio, il seminario dal titolo "Sulle ali della Solidarietà", con cui Sumud ha voluto soffermarsi a riflettere sul tema del volontariato.

Il perché di questa scelta è presto detto: tra i nostri giovani, almeno tra quelli che hanno ancora un barlume di coscienza, l'impegno volontario sta riscuotendo sempre maggiore successo, nonostante il silenzio da parte dei media.
Non ci sembra, però, che vi sia molta chiarezza su cosa ciò veramente significhi, cosa si celi dietro le sigle delle varie associazioni, ONG, ONLUS, quali siano i vantaggi che la parte della società che si batte per un mondo migliore possa trarre dal loro agire, quali i lati oscuri e le infinite contraddizioni.
Le esperienze di alcune di queste organizzazioni continuano ad essere critiche e ad esprimere contenuti politicamente radicali; purtroppo però, altre realtà (la maggioranza), si stanno piegando al business, adeguandosi alle logiche economiche e di potere dominanti, svendendo, così, la propria autonomia e identità.
La conseguenza ovvia di tutto ciò è la scomparsa dell'idea di solidarietà che dovrebbe stare alla base di queste realtà, che invece si sottomettono vergognosamente alla politica istituzionale dei governi occidentali da cui, ormai, dipendono.
Con una grave mancanza di scrupoli si creano e si gestiscono progetti, programmi e attività che si traducono, in ambito internazionale - vedi la cosiddetta Cooperazione - nella subordinazione alle logiche imperialistiche di colonizzazione e rapina, e nella complicità con gli eserciti occidentali (è il caso dell'Afghanistan, dove la maggior parte delle ONG svolge un ruolo di supporto alle truppe occupanti).

Sumud entra a forza in questo caotico mondo, imponendo la sua visione alternativa.
Il nostro scopo è quello di dar vita a un forte gruppo di lavoro che punti a portare un soccorso concreto ai popoli oppressi, in particolare a quelli che lottano e resistono, difendendo come possono le loro radici, la loro cultura e la loro dignità.
Un volontariato che si caratterizza per la radicale scelta antimperialista.
L'utilità della nostra iniziativa è stata quella di aver messo insieme associazioni con esperienze diverse e, dopo le presentazioni generali dei convenuti, aver lasciato a tutti la possibilità di intervenire, fare domande, chiedere chiarimenti, condividere riflessioni, utili anche per poterci meglio definire.
Perché fare volontariato? E in che modo operare, avendo optato per una netta opposizione alla volontà dei poteri costituiti? Come essere solidali e portare aiuto senza esportare e imporre il nostro stile di vita e il nostro sistema di valori?
Per noi, in accordo con gli altri ospiti, è fondamentale il rispetto delle differenze e delle diverse culture, alle quali non guardiamo come a soggetti inferiori da emancipare e portare ai nostri livelli. Al contrario, possiamo apprendere e fare nostra quella rabbia che nasce da un profondo senso di giustizia e che nega il proprio consenso ad una cultura di dominio, politico, economico e culturale. Questo, semmai, dobbiamo "esportare" in Italia!
Ma vediamo più da vicino chi sono stati i nostri ospiti, quali le differenze e le somiglianze fra di noi, ricordando che volevamo confrontarci sul come e sul cosa ogni associazione è riuscita a fare nei diversi luoghi in cui ha operato e tenacemente continua ad operare - ciascuna secondo la propria peculiarità - ed in particolare in quei luoghi (Palestina, Afghanistan, Iraq, Somalia, America Latina) dove Sumud è interessata a lavorare nei prossimi anni.

Ovviamente sono emerse delle differenze nei modus operandi, nell'approccio alle sofferenze e alle tragedie dei popoli e delle comunità scelte come soggetti di solidarietà. Tutti hanno invece sottolineato la sproporzione tra le piccole forze a disposizione e ciò di cui ci sarebbe bisogno.
Gazzella ONLUS, per esempio, ha scelto di lavorare accanto al popolo Palestinese, ben consapevole della gravità delle condizioni in cui versa per mano di Israele che, con la complicità dei governi occidentali, spara, cannoneggia, distrugge coltivazioni e abitazioni. In particolare sostiene i bambini, nerbo della futura società, feriti da armi di guerra, soprattutto nel territorio di Gaza (il più martoriato), attivando adozioni a distanza e collaborando con le ONG presenti sul territorio, che si occupano di infanzia e sanità. Piccolo contributo di persone che vogliono tendere la mano ai più piccoli e sfortunati.
Così pure i Ragazzi Missionari, che, tenendo fede alla loro origine cattolica (per essere precisi, in seno all'ordine dei Frati Cappuccini), cercano di portare aiuto al prossimo, sia quello dietro l'angolo di casa, sia quello lontanissimo, in Amazzonia. Donare un sorriso, essere solidali, fare comunità contro l'indifferenza della società, è un modo per cambiare! Sempre attenti anzitutto alla dignità della persona, come pure a quella delle comunità, diffondono una cultura di pace e amore.
L'Associazione di volontariato Aiutiamoli a Vivere è quella che riesce a svolgere su più fronti le proprie attività che espleta in vari settori: sociale, sanitario, storico, culturale, ambientale e turistico. Ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, si impegna a contrastare la tendenza degli stati industrializzati al dominio economico, militare e culturale. Collabora, attraverso il rifornimento di medicinali, attrezzature ospedaliere, viveri, vestiario... in paesi quali Iraq, Eritrea, Somalia, Nigeria. Tutti paesi, questi, la cui storia drammatica, i cui conflitti, che non possiamo qui analizzare in dettaglio, sono causati dalle ingerenze dei governi occidentali e dei loro interessi spregiudicati.

Un caso a parte è Peace Reporter, che, come tutti sanno, non è una associazione, ma il quotidiano online e l'agenzia di stampa internazionale di Emergency. Tutti i giornalisti che vi scrivono hanno abbracciato la causa dell'abolizione della guerra, e servono tale causa raccontando, senza pregiudizi e ideologie, con coraggio e onestà, le storie di vita e di morte di chi la guerra la subisce, contrastando la pretesa, tutta occidentale, della propria superiorità etica e culturale.
Tutti i presenti si sono trovato d'accordo nel dire no al disgustoso andazzo di prevaricazione dei popoli più deboli, impegnandosi attivamente al lavoro volontario in contesti molto difficili, perché teatro di guerra e conflitti, direttamente o indirettamente causati dalle ingerenze dei nostri governi occidentali; vittime anche di sistemi sociali devastati, preda di povertà, miseria, malattie endemiche,dunque conflitti insanabili.
Ma non solo politica abbiamo fatto alla Polvese. Il clima fraterno e positivo è stato sottolineato sabato sera, quando tutti assieme, promotori e ospiti, abbiamo vissuto una serata di vera socialità, cantando e ballando assieme. Un buon auspicio per la collaborazione futura tra le associazioni presenti, che caldamente auspichiamo per unire le sane e vive forze che si impegnano per la trasformazione sociale e politica dell'Italia e del mondo. Scommessa, questa, su cui vale ancora la pena puntare.

da www.sumud.org

www.campoantimperialista.it

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