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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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    (Licenziamenti politici)

    Protestò a Pomigliano: licenziato operaio termolesei

    (23 Luglio 2010)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.slaicobas.it

    Venerdì 23 Luglio 2010 14:50
    da Primonumero.it
    20 Luglio Termoli

    Il caso diventa nazionale:
    Giovanni Musacchio, 32enne dipendente della Fpt di Termoli e componente del coordinamento provinciale dello Slai Cobas, è stato licenziato dall’azienda per aver preso parte alla manifestazione dello scorso 22 giugno davanti ai cancelli dell’impianto di Pomigliano, nella giornata del referendum. «Un atto gravissimo, ignobile nei confronti dei lavoratori - il commento di Andrea Di Paolo, coordinatore provinciale del sindacato - non siamo terroristi né delinquenti. Stiamo studiando il caso per avviare un’azione legale».

    Termoli.
    La notizia è rimbalzata a livello nazionale in pochi minuti. Giovanni Musacchio, lavoratore 32enne di Portocannone della Fiat Powertrain, è stato licenziato dall’azienda per aver partecipato alla protesta di Pomigliano d’Arco, nella famosa giornata del 22 giugno scorso, nella quale si è svolto il referendum sul tanto contestato piano di investimento proposto da Sergio Marchionne.
    La notizia è stata comunicata a Musacchio - componente del coordinamento provinciale dello Slai Cobas, e tra l’altro nipote di Stefano Musacchio, anche lui lavoratore licenziato tempo fa per aver esposto in fabbrica la bandiera della pace e poi reintegrato dopo il ricorso - alle 14 di oggi martedì 20 luglio, mentre si stava entrando nei cancelli dell’impianto per cominciare il turno di lavoro nell’unità cambi, dove lavorava da 12 anni. «E’ inammissibile, un atto gravissimo di repressione – commenta Andrea Di Paolo, rsu di stabilimento e coordinatore provinciale dello Slai Cobas – gli è stato contestato di aver utilizzato un permesso per accudire la figlia, e di essere stato presente alla manifestazione, insieme alla delegazione che era partita al mattino. Musacchio aveva assolto i suoi impegni, motivati con tanto di certificato medico, ci ha raggiunti il pomeriggio a Pomigliano per il presidio. Alla comunicazione sono state allegate anche le fotografie prese da Repubblica, come prova della sua presenza davanti ai cancelli dell’impianto di Giambattista Vico».
    Il sindacato è sul piede di guerra: «Sono giornate intense di scioperi interni e di assemblee, per esprimere il nostro dissenso contro il piano Marchionne e per il mancato premio di produzione – aggiunge Di Paolo – ci sentiamo osservati, non siamo né terroristi né delinquenti, noi ci alziamo la mattina per lavorare, non ci si può attaccare alla vita privata dei dipendenti. E’ un episodio gravissimo, ignobile verso le maestranze. Ora stiamo facendo una quadra della situazione, insieme al coordinamento nazionale». Prima del licenziamento di Musacchio, a livello nazionale altri due operai sono stati sospesi dal lavoro altr 3 operai a Melfi due dei quali delegati Fiom e un impiegato di Mirafiori, componente della Cgil. Dopo l’ennesimo licenziamento crese la tensione tra il Lingotto e i sindacati.
    Il coordinamento nazionale della Fiom, dopo quanto accaduto a Termoli, ha proclamato uno sciopero di 2 ore per venerdì 23 luglio in tutti gli stabilimenti e ha organizzato per il mercoledì seguente un incontro in piazza Montecitorio con i gruppi parlamentari e le forze politiche per
    «denunciare il clima antidemocratico e intimidatorio in Fiat».
    (Pubblicato il 20/07/2010)

    www.slaicobas.it

    Fonte

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