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(20 Luglio 2011) Enzo Apicella
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Si preparano due navi dirette a Gaza per rompere l'assedio. Una è di sole donne

(23 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org


Libano
Si chiama "Maryam" la nave libanese ancora ferma nel porto libanese di Tripoli che si prepara a salpare per Gaza nei prossimi giorni. L'imbarcazione, che mira a rompere l'assedio di Israele nella Striscia sarà una nave con a bordo tutte donne. Per la nave è previsto uno scalo in un porto amico prima di raggiungere Israele a causa della ostilità tra Libano e Israele.

Il mese scorso, il governo cipriota ha vietato a qualsiasi nave diretta a Gaza di fare scalo nel suo porto. Ma gli attivisti potrebbero salpare da un porto della zona turca di Cipro. "Abbiamo la possibilità di navigare da una serie di porti amici, tutti sanno che siamo obbligati a transitare per un porto straniero per evitare di far passare il nostro viaggio come un atto ostile" dice Hajj, una delle attiviste. Hajj ha dichiarato di aver ricevuto circa 500 richieste per il viaggio, ma la Maryam trasporterà solo 50 donne, circa metà sono cittadine libanesi e il resto arabe, europee e americane. L'organizzatore, spiega che è rischioso portare palestinesi a bordo perché si corre il rischio che gli israeliani li arrestino."La nave porterà medicine per il cancro e altri aiuti di prima necessità per donne e bambine. Non porteremo armi né terroristi come invece sostiene l'esercito israeliano". Le navi che dovrebbero partire dal Libano in realtà sono due. La data di partenza per le due navi di aiuti da Beirut non è ancora stata annunciata. Il ministro dei Trasporti libanese Ghazi Aridi ha detto che la Naji Al-Ali è ora ancorata al porto settentrionale libanese di Tripoli, e potrà salpare appena arriverà l'autorizzazione dalle autorità portuali. Tuttavia, il quotidiano panarabo Al-Hayat ha segnalato recentemente che la partenza delle due navi è stata rinviata fino a nuovo ordine, in particolare dopo che l'Iran ha annullato l'invio di due navi di aiuti. Il capo dell'esercito israeliano, Gabi Ashkenazi, ha detto il 6 luglio al Comitato della Knesset per gli Affari Esteri e per la Difesa che ogni sforzo dovrebbe essere fatto per garantire che nessuna flottiglia tenti più di raggiungere Gaza. (fonte : IPS)

Stati Uniti. Una catena commerciale attuerà il boicottaggio verso i prodotti israeliani
Una catena di negozi americani boicotterà la vendita dei prodotti israeliani: gelati, cracker, pannolini. Si tratta di 'Olympia Food Co-op' di Washington e la decisione giunge in protesta alle politiche del regime di Tel Aviv contro i palestinesi. "Abbiamo riunito tutti i membri del Consiglio direttivo lo scorso giovedì e un ampio gruppo - circa 40 persone - ha presentato il progetto di boicottaggio e ha risposto alle nostre domande", ha dichiarato martedì Bob Richards, membro del direttivo, a Ha'aretz. "Un paio di membri erano preoccupati sull'impatto finanziario, ma sarà minimo". Richard ha aggiunto che due membri del suddetto consiglio, che sostengono il boicottaggio, fanno parte della comunità ebraica.

È degno di nota che Olympia sia la città di origine di Rachel Corrie, l'attivista statunitense assassinata dalle forze di occupazione israeliane a Gaza, nel 2003, mentre tentava di impedire ad un bulldozer di demolire un'abitazione palestinese. http://www.presstv.ir/detail.aspx?id=135574§ionid=3510203
(fonte: Infopal)

www.forumpalestina.org

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