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(21 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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(Capitale e lavoro)

Comunicato del sindacato unitario della zastava

(26 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa


Jedinstvena Sindikalna Organizacija Zastava

Samostalni Sindikat Srbije - Savez Metalaca Srbije

jsozastava @ nadlanu.com

Kragujevac, 23 luglio 2010


Per quanto riguarda gli articoli pubblicati in questi giorni in Italia e tradotti e pubblicati anche in Serbia, comunichiamo che - sulla base delle informazioni in nostro possesso - non esiste nessun Accordo ufficiale ne' informazione ufficiale del governo serbo (che è proprietario del 30% della Fiat Auto Serbia) relativa alle dichiarazioni (intenzioni) di Marchionne.

I fatti sulla situazione attuale nella fabbrica di Kragujevac:

* La fabbrica è ferma a causa delle vetture non vendute ferme nel piazzale (circa 450 unità).

* Tutti i 1060 lavoratori della Fiat Auto Serbia sono in cassa integrazione (percepiscono il 65% del salario).

* La ricostruzione dei reparti viene eseguita da imprese appaltatrici, nonostante che migliaia di lavoratori della Zastava [*] stiano a casa senza lavoro. Proprio 2 giorni fa un lavoratore di un'impresa appaltatrice è morto sul lavoro.

* Circa il 70% dei lavoratori della Fiat Auto Serbia sono sovvenzionati dal governo serbo per arrivare al minimo garantito in Serbia che è pari a 160 euro.

* Noi al Sindacato abbiamo seri dubbi per quanto riguarda la decisione di Marchionne, perchè in un anno ha cambiato il piano 3 volte.

* Il sindacato della Zastava vede in questo girotondo di annunci il tentativo di dividere i lavoratori dei nostri due paesi e invita all'unità di tutti i lavoratori del gruppo Fiat.

Il segretario

Radoslav Delic

[*] Quelli cassaintegrati più quelli licenziati e forzati al prepensionamento in totale ammontano a decine di migliaia: il "kombinat" di Kragujevac era infatti il più grande complesso metalmeccanico dei Balcani prima della aggressione della NATO e dell'inizio delle selvagge politiche liberiste alla fine del 2000.

www.webalice.it/mario.gangarossa

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