">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Airport

Airport

(13 Gennaio 2011) Enzo Apicella
Berlusconi dichiara che se a Mirafiori non passasse il ricatto di Marchionne la Fiat avrebbe buone ragioni per lasciare Italia

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Senza casa mai più!)

Il problema della casa a pavia

(5 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Tutte e tutti abbiamo letto dei fatti che stanno accadendo alla signora Zappalà in quel di Gambolò, fatti emergere grazie al lavoro indipendente di documentazione ed inchiesta (nonchè attiva partecipazione disinteressata) svolto primo fra tutti da Giovannetti e dal gruppo di "Insieme per Pavia".
Contemporaneamente, nella nostra città capoluogo, prosegue l'altrettanto preciso e puntuale lavoro di denuncia contro lo scempio che si vuole mettere in atto al Parco della Vernavola, nell'area teatro della storica Battaglia di Pavia.

Gli inediti ed inquietanti fatti emersi nelle ultime settimane, atti a smentire il Prefetto Picchiatore (vedasi il caso INNSE la scorsa estate) meneghino Gian Valerio Lombardi riguardo all'estraneità di infiltrazioni mafiose sul nostro territorio, hanno parzialmente oscurato il tema del mattone nella cronaca locale quotidiana.
L'emergenza casa continua, anche nella nostra città amministrata da personaggi che sono costretto a definire, non senza fastidio, "quantomeno sospetti".

A quanto mi risulti, l'ultimo Consiglio Comunale cittadino nel quale si sia parlato dettagliatamente di edilizia residenziale pubblica risale allo scorso 21 dicembre, ovvero l'ultima seduta del 2009. Nello stesso periodo l'Amministrazione pubblicava la graduatoria provvisoria delle richieste per un alloggio popolare a canone moderato, dell'ammontare di 819 nominativi registrati tra la fine del 2007 e la fine del 2009.
In costante aumento. A seguito della pubblicazione, si sono susseguite per alcuni giorni analisi, commenti e commentini da parte degli "addetti ai lavori". Dopo, un silenzio straziante.

Tra aprile e maggio di quest'anno l'Amministrazione Comunale, ancora spensieratamente al comando della città, dichiarava la propria intenzione di procedere alla vendita del patrimonio di edilizia pubblica, in linea con la proposta lanciata a fine marzo, appena un mese e mezzo prima, dal ministro Renato Brunetta di "rendere proprietarie di case ex-IACP almeno 800.000 famiglie italiane, vendendo gli alloggi ad un prezzo calcolato in base al canone di affitto mensile" (vedasi al riguardo l'articolo di Gianni Trovati sul quotidiano di Confindustria "Il Sole 24 Ore" dal titolo "La casa popolare costerà all'inquilino 30mila euro").

La previsione di bilancio triennale 2009-2011 prevedeva la sistemazione di poco più di un centinaio di alloggi popolari, ancora ostinatamente sfitti perchè non rispondenti alle normative igienico-sanitarie in vigore. Ammesso che sia una giusta e sufficiente giustificazione, come si pone il problema rispetto a tutti gli sproloqui sul "decoro urbano" cittadino? La dignità di una città si misura unicamente sull'arredo urbano o possiamo umilmente considerare anche i diritti fondamentali di ogni singola persona, tra cui l'inalienabile diritto alla casa?

A fronte di una graduatoria sempre più satura di nomi di richiedenti un alloggio a canone moderato, quali tortuosi, illogici e machiavellici ragionamenti di casta oppone l'Amministrazione quando si sottolinea come, peraltro in barba alla legge italiana e dunque in maniera criminale, si proceda a costruire 14 lussureggianti palazzine all'interno di un parco, in un'area di grande importanza storico-culturale?
Come si giustifica la continuità d'azione con la precedente giunta di sinistra e di centro in tal senso, dopo avere sempre espresso contrarietà a tale progetto quando Cattaneo e soci non erano ancora sulle poltrone?

Sanno lorsignori che mentre si accodavano diligentemente alle veline di Brunetta, a Bologna si allestiva una tendopoli nella principale piazza cittadina destinata a durare mesi? Che nel purtroppo celebre quartiere Zen di Palermo proseguivano manu militari gli sfratti degli occupanti? Che ad Asti, nel vicino Piemonte, i sindacati di base, le associazioni ed i movimenti occupavano una palazzina, ovviamente sfitta ed abbandonata ai topi, del centro cittadino?
E che, soprattutto, anche l'Unione Europea si è parzialmente svegliata dal suo fastidioso e pruriginoso torpore lo scorso marzo, sbloccando fondi per l'edilizia convenzionata e per le comunità emarginate, "ben" rappresentate a Pavia e limitrofi dalla popolazione di etnia Rom?!

Sarebbe il caso di informare i nostri attenti e lesti amministratori locali, tenuti a rispettare le leggi in vigore (di cui sono rappresentanza locale) ed a conoscere quelle nuove ufficialmente in vigore. Che non siano solo le veline del neofascista xenofobo Maroni contro "negri, zingari ed anarchici sovversivi".

Data la situazione di stallo della politica locale, con le indagini che proseguono nei confronti di personaggi che hanno in mano l'amministrazione della cosa pubblica, sarebbe conveniente che gli organi di "vigilanza democratica", ovvero quella Magistratura sempre così solerte, azzerassero la Giunta commissariando il Comune, come d'altronde già accaduto con la precedente amministrazione di centro e di "sinistra". Magari evitando di promulgare inutili leggi sul decoro in città ma decidendo di darsi da fare una buona volta per garantire a tutte e tutti quei diritti fondamentali elencati dalla Costituzione: casa, reddito e sviluppo sociale su tutto.

O meglio ancora, applicare quel tanto odiato quanto dimenticato dalla borghesia governista articolo 43 della Carta Fondamentale. In soldoni, gestione cooperativa di lavoratrici e lavoratori di "servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale." (citaione testuale). Restando conscio del fatto che il padronato insieme al suo braccio armato, la Magistratura, sono pronti alla guerra ad oltranza a simili soluzioni. Lo si è visto per la INNSE, per la FIAT e per l'industria della terra occupata di Sardegna. Solo un autogoverno operaio può mettere in pratica simili soluzioni (legalissime, vista la fonte! in pieno terzo millennio.

Non abbandoniamo il lavoro di documentazione, inchiesta e informazione sul problema della casa: prima o poi il vaso traboccherà. La crisi per noi operai non è finita...

MATTIA LACONCA - PER LA LOTTA CONTINUA - PAVIA

www.operaicontro.it

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Questa notizia è stata pubblicata anche in:

Ultime notizie del dossier «Senza casa mai più!»

Ultime notizie dell'autore «Operai contro-aslo»

3948