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Accordo telecom italia: una brutta pagina per i diritti dei lavoratori di marco zoboli

(9 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org

ACCORDO TELECOM ITALIA: UNA BRUTTA PAGINA PER I DIRITTI DEI LAVORATORI

di Marco Zoboli

non ci uniremo al coro di giubilo dell'accordo Telecom Italia del 4 agosto 2010: SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UIL-UILCOM più UGL hanno firmato una ennesima brutta pagina per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici celebrando, con Governo e Azienda, il trionfo della peggiore concertazione senza alcun mandato dai lavoratori, non avendo mai fatto neanche un'assemblea né prima e né durante la trattativa, avocando a sé l'esclusività dei temi e delle condizioni da trattare e con l'estromissione da qualunque tavolo di trattativa dei Sindacati di Base, che pure sono fortemente rappresentativi.

I primi commenti ci dicono che dalla riduzione dei licenziamenti (che non vengono ritirati, seppure ridotti a 3700 e su base "volontaria") e dai 2200 contratti di solidarietà (tra quelli mantenuti, quelli prorogati di un biennio più quelli nuovi di SSC, tutti ingiusti e immotivati e per legge inapplicabili a quadri e dirigenti) deriva oggettivamente un contributo economico importante alle distribuzioni degli utili agli azionisti prevista per oggi 5 agosto (cioè solo il giorno dopo!), una coincidenza inaccettabile almeno moralmente. Esprimiamo anche ragionevoli dubbi che, a seguito degli esodi dell'ultimo accordo di mobilità, ci siano ancora così tanti dipendenti con i requisiti anagrafici per la mobilità.

Ci sono poi perplessità sul coinvolgimento di Fondimpresa ai corsi di formazione, essendo un Fondo Paritetico Interprofessionale costituito da Confindustria, CGIL, CISL e UIL, insomma gli stessi attori principali che hanno sottoscritto l'accordo sugli esuberi. Una parte della formazione sarà on the job, già oggi in uso agli Informatici ceduti da Telecom ad SSC da quegli stessi consulenti (con cui fino ad oggi hanno collaborato) che hanno il contratto in scadenza a fine agosto: una vera guerra fratricida, che cannibalizza l'unità dei lavoratori di fronte alla crisi.

Siamo contrari che, oltre al Ministero del Lavoro, nell'accordo si faccia riferimento alla partecipazione delle Regioni, perché lo consideriamo una pessima applicazione del federalismo con tutte le sue iniquità nella risoluzione dei problemi e nella concessione degli ammortizzatori sociali. In ultimo non si comprende come, ancora una volta, si faccia ricorso alla Legge 223/91, dal momento che dovrebbe essere applicata a fronte di grave crisi o di forte ristrutturazione, non sussistendo nessuna delle due. Se si continua ad invocare partecipazione di denaro pubblico, allora che sia direttamente lo Stato a controllare Telecom Italia ed a deciderne il futuro.

Eppure le telecomunicazioni e l'informatica potrebbero trainare addirittura l'uscita dalla crisi economico/finanziaria, solo se lo volesse una Classe Dirigente a dir poco almeno più adeguata. Eventuali dissensi e contrarietà dei lavoratori, che pure percepiamo forti e diffusi, non potranno esprimersi al meglio nel mese di Agosto (guarda caso!), ma ci auguriamo che i Sindacati Confederali convochino quanto prima un referendum su un accordo così importante, transitando per l'indizione di democratiche assemblee sui posti di lavoro da tenersi prima possibile, dimostrando così che dopo avere gestito la trattativa di questo accordo con una colpevole separatezza, siano talmente convinti delle decisioni prese da non temere il parere dei lavoratori che dicono di rappresentare.

Circolo delle Telecomunicazioni e dell'Informatica del PRC di Roma