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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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Melfi. Vittoria operaia

(11 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Mercoledì 11 Agosto 2010 07:49

Illegittimi e antisindacali, così il giudice del Lavoro di Potenza Emilio Minio ha definito i licenziamenti dei tre operai dello stabilimento di Melfi della Fiat, decisi dall'azienda torinese il 13 e 14 luglio scorso. Con questa importante motivazione, e con una sentenza esemplare, i tre operai sono stati reintegrati al loro posto di lavoro. Secondo il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, “la sentenza indica che ci fu da parte della Fiat la volontà di reprimere le lotte a Pomigliano d'Arco e a Melfi” e di “dare una lezione alla Fiom. La sentenza – prosegue De Nicola - dimostra che le lotte democratiche dei lavoratori non hanno nulla in comune con il sabotaggio. Il teorema lotte uguale eversione o sabotaggio è stato di nuovo smontato e ci aspettiamo le scuse di quanti vi hanno fatto riferimento, a cominciare da personalità istituzionali o rappresentanti degli imprenditori. Speriamo che la Fiat torni al tavolo per discutere dei temi che stanno a cuore ai lavoratori, a cominciare dai diritti e dai carichi di lavoro”.
I tre operai furono licenziati perché, durante un corteo interno, secondo l'azienda bloccarono un carrello robotizzato che portava materiale ad operai che invece lavoravano regolarmente. Contro il provvedimento nei confronti dei tre aveva fatto ricorso la Cgil per comportamento antisindacale. Per confutare le accuse dell'azienda la Fiom ha citato nel ricorso oltre 40 testimoni, presenti in fabbrica, di cui cinque sono stati sentiti dal giudice che ha depositato il decreto con il quale dichiara l'antisindacalità del provvedimento disciplinare e ordina all'azienda l'immediato reintegro dei lavoratori.
Nel dispositivo della sentenza si fa un importante riferimento al diritto di sciopero “costituzionalmente tutelato” e alla Fiom “organizzazione tra le più attive nel particolare momento storico”.
Una bella lezione per chi ha pensato - e non solo tra i padroni - che leggi, diritti, regole e tutele potessero essere poste sotto ricatto, obbligando i lavoratori ad abbassare la testa ed accettare qualsiasi condizione. A Melfi una grande vittoria operai, avvenuta in Tribunale perché una grande azienda come la Fiat ha usato il pugno di ferro, pensando di poter essere al di sopra della legge. Così non è. Intanto dalla Fiat nessun commento sulla sentenza.

A. V.

11-8-10

www.dirittidistorti.it

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