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LA CRISI SECONDO MEDIOBANCA di Valerio Micheli *

Crisi, per Mediobanca la ricetta usata dalle imprese è il taglio dell'occupazione

(13 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org

Massiccia espulsione della forza lavoro, calo dei ricavi, conti in rosso e perdita della competitività.

Sono questi secondo Mediobanca i sintomi immediati di cui stanno soffrendo le imprese italiani nella bufera della crisi dell'economia reale. Mediobanca, come ogni anno, effettua una ricerca "a campione" (2025 imprese) sullo stato di salute dell'imprenditoria italiana.

Quasi sempre ci azzecca, anche perché va a esaminare tra le pieghe dei bilanci. Nel 2010, ha scoperto non solo un deficit di posti di lavoro che ammonta a quasi quarantamila unità (36.357), di cui13mila persi nelle aziende controllate da proprietari non italiani, ma anche un forte aumento della pressione fiscale ("punte dell'80%" su una media del 30%) e una perdita di competitività che arriva al 14%. Il calo è in realtà stimato all'8,8%, ma il valore dei beni prodotti da ciascun occupato è caduto dell'11,6% perchè al calo della produttività si è aggiunta una flessione dei prezzi del 3,1%. Le imprese, con la Cig e il minor ricorso agli straordinari, hanno potuto ridurre il costo unitario del lavoro del 3% circa.

I margini nell'insieme risultano comunque in calo di oltre 8 punti che, aggiunti ai 6 del 2008, portano a oltre 14 punti percentuali il conto della crisi in termini di minore competitività, azzerando tutti i guadagni netti di efficienza realizzati nel quinquennio 2003-2007.

L'industria (-19,4%) ha perso di più,mentre ha fatto da paracadute il terziario, che ha contenuto il calo al 2,4 per cento. Importante la flessione delle imprese energetiche (-24,7%) dovuta principalmente al calo del prezzo del petrolio, mentre le costruzioni sono riuscite a mantenere il fatturato sui livelli dell'anno precedente (+0,3%).
Emerge in questo quadro il virtuosismo delle medie imprese (fatturato inferiore ai 330 milioni e meno di 500 dipendenti) che hanno contenuto il calo dei ricavi al 16,3 per cento.

Tutti in calo anche i margini. Le società in utile erano 1.467 nel 2008 e solo 1.319 nel 2009. Le società in perdita erano 580 e sono diventate 706 nel 2009. Complessivamente ci sono stati 6.143 milioni di utili in meno e 3.665 milioni di perdite in più. Il risultato netto dell'aggregato è pari a 16.915 milioni (-9.809 milioni rispetto al 2008) e trae origine da 28,8 miliardi di utili cui si sono contrapposte 11,9 miliardi di perdite.
Il valore aggiunto delle 2025 società industriali esaminate dall'Ufficio Studi di Mediobanca è sceso nel 2009 dell'8,1%, il margine operativo lordo del 13,2%, quello netto del 22,5% e il risultato corrente ante imposte del 17,3 per cento. Anche qui la performance delle medie imprese, seppur negativa, è stata nettamente migliore (-9,1% valore aggiunto; -16,5% mol) rispetto ai grandi gruppi italiani (-19,9% e -55,4%).

FONTE: Liberazione, 10/08/2010

www.contropiano.org

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