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(Lotte operaie nella crisi)

Lavoro e sicurezza sui nostri territori. Il caso della crm logint

Che cosa chiedono gli operai dei paesi devastati dalla crisi economica? La Rete dei Comunisti (Pisa)

(13 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org

Che cosa chiedono gli operai dei paesi devastati dalla crisi economica?

La sicurezza del proprio posto di lavoro. Molte altre cose potrebbero e dovrebbero chiedere, ma oggi è questa la principale: un lavoro sicuro. La realtà contraddice in maniera stridente l'esercizio di questo diritto, essenziale per il sostentamento e per dare un significato alla propria esistenza.

Di fronte a questa situazione stiamo assistendo a reazioni molto diverse in Europa, continente tra i più colpiti dalla crisi: dalle dure lotte collettive di milioni di lavoratori greci alle centinaia di suicidi di singoli lavoratori francesi, inglesi, italiani, spagnoli. Talvolta la reazione è quella dell'omicidio - suicidio, come avviene sempre più spesso negli Stati Uniti, dove lavoratori disperati per il proprio licenziamento fanno strage di dirigenti e colleghi.

Qual è la causa di questa drammatica realtà? L'incapacità delle imprese di creare nuovi profitti dai beni prodotti. Senza profitti che remunerino l'investimento, l'ingaggio di lavoratori perde di senso.

L'alternativa a questa nuova disoccupazione di massa rischia di divenire un lavoro in condizioni di semi schiavitù, come chiede oggi la FIAT di Marchionne. Per quanto tempo, poi?
I lavoratori cinesi sono più competitivi di quelli polacchi, molti altri paesi poveri propongono salari ancora più bassi....

Da questa spirale senza fine emerge la disperazione operaia, causata da un modello economico - quello capitalistico - non più in grado di rispondere ai grandi problemi dell'umanità: il lavoro, la pace, i bisogni alimentari, la sicurezza ambientale, i diritti sociali e democratici.

In questi giorni i dirigenti aziendali della CRM Logint, ditta che lavora nell'indotto della Saint-Gobain di Porta a Mare, hanno chiamato la polizia politica (DIGOS) a garantire la loro sicurezza di fronte ad alcuni segnali di disperazione operaia: i 50 dipendenti della CRM rischiano il posto per volontà della ditta madre.

Quali sono le responsabilità degli operai di fronte alla grande crisi sistemica del capitalismo ed alla "piccola" crisi che attraversa la CRM di Porta a Mare? Nessuna.

Perché allora la DIGOS non è inviata a controllare gli sporchi affari che si nascondono dietro alle decisioni di gettare per strada tanti lavoratori? Una brevissima indagine stabilirebbe le cause dell'attuale disperazione operaia.

Nessuna inchiesta è però permessa contro i fautori di queste politiche di deindustrializzazione. Il sistema repressivo, giuridico, normativo e legislativo vigente difende solo una ragione: quella dello sfruttamento.

Solo il conflitto collettivo, unitario e determinato dei lavoratori può modificare questo rapporto di forza, oggi a tutto favore dei padroni.
Solo un modello sociale radicalmente alternativo al capitalismo potrà risolvere alla radice i problemi di milioni di lavoratori, tra loro quelli della CRM.

Nel difendere senza indugi i lavoratori della CRM nella loro lotta per la difesa del posto di lavoro, rispediamo al mittente ogni tentativo di criminalizzazione.

www.contropiano.org

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