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    Siamo entrati nella “fase Sud Africa” della Palestina

    (14 Agosto 2010)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

    La campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele ha visto una crescita senza precedenti dopo l'assalto su Gaza del 2008-2009 e l'attacco alla Flotilla che ha causato l'assassinio di nove attivisti umanitari. In tutto il mondo le persone assennate si mobilitano

    Nonostante l'assedio di Israele su Gaza e l'excalation di insediamenti nel Negev e a Gerusalemme Est, i Palestinesi hanno qualche motivo per esultare. A Washington una catena di prodotti alimentari [la Food Co-op di Olympia, n.d.t.] ha deciso di chiamare al boicottaggio dei prodotti israeliani, confermando che il movimento per il boicottaggio, che ha compiuto cinque anni il mese scorso, ha finalmente oltreppassato l'Atlantico.

    Questo movimento è supportato da figure di primo piano che includono i Nobel per la Pace Desmond Tutu e Maired Maguire e Richard Falk, il rappresentante speciale ONU nei territori palestinesi.

    Il movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) contro Israele é stato lanciato nel 2005, un anno dopo che la Corte Internazionale di Giustizia ha giudicato illegale il Muro di Israele e le colonie costruite nei territori della Palestina occupata.

    Oltre 170 partiti politici, associazioni, strutture di masse ed ONG sono entrati a far parte di questo movimento capeggiato dal BNC, una coalizione di organizzazioni della società civile. Radicato in un secolo di resistenza civile Palestinese ed ispirato dalla lotta anti-apartheid, la campagna suddetta ha inteso presentare attraverso il boicottaggio un approccio integrale alla realizzazione dell'autodeterminazione palestinese: congiungere i Palestinesi che vivono nella Palestina storica con quelli in esilio a discapito di una frammentazione sempre più accelerata.

    BDS evita la prescrizione di una qualche formula politica particolare ed insiste, invece, nella messa in pratica dei diritti di base non sanzionati [qui c'è un gioco di parole, “UN-sanctioned”, non traducibile, attraverso cui si vuol far intendere che chi non ha sanzionato Israele é l'ONU, n.d.t.] che corrispondono ai tre punti principali che stanno a cuore al popolo Palestinese: fine dell'occupazione israeliana e fine dell'occupazione di tutte le terre arabe iniziata nel 1967; fine della discriminazione razziale contro i cittadini Palestinesi; riconoscimento del diritto al ritorno nelle loro case dei rifugiati palestinesi, come sancito dalla Risoluzione ONU 194.

    Concepito e guidato da Palestinesi, BDS si oppone a tutte le forme di razzismo, incluso l'antisemitismo, ed è ancorato ai principi universali di Libertà, Giustizia ed Uguaglianza dei diritti che motivarono le lotte per i diritti civili negli USA contro l'apartheid.

    Caratterizzando come apartheid il sistema legalizzato di discriminazione adottato da Israele - secondo quanto detto da Tutu, Jimmy Carter ed anche dal Procuratore generale israeliano emerito [Michael Ben-Yair, n.d.t.] - non significa che Israele e Sud Africa siano la stessa cosa: i due regimi oppressivi non sono identici. Piuttosto si intende dire che la concessione di diritti e privilegi accordati da Israele su basi etniche e religiose si adatta alla definizione di apartheid adottata dall'ONU.

    BDS ha conosciuto una crescita senza precedenti dopo la Guerra di aggressione a Gaza e l'attacco alla Flotilla. Le persone assennate si mobilitano ed agiscono facendo pressione, senza scendere a compromessi o a “impegni costruttivi”, per mettere fine all'impunità di Israele ed alla collusione dei paesi occidentali nel mantenimento dello status di Stato al di sopra della legge.

    Il grido “Assedia chi ti assedia” del poeta Palestinese Mahmud Darwish si veste così di nuovo senso. Poiché convincere una potenza coloniale aad ascoltare i richiami morali alla giustizia è, alla meglio, qualcosa di delirante, ora molti hanno compreso la necessità di “assediare” Israele attraverso il boicottaggio, facendogli pagare il prezzo dell'oppressione.

    Gli attivisti BDS hanno incitato più volte le istituzioni finanziarie di Scandinavia, Germania e di ogni altro luogo a scrollarsi di dosso quelle companies complici delle violazioni di Israele della legge internazionale. Molti sindacati internazionali hanno avviato il boicottaggio. A seguito dell'attacco alla flotilla, i sindacati dei portuali di Svezia, India, Turchia e USA hanno aderito ad un appello dei sindacati Palestinesi a non scaricare più dalle navi israeliane.

    L'appoggio alla BDS di figure culturali come John Berger, Naomi Klein, Iain Banks e Alice Walker e l'ondata di cancellazioni d'eventi in Israele da parte di artisti come Meg Ryana, Elvis Costello, Gil Scott-Heron e “The Pixies” hanno accresciuto il profilo internazionale del movimento, avvicinando ad esso l'opinione pubblica occidentale. Lo scetticismo sul suo potenziale è così servito! “Boicottare dall'Interno”, un significativo movimento di protesta in piedi oggi in Israele, si è costituito nel 2009 adottando l'appello del BDS Palestinese.

    Una legge israeliana, recentemente passata ad una prima lettura della Knesset, vuole imporre pesanti sanzioni a chi, israeliano, inizia o incita al boicottaggio contro Israele. Questo significa che Israele ha paura della portata e dell'impatto globali della BDS come campagna non-violenta e moralmente coerente per la Giustizia. Da qualunque parte la si guardi, tutto questo conferma che siamo entrati nella “fase Sud Africa” dei Palestinesi.
    Omar Barghouti, "The Guardian" [trad. per Comunisti Uniti di Francesco Fumarola]

    fonte: http://stopwar.org.uk/content/view/2029/27/

    www.comunistiuniti.it

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