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Pochi euro di pensione

(18 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

CORRIERE Quasi la metà dei pensionati vive con meno di mille euro al mese. Lo rileva il ministero dell’Economia nella relazione generale sulla situazione economica del paese secondo la quale la spesa per pensioni e rendite a carico delle amministrazioni Pubbliche è stata, nel 2009, di 234 miliardi di euro. Vale a dire che è aumentata del 4,3% rispetto al 2008. L'anno prima (2007-200 l'incremento era stato del 3,9%.

LE DONNE GUADAGNANO MENO - Andando ad analizzare gli importi ricevuti dai pensionati si scopre, però, che quasi la metà degli assegni pensionistici non ha superato (per gli anni 2007- 200 500 euro al mese. «Il gruppo più numeroso di pensionati (4,7 milioni di persone pari al 27,7% del totale) percepisce una o più prestazioni per un importo mensile compreso tra 500 e 1.000 euro - precisa il Tesoro - A seguire 3,9 milioni di pensionati (23,5% ) percepiscono prestazioni per un importo mensile compreso tra 1.000 e 1.500 euro. Con riferimento alle fasce di importo estreme, il 21,4% dei pensionati ottiene meno di 500 euro mensili, mentre il 13,7% riceve pensioni di importo mensile superiore ai 1.500 euro». Pur con la possibilità di cumulo di più trattamenti, infatti, il 49,1% dei beneficiari incassa complessivamente meno di mille euro mensili. Gli uomini guadagnano più delle donne. I primi «presentano quote più elevate nelle classi di importo mensile più alto; le donne in quelle di importo più basso» Nonostante gli aumenti, un assegno pensionistico su due non raggiunge l'importo di 1.000 euro. Al contrario, sono pochissime le pensioni con importo superiore ai 2.000 euro: costituiscono il 13,7%. Le donne ricevono complessivamente meno degli uomini e il 27,1% delle pensionate incassa ogni mese meno di 500 euro. Nella suddivisione dei tipi di pensione, il gruppo più numeroso (11,4 milioni) è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia. I meno numerosi quelli che invece percepiscono un assegno sociale (334.000) e i pensionati di guerra (293.000).
In particolare nella Relazione del Tesoro si spiega che la crescita della spesa nel 2009 è legata soprattutto all'adeguamento degli assegni ai prezzi e a raddoppio delle indennità più basse (vale a dire quelle comprese tra 3 e 5 volte il trattamento minimo). L'aumento della spesa si è registrato dunque nonostante «l'inasprimento dei requisiti di acceso al pensionamento» che ha cominciato ad avere applicazione proprio dal 2009.

LA MANOVRA - «Le pensioni sono al sicuro grazie all'ultima riforma che prevede la finestra a scorrimento e aggancia automaticamente l'età pensionabile alle aspettative di vita», dichiara il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua. La spesa per trattamenti assistenziali - aggiunge il ministero dell'Economia - è cresciuta nel 2009 in linea con la dinamica registrata nel 2008 (+4,3% rispetto al +4,4%), «a seguito di una diminuzione degli esborsi per le pensioni di guerra e di aumenti per le prestazioni agli invalidi civili, ai non udenti e non vedenti». Per il presidente dell'Inps Mastrapasqua «con la manovra di quest'anno, credo che sia stata messa la parola fine al cantiere delle pensioni, perché sono state adottate due misure che mettono al riparo e stabilizzano il nostro sistema pensionistico». Insomma dopo diciotto anni di interventi sulle pensioni (la prima riforma risale al 1992 con il governo Amato che tra l'altro abolì le baby-pensioni) in Italia il problema della sostenibilità della spesa dovrebbe essere risolto.

Redazione Online 17 agosto 2010

www.operaicontro.it

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