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(5 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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20/08 - morales e chávez criticano duramente la presenza militare statunitense in colombia

(20 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net


Il 15 agosto, in occasione della chiusura del IV Forum Sociale delle Americhe, il presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato che “dove esistono basi militari non si garantisce la dignità, l'integrazione e lo sviluppo”, con

riferimento alle basi militari statunitensi in Colombia. “L'imperialismo cerca di dominarci e sottometterci. Col pretesto della lotta contro il terrorismo ed il narcotraffico, intende impossessarsi delle nostre risorse naturali”, ha proseguito.
Il Forum, al quale hanno assistito circa 10.000 partecipanti dall'America Latina e dall'Europa, si è concluso con un'esortazione a movimenti, organizzazioni e reti sociali del continente a raddoppiare gli sforzi nella lotta per la sovranità dei popoli della regione.
Dal canto suo, il presidente venezuelano, Hugo Chávez, in un'intervista telefonica rilasciata alla televisione di stato venezuelana lunedì 17 agosto, ha avvertito che gli Stati Uniti hanno la capacità di provocare un incidente alla frontiera fra Venezuela e Colombia, con l'obiettivo di destabilizzare la regione, reiterando la sua preoccupazione per le basi militari statunitensi in Colombia, e indicando che esse rappresentano una minaccia costante: “Rappresentano un pericolo permanente, a tutte le ore”, ha chiarito il mandatario venezuelano. “Queste sette basi militari in Colombia sono una vera minaccia”, ha ribadito, aggiungendo che “deve essere molto cinico un politico che non lo riconosca, o molto ignorante oppure molto ingenuo”.
Chávez ha inoltre evidenziato che in una recente riunione di Unasur (Unione delle Nazioni Sudamericane) è stato ratificato il concetto per il quale ogni paese è libero di fare accordi con altre nazioni, purché questi non compromettano la sicurezza delle nazioni vicine.
L'accordo fra Colombia e USA, la cui legittimità è stata negata dalla Corte Costituzionale colombiana negli ultimi giorni, rappresenta un reale pericolo per i paesi vicini (Venezuela in primis), poiché costituisce uno strumento fondamentale per un intervento militare degli Stati Uniti nella regione.
Tale accordo si configura come una completa svendita della sovranità nazionale, posto che, ad esempio, i velivoli nordamericani hanno accesso libero al territorio colombiano ed è previsto l'uso di infrastrutture della rete di telecomunicazioni “senza richiesta, né concessione di licenza né costo alcuno”; il posizionamento di stazioni di ricevimento di onde radio e televisive da satellite, nonché l'ingresso di personale degli Stati Uniti in Colombia senza passaporto.
Tali privilegi sono accordati a militari e civili statunitensi, ai loro coniugi e figli, a contractors e personale vario. Come ciliegina sulla torta, in un paese martoriato dal narcotraffico internazionale, supportato da mafie, paramilitari e militari colombiani (e dal narcogoverno di Uribe prima e di Santos poi), e noti gli innumerevoli casi di militari yankee loro complici, l'accordo prevede l'immunità giudiziaria per i nordamericani coinvolti in attività illecite e/o crimini di guerra.

www.nuovacolombia.net

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