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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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Sanità Venezia. L’urgenza di divorare denaro pubblico

(25 Agosto 2010)

Con una recente sentenza - del 14 giugno 2010 - i giudici della Corte dei Conti della Regione Lazio hanno condannato alcuni dirigenti della Asl RM/E ed i tre membri della Commissione Collaudo al pagamento di 229.260 euro, nonché al pagamento delle spese di giudizio, per DANNO ERARIALE derivato da responsabilità gravemente colposa sulla cattiva esecuzione dei lavori per la realizzazione del D.E.A. (Pronto Soccorso Medico Chirurgico) di primo livello e delle quattro Sale Operatorie dell’Ospedale S. Spirito di Roma, a seguito di un esposto inoltrato alla Procura Regionale nel 2006 da parte di un Sindacato di Base.
La Asl RM/E aveva affidato i lavori, nel1998, alla società SAC Appalti e Costruzioni ed il Direttore Generale, quattro anni dopo, ne aveva recepito - senza riserve - il Certificato di Collaudo rilasciato dalla apposita Commissione.
A parere dei giudici, i Dirigenti della Asl non hanno tenuto conto degli indubitabili vizi del progetto che si andava eseguendo, ed i membri della Commissione di Collaudo non hanno poi considerato l’inadeguata realizzazione dei lavori.
La Direzione della Asl si è difesa sottolineando la complessità delle opere “primo caso di ristrutturazione completa di un Ospedale in tempi ristrettissimi”:

· per l’URGENZA le distribuzioni interne delle sale operatorie sono state realizzate senza rispettare le normative di riferimento;
· per l’URGENZA furono eseguiti i lavori della pavimentazione determinando successive ed onerose necessità di intervento per il verificarsi di avvallamenti e cedimenti sotto il transito di letti, barelle e carrelli;
· per l’URGENZA sono stati applicati materiali che hanno comportato la necessità di sostituzioni entro i primi quattro anni di esercizio;
· per l’URGENZA furono adottate scelte progettuali che hanno comportato rilevanti carenze di percorsi separati sporco - pulito e di adeguate zone filtro di accesso per pazienti e personale;
· per l’URGENZA furono raffazzonati i lavori che hanno causato e continuano a causare abbondanti e dannose infiltrazioni nei locali del Pronto Soccorso e nel corridoio adiacente al reparto di neurochirurgia al piano seminterrato;
· per l’URGENZA furono realizzate le camere operatorie di ortopedia e di neurochirurgia con gli annessi locali destinati alla sterilizzazione dei ferri chirurgici prive di cappa aspirante e di un adeguato impianto di climatizzazione.

Sono stati di conseguenza avviati, e mai completati, lavori di ristrutturazione infiniti, interventi di bonifica tra cantieri aperti e macerie - che hanno messo a rischio igienico ed ambientale tanto l'utenza che gli operatori -, ed il Blocco Operatorio dell'Ospedale S. Spirito, a causa della carenza di personale, non è stato comunque MAI STATO UTILIZZATO A PIENO REGIME.
La storia dell’Ospedale S. Spirito rappresenta un esempio emblematico dell’attuale gestione della sanità pubblica: gli interessi e la speculazione delle imprese private imperversano liberamente attraverso il sistema degli appalti e l’incontrollabile numero di contratti in subappalto.
Il processo di aziendalizzazione delle Asl sta consentendo ai Direttori Generali di esercitare una sempre maggior autonomia, permettendorgli di effettuare scelte sottratte a qualsiasi tipo di verifica e controllo, sia sulla economicità, che sulla qualità dei servizi erogati.

Perché è importante la sentenza della Corte dei Conti della Regione Lazio

La sentenza inchioda alle responsabilità dirigenza della Asl ed i collaudatori per l’inadeguatezza in ordine agli appalti, dove l’urgenza di proteggere interessi trasversali ha di certo prevalso sui bisogni del cittadino.
Ricordiamo che il danno erariale è un danno sofferto da un Ente Pubblico a causa del comportamento - azione od omissione - di un suo amministratore.
Le Asl hanno un ruolo importante, demandato dalla legge, nella fase di attuazione degli appalti, con precisi compiti di verifica rispetto a progetti e capitolati, e sono obbligate ad adottare prescrizioni finalizzate al buon andamento dei lavori.
A proposito di buona immagine della azienda ..

Gli appalti dispendiosi e male eseguiti determinano un danno che “offusca e lede l’immagine di un settore di rilevante interesse sociale - riguardando la gestione del servizio salute costituente un diritto primario della persona ed un interesse della comunità (art. 32 Costituzione) - con dispersione di risorse rese disponibili dal sistema fiscale e tariffario gravante sui cittadini”.
Questo Sindacato chiede, oramai da tempo:
chi risponderà delle carenze di progettazione e di realizzazione del nuovo Ospedale di Mestre ?

24 agosto 2010

COBAS Sanità Venezia

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