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Un altro fondo è possibile

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(17 Settembre 2010) Enzo Apicella
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    indecenza politica: Veltroni batte B.

    (25 Agosto 2010)

    Il “caro leader” del PD, Valter Veltroni, riemerso dal nulla, uomo con una idea fissa, rimanere nel giro della politica anche se perditore professionale, profeta del “ma anche”, nel 2007 protagonista della mano tesa a B. per un teorico “tavolo delle riforme” che dette ossigeno e forze al Caimano e scavò la fossa al governo Prodi.
    Questo “acuto stratega” che, per fortuna degli africani, ha messo da parte i suoi insani propositi di fare qualcosa per l’Africa, oggi ci spiega (sul Corriere della Sera) che se si vogliono vincere le prossime elezioni bisogna evitare una ammucchiata contro il berlusconismo.

    Possiamo capire il “caso umano”, qui il Valter cerca di far restare in sella il Cavaliere perché la vittoria di un FRONTE ANTIBERLUSCONISTA sconfiggerebbe la sua teoria e la sua prassi politica, ma, se il PD fosse un partito serio, un soggetto del genere lo farebbe portare via in camicia di forza da robusti infermieri.
    C’è un piccolo particolare però che questo partito, il PD, è spaccato in tre: vi è il blocco dalemiano, il gruppo di Veltroni, e gli ex-democristiani con la valigia in mano pronti al salto nel possibile “grande centro”.
    Da anni questo partito, che abusivamente si definisce di sinistra, è bloccato da questa lotta intestina, che sembra infinita, è un partito che galleggia, visibile sul territorio solo per le ospitate televisive, senza una identità né un programma riconoscibili, mentre in Parlamento la sua opposizione appare ibernata, incapace di proporre e gestire alleanze né con Di Pietro, né con la galassia della sinistra sparita.

    In questa situazione l’unico collante che può sviluppare alleanze, anche disomogenee, e recuperare la grande astensione, è proprio il fronte anti-Cavaliere, che faccia finire 15 anni di sultanato e cancelli l’anomalia di un monopolista dei media al massimo potere politico. Un soggetto che disse in confidenza a Indro Montanelli: “se non entro in politica finisco in galera e fallisco per debiti”.
    Il berlusconismo è una iattura da cancellare, un vulnus alla democrazia. Ci ha tolto la possibilità di votare le persone di nostra fiducia, ha portato in Parlamento il malaffare e le famigerate leggi ad personam che attentano alla nostra Costituzione.

    Per farlo cadere io farei patti sottobanco, anche con Bossi, con Fini, con Casini, perché è necessario che si chiuda questa fase orribile e si ponga mano ad una nuova legge elettorale che, nel primo articolo, stabilisca: nessun cittadino che possiede direttamente o indirettamente il controllo di mezzi di informazione (giornali, radio, tv, case editrici), anche a carattere locale, può essere ammesso alla competizione elettorale.

    Senza se e senza ma

    Paolo de gregorio

    Fonte

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