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Attacco al diritto alla vita

(27 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa


Tremonti ha sferrato un attacco frontale alla legge 626 che protegge, parzialmente, la sicurezza dei lavoratori. L'ha definita sprezzantemente "una roba", un lusso che l'Italia non può permettersi. Parla dell'Italia che destina una montagna di soldi all'Oligarchia politica la più privilegiata esistente al mondo e che ha ridotto la fetta di reddito del lavoro dipendente di quindici punti negli ultimi dieci anni. Lo stipendio di Tremonti ministro è maggiore di quello percepito dal presidente degli USA. Non credo che abbia le carte in regola per chiedere al Paese di risparmiare sulla tutela della vita dei lavoratori con una improntitudine e la superbia di chi ha la certezza di non essere contraddetto da sindacati felloni e da una "sinistra"che non è più tale e pietisce la benevolenza dei ricconi italiani.

L'attacco di Tremonti è generale ed è rivolto a tutta la legge ma credo che punti subito a sollevare le aziende dall'obbligo del pagamento dei salari nei tre giorni cosidetti di carenza in caso di infortunio e probabilmente si propone l'obiettivo di una privatizzazione dell'Inail. Oggi il lavoratore viene curato ed indennizzato ed è possibile che Tremonti pensi ad un regime in cui se un operaio si rompe un braccio o una gamba dovrebbe sbrigarsela da solo. D'altronde la stessa 626 in caso di morte del lavoratore non prevede alcun indennizzo per le famiglie che, per ottenerlo, debbono instaurare una difficile e costosa e magari ventennale causa civile. Può darsi che Tremonti pensa di estendere questa grave inadempienza agli infortuni non mortali. Si tratta di una massa enorme di assistiti.

Da quando il Presidente della Repubblica è intervenuto dando una risposta che non senza escludere le ragioni della Fiat ha indicato nel rispetto della sentenza del Giudice e nel reintegro dei lavoratori la strada maestra da seguire c'è stato un gioco pirotecnico di dichiarazioni di segno opposto. La Marcegaglia è intervenuta per reclamare i diritti della Azienda che per lei sono naturalmente prioritari su quelli dei lavoratori che addirittura andrebbero cancellati. La signora Gelmini, Ministro come Tremonti, ha spezzato la sua lancia a favore della Fiat collocandosi tra i falchi dell'ala destra berlusconiana e preparandosi alla successione secondo il piano da lei stipulato a Siracusa con le altre due sue colleghe di governo.

Tremonti che in questi giorni gode della cottura a fuoco lento di Berlusconi e freme per prenderne il posto al più presto non poteva restare indietro. Ha alzato il tiro rispetto la sua collega concorrente e propone addirittura la smobilitazione di una legge che in qualche modo ha ridotto il mostruoso andamento degli infortuni mortali e gravi che avvengono quotidianamente nel lavoro italiano. Siccome è uomo di legge ed è stato per anni commercialista ed estensore materiale della dichiarazione dei redditi delle elites della borghesia padana, non ignora che la 626 recepisce in grande parte normative ineludibili della Unione Europea e per questo naturalmente ha chiesto la sua messa in discussione non soltanto in Italia ma anche in Europa. Il colbertista all'occasione diventa superfalco!

Ricordo che il varo dei decreti delegati della 626 fu assai faticoso. Il governo Prodi ci mise molto tempo e tanti contorcimenti prima di vararli. La Confindustria non li firmò ma ottenne l'abbassamento della pena per i responsabili di infortuni mortali da due anni ad un anno e sei mesi. Ricordo perfettamente che la Cisl ebbe molte esitazioni prima di accettare il testo proponendo diversi emendamenti di alleggerimento delle penali. Inoltre, la legge che Tremonti vorrebbe abrogare, prevede penalità inferiori ai costi che le aziende dovrebbero sopportare per mettersi in regola. Potete immaginare quello che succede nella maggioranza dei casi.

A distanza di quasi un giorno dalla strabiliante e grave sortita di Tremonti, non ci sono reazioni ufficiali della Cisl e della UIL. La CGIl si è fatta viva, dopo molte ore, con la dichiarazione di una dirigente di secondo piano addetta al settore sicurezza. Ha detto cose giuste e condivisibili ma che tuttavia non costituiscono una reazione adeguata ad un Ministro che è certamente il più importante del governo Berlusconi.

E' come vedere scorrere la storia all'indietro. Altro che le picconate di Cossiga! Ogni giorno c'è qualcosa di fondamentale del nostro ordine civile e democratico che viene aggredito. Dal diritto dei lavoratori di non stare digiuni per otto ore secondo il modulo wmc della fabbrica Italia alla sicurezza stessa della vita dei lavoratori. Chi se ne frega! Importante che le sorti magnifiche e progressive della ricca e feroce borghesia italiana vengano salvaguardate!

Pietro Ancona

26 agosto 2010

www.webalice.it/mario.gangarossa

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