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28/08 - giuristi colombiani denunciano uribe per alto tradimento, abuso di potere e prevaricazione

(29 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net


L’ex presidente colombiano Alvaro Uribe, unitamente a tre ex ministri del suo governo, è stato denunciato dal collettivo di avvocati “José Alvéar Restrepo” per alto tradimento, abuso di potere e prevaricazione, per ave

firmato l’accordo con Washington che consente l’installazione di sette basi militari USA in territorio colombiano.
Insieme all’ex narcopresidente, sono stati denunciati alla Procura Generale l’ex ministro della Difesa, Gabriel Silva Luján, quello degli Esteri, Jaime Bermúdez e quello degli Interni e della Giustizia, Fabio Valencia Cossio.
A sostegno della denuncia, questa prestigiosa e storica ong di giuristi afferma che Uribe ha ignorato le prescrizioni costituzionali e legali, compromettendo la sovranità nazionale e la sicurezza dello Stato; il collettivo di avvocati ha inoltre pubblicamente richiesto a Juan Manuel Santos di riconsiderare l’accordo per via del “suo impatto negativo sulle relazioni diplomatiche della Colombia nella regione, ma soprattutto per gli effetti negativi che comporta per la sovranità nazionale e il suo impatto in tema di diritti umani e diritto internazionale umanitario, considerando anche la necessità di trovare una soluzione politica negoziata al conflitto armato in Colombia”.
Lo scorso martedì 17 agosto il presidente della Corte Costituzionale colombiana, Mauricio González, aveva reso nota la sentenza che impone che l’accordo per l’installazione di sette basi militari statunitensi sia rimandato al presidente per essere modificato e successivamente inviato al Congresso.
Nei prossimi giorni inoltre, secondo quanto afferma Iván Cepeda, coordinatore del Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato in Colombia, Uribe potrebbe essere accusato di fronte alla Corte Penale Internazionale per istigazione alla violenza nella Comunità di San José de Apartadó.
Nel febbraio del 2004 esercito e paramilitari avevano perpetrato un massacro ai danni di questa comunità, conclusosi con l'assassinio di 8 persone fra cui una bambina di 5 anni, un bimbo di 11 anni ed uno di appena 21 mesi, fatti a pezzi e seppelliti in una fossa comune. All’epoca dei fatti, per coprire gli esecutori di questo agghiacciante crimine, i veri mandanti, fra cui il narcoparamilitare ex presidente Uribe, attraverso i media di regime avevano accusato l’insorgenza colombiana, arrivando a pagare falsi testimoni per sostenere questa bufala.
Ora i nodi cominciano a venire al pettine, e si avvicina il giorno in cui Uribe pagherà per i suoi crimini contro il popolo colombiano.

www.nuovacolombia.net

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