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Detenuto in attesa di giudizio

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(8 Novembre 2009) Enzo Apicella
Secondo i dati di Ristretti Orizzonti sono 82 le persone morte nelle carceri italiane nel 2009. Nella maggior parte dei casi, suicidi; qualcuno morto per cause naturali.

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Caso Franceschi, troppe domande senza risposta

(1 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Alberto Tundo - Peacereporter

In un caso in cui tutto è inspiegabilmente complesso e quasi indecifrabile, forse conviene partire dalle poche cose certe. Daniele Franceschi era un viareggino di 31 anni. Lo scorso febbraio era stato arrestato dalle autorità francesi per falsificazione e uso improprio di carta di credito: aveva tentato di giocare al casinò di Nizza con una carta risultata falsa. Lì è cominciato il suo calvario, conclusosi una settimana fa con la morte nel carcere di Grasse. Questi i due estremi della storia; in mezzo ci sono le lettere inviate dal ragazzo alla madre, in cui raccontava di vessazioni, minacce, di un clima di terrore, dell'odio per gli italiani, e alcune telefonate fatte con un cellulare procuratogli all'interno del carcere, l'ultima una decina di giorni prima di morire. Restano molte domande, diversi punti non chiariti e soprattutto la sensazione che dalla Francia non stia arrivando tutta la collaborazione che in casi come questo sarebbe non solo auspicabile ma doverosa.

Segni inquietanti. Ieri si è svolta l'autopsia, stranamente blindata, alla quale non è stato ammesso nemmeno il medico legale italiano per la cui presenza si era speso addirittura il consolato italiano di Nizza, ottenendo rassicurazioni. Quando ieri, intorno alle 18, Peacereporter ha contattato Aldo Lasagna, uno dei due avvocati che sta assistendo la famiglia Franceschi, l'esame autoptico era ancora in corso. "L'autopsia è ancora in corso di svolgimento perché da quel che mi risulta sarebbe particolarmente complessa", ha detto il legale. "Comunque la madre stamattina (ieri per chi legge, ndr) ha potuto vedere la parte frontale del corpo del ragazzo, ha potuto avere una visione superficiale e approssimativa della testa e da quello che so è rimasta piuttosto scossa e inorridita perché ci sono delle tumefazioni intorno al naso e alla bocca, il che avvalora la tesi che ci siano state delle percosse se non addirittura della brutalità, che il ragazzo abbia subito delle violenze fisiche. In che forma, in che modo, in che misura al momento non è dato saperlo".
Eppure, stando alla versione delle autorità francesi, Daniele sarebbe morto nel pomeriggio del 25 agosto per un infarto fulminante. Il ragazzo avrebbe lamentato dei dolori e - secondo quanto riferito dalla direzione del carcere - sarebbe stato stato sottoposto ad un elettrocardiogramma.

Qualcosa non quadra. Il condizionale è d'obbligo perché non solo non sono ancora chiare le cause del decesso di Daniele ma nemmeno la data. Secondo quanto ricostruito da Prison.eu.org, un network francese che monitora la condizione delle carceri francesi e ha informazioni di prima mano, il ragazzo sarebbe morto il 24 agosto. Lo conferma l'avvocato Lasagna: "La data del 24 sembra più probabile anche in virtù delle discrepanze che emergono tra le testimonianze del personale di guardia e quanto raccontato dal direttore del carcere. Altri elementi non quadrano, ad esempio sulle modalità del rinvenimento: alcuni sostengono che sia stato trovato esanime sul pavimento di mattina, altri dicono che sia stato trovato sul letto nel tardo pomeriggio. L'unica certezza è che questa vicenda è contornata da una serie di dubbi sospetti e reticenze sin dall'inizio, purtroppo", sostiene il legale.
La data del 24 emerge nella prima comunicazione ufficiosa ai Franceschi da parte della polizia francese, fatta il 27 agosto, cioè tre giorni dopo il decesso. Una comunicazione "fredda e arida", secondo l'avvocato.

Iniziative legali. Resta da capire come sia stato possibile che in un Paese comunitario si possa entrare in carcere per un reato minore e non uscirne più. "Tra le varie omissioni, le varie lacune, le varie carenze di cui si lamentano i familiari c'è anche questo: il povero Daniele è stato abbandonato a se stesso", ha detto Lasagna. Il quale non può far affidamento su documenti ufficiali, coperti da segreto istruttorio e inaccessibili anche al suo collega francese che assiste i Franceschi. Non c'è traccia nemmeno dell'elettrocardiogramma fatto poche ore prima della morte. Dalla Francia, per ora, poche e confuse spiegazioni ed una serie di gesti se non ostili quantomeno discutibili, come l'esclusione del medico legale italiano dall'autopsia.
Per questo, secondo l'avvocato, la famiglia chiederà alle autorità consolari e a quelle italiane più in generale di "esprimere una energica protesta al governo francese perché mai più un cittadino italiano debba subire comportamenti così sconsiderati Oltralpe, a pochi chilometri dal nostro confine". A breve, comunque, seguiranno iniziative legali, probabilmente nella forma di un esposto alla Corte di Giustizia Europea.
Ieri la madre è tornata in Italia ma ripartirà a breve per riprendersi la salma, che una volta in Italia sarà sottoposta ad una nuova autopsia, dalla quale dovrebbe arrivare una risposta definitiva all'unica domanda che conta: perché è morto Daniele Franceschi?.

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