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Disoccupati e costo del lavoro in Italia

(22 Settembre 2003)

Secondo il rapporto Ocse sulle prospettive per l'impiego, il tasso di disoccupazione italiano, che nel 2002 si è attestata al 9,1%, salirà quest'anno al 9,2% e scenderà all'8,9% nel 2004. Se il trend della disoccupazione nei paesi Ocse è in crescita - nel decennio 1990-2000 era al 6,4% in media annua, quest'anno sarà al 7% e nel 2004 al 6,8% - in Italia è invece in calo, visto che nello scorso decennio era in media al 10,7%.

Nel nostro paese i disoccupati resteranno 2,2 milioni nel 2003 (come nel 2002) e scenderanno a 2,1 milioni nel 2004.
L'occupazione dovrebbe invece scendere nel prossimo biennio, passando dal +1,5% del 2002 al +0,5% di quest'anno, per poi risalire al +1,2% dell'anno prossimo (nel decennio 1990-2000 era diminuita in media dello 0,1%).

Di chi la colpa dell'aumento dei prezzi in Italia?
Eurostat ha "assolto" i lavoratori dipendenti sentenziando che il costo del lavoro orario in Italia procede a passo di lumaca.
Nettamente più lento della crescita dell'inflazione e della media europea del costo. I dati pubblicati segnalano che nel secondo trimeste nella Ue a 12 il costo del lavoro totale è aumentato del 2,9%, con l'Italia fanalino di coda con un incremento del 2%.
Negli ultimi 13 trimestri (più di tre anni) solo in due occasioni la crescita italiana dei salari è stata superiore a quella Ue, ma il tutto abbondantemente bilanciato da un andamento negativo dei salari orari avvenuto in due occasioni, nel terzo e nel quarto trimestre del 2000.

Un po' meglio della media europea sono invece andati i salari orari nominali nell'industria nel secondo trimestre: +4,6% contro il +3,4% della media europa.
Nel primo rimestre, però, la crescita in Italia era stata dell'1,4% contro il 2,8% dell'eurozona.
Più in generale, negli ultimi 13 trimestri, infatti, solo in cinque trimestri la variazione per i lavoratori italiani è stata superiore alla media Ue.

Centro di documentazione e lotta - Roma

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