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Papa... vero

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(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
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    Diritto d'asilo

    (6 Marzo 2010)

    anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cattolicesimo-reale.it

    I cattolici: più cittadini degli altri Si è molto parlato, in queste ultime settimane, dell’asilo “cristiano” di Goito, in provincia di Mantova. Generalmente, però, ci si è fondati su notizie approssimative o distorte.

    E’ quindi il caso di spiegare come sono andate le cose (e quali sono state le reazioni del quotidiano dei vescovi “Avvenire”) da quando l’amministrazione di centro-destra ha approvato il nuovo regolamento dell’asilo “Il girotondo”, che è stato privato dal 1955 al 2003, poi parificato e comunale, ma sempre gestito di fatto dalle suore Orsoline (nell’immagine la fondatrice dell’ordine Angela Merici).

    Una asilo pubblico ma “cristiano”

    Il regolamento, che le famiglie devono naturalmente accettare per iscrivere i figli alla scuola, dichiara nella premessa che essa “persegue finalitaÌ€ educative e di sviluppo della loro personalità in una visione cristiana della vita” e stabilisce all’art. 7 che “il personale docente e la coordinatrice delle attivitaÌ€ educative didattiche eÌ€ nominato e assunto dall’Ente Opera Diocesana S.Anselmo Vescovo”, collegato alla Federazione scuole mantovane (FISM), di matrice cattolica.

    In questo modo, spiega “Avvenire” del 24 febbraio, si è inteso rispondere alla richiesta di numerose famiglie“che ai loro figli venisse impartito un insegnamento coerente coi valori cristiani. Ad esempio, che l'inizio della giornata fosse scandito da una preghiera”.

    Da questo non segue, come è stato detto, che l’asilo sia programmaticamente “vietato” a famiglie non cattoliche, islamiche, di altra religione o atee. La giunta stessa precisa in un comunicato stampa che è garantito l’accesso alle famiglie di qualsiasi religione o ideologia “come un servizio pubblico deve garantire”. Va solo fatto notare che vi sarà impartito, in contrasto con la laicità di un servizio pubblico (ma come di fatto è sempre stato, rimarca la giunta) “un insegnamento coerente con i valori cristiani”. Così, i bambini dovranno pregare ogni mattina un Dio magari diverso da quello in cui credono i loro genitori o che secondo quegli stessi genitori non esiste proprio…

    Per “Avvenire” va bene così

    Quello di Goito, in conclusione, è un asilo pubblico confessionale, e non programmaticamente razzista anche se finisce per diventarlo perché fatalmente allontana figli di extracomunitari islamici o buddisti, oltre che scoraggiare dal portarvi i loro figli agnostici e atei d’ogni nazionalità…

    E perché non dovrebbe? Se lo chiede con arroganza tutta clericale Davide Rondoni su “Avvenire” del 27 febbraio e risponde (corsivi nostri): “Perché, dicono, una scuola del Comune, una scuola pubblica non può e non deve ispirarsi a principi cristiani. Bene. E allora come la mettiamo con tutte le scuole che, senza nemmeno dichiararlo, si ispirano a principi anti-cristiani cancellando le feste di Natale, trasformandole in banali feste della luce o dell’arcolbaleno? Non dichiarano, quelle scuole, ma lo fanno. E anzi dichiarano di essere laiche e di rispettare tutti. Tranne poi tirar via il presepe di fronte agli occhi dei bambini e delle famiglie che vorrebbero rispettate anche le loro idee. Il fatto di Goito, pur nel suo paradosso, è come un granello che mette in crisi un immenso ingranaggio di ipocrisia. La ipocrisia di spacciare per laicità l’assenza di identità. Il grande meccanismo di ipocrisia che spaccia per neutralità la scomparsa di ogni riferimento alla cultura e alla religione”.

    Incompatibili con la democrazia

    Il nocciolo, assai indicativo del modo di pensare cattolico doc, è tutto nell’affermazione secondo cui “tirar via il presepe” offende le idee di chi vorrebbe tenerlo ed è anticristiano. Mentre mettercelo non offende chi non ce lo vorrebbe e non è, che so?, antimusulmano o antiateo.

    Ci sono idee che vanno rispettate da tutti perché senza di esse restiamo senza identità, dice Rondoni. Ci sono precetti morali che tutti devono seguire perché sono conformi al diritto naturale, spiega, come si è visto altra volta, Ratzinger. Ci sono simboli come il crocifisso che devono occupare lo spazio pubblico perché esprimono valori universali. Si tratta, vedi caso, delle idee, dei precetti morali, dei simboli cattolici.

    E poi ci sono le idee, i precetti morali, i simboli degli altri, che è già tanto se possono essere coltivati nel privato della propria casa, o della propria coscienza..

    Consumati venditori di illusioni, al cui confronto Berlusconi è un dilettante, i cattolici hanno persuaso tutti, perfino se stessi, di possedere la verità. E per di più così lampante da dover essere accettata da tutti o, ad ogni buon conto, a tutti imposta per contratto. Anche aprendo gli asili ai non credenti, ma a patto di evangelizzarli. E’ questo proselitismo intollerante, prepotente e fanatico, comune a Bagnasco, Ratzinger e Rondoni, che rende il cattolicesimo incompatibile con una democrazia moderna.

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    Website

    www.cattolicesimo-reale.it

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