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(17 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Ancora un libro di Giampaolo Pansa: "I vinti non dimenticano".

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    Padova. Anch’io c’ero e ho urlato contro l’assessore Riolfatto

    (6 Settembre 2010)

    Il 17 agosto scorso ero presente, come ogni anno, in via S. Lucia alla cerimonia in ricordo dei 10 partigiani uccisi dai nazifascisti il 17 agosto 1944. Anch’io ho ascoltato le parole del rappresentante della Provincia di Padova, assessore Riolfatto, e sono rimasto allibito, come tutti i presenti.

    Cerco di ricostruire le sue parole: «Tra i partigiani c’erano anche quelli che avrebbero preferito che alla Conferenza di Yalta l’Italia fosse stata assegnata alla zona di influenza dell’Unione Sovietica; questa sarebbe stata una iattura peggiore del fascismo».

    Ma come, sei lì, Riolfatto, chiamato a rendere omaggio a dieci persone che sono morte per dare la libertà a tutti gli italiani e tu, invece, né offendi una parte! Eh sì, perché è vero che una parte dei partigiani garibaldini (per lo più comunisti e socialisti) parteggiavano per l’Unione Sovietica e per Stalin, ma la loro lotta per la libertà ha la stessa dignità di quella di tutti gli antifascisti che simpatizzavano per altri partiti.

    Questo ho pensato in un secondo e mi ha fatto gridare: «Ricordati che Busonera era un comunista!». Ed anche «Pino» Lampioni, un altro degli impiccati, era comunista.

    Vorrei ricordarti, Riolfatto, dato che sei stato democristiano, quello che disse Alcide De Gasperi, a Roma, al teatro Brancaccio, ai quadri della DC dopo la liberazione di Roma (giugno 1944): «Riconosciamo il merito immenso, storico, secolare, delle armate organizzate dal genio di Giuseppe Stalin. Quando vedo che mentre Hitler e Mussolini perseguitavano degli uomini per la loro razza e inventavano quella spaventosa legislazione antiebraica che conosciamo, e vedo contemporaneamente i russi composti di 160 razze cercare la fusione di queste razze, superando le diversità esistenti fra l’Asia e l’Europa, questo tentativo, questo sforzo verso l’unificazione del consorzio umano, lasciatemi dire: questo è cristiano, questo è eminentemente universalistico nel senso del cattolicesimo».

    E a proposito del fatto che tu, Riolfatto, giudichi il comunismo peggiore del nazifascismo, ti voglio ricordare le parole del grande scrittore tedesco Thomas Mann, ebreo, costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti: “Collocare sul medesimo piano morale il comunismo russo ed il nazifascismo, in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico; in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente ed insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo”.

    Ora, io non sono così drastico come Thomas Mann perché nella mia vita e sui libri di storia ho conosciuto antifascisti sinceri non comunisti; democristiani, socialisti, liberali, repubblicani… Dato che tu hai detto di essere antifascista e hai accennato a qualche scusa, io ti dico: tu sei un politico e per un politico specialmente, come del resto per ogni persona, contano gli atti più delle parole: se vuoi che le tue scuse siano ritenute sincere, fai una cosa soltanto: con la presidente della Provincia Degani caccia dalla giunta provinciale il tuo collega assessore, il fascista Pavanetto.

    Testo integrale di una lettera inviata al Mattino di Padova.
    E’ stata pubblicata il 26 agosto 2010, in forma ridotta e variata.
    la notizia: http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/insulto-ai-martiri-del-fascismo-riolfattoscatena-la-bufera/2265867

    Gilberto Gambelli (Comunisti Italiani - Padova)

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