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Il partito di mirabello

(6 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

ANSA MIRABELLO - Il Pdl non cìè più, è solo Forza Italia più qualche colonnello.

NON SI PUO' RIENTRARE IN PARTITO CHE NON C'E' -"Non si può rientrare in un partito che non c'é più. Si va avanti senza farsi intimidire". Lo dice Gianfranco Fini liquidando, di fatto, il Pdl. "Il Pdl, così come l'avevamo concepito, è finito il 29 di luglio. E non perché - aggiunge - qualcuno se ne è andato, ma perche è venuto meno all'interno il confronto di idee che è il sale delle democrazia". Oggi dunque "non c'é più il Pdl" ma "c'é il partito del predellino". E in questo quadro Fini manda anche una stoccata a molti ex An. "Qualche colonnello ha cambiato generale - dice - ed è forse già pronto a cambiarlo di nuovo".

VADO AVANTI SENZA CAMBI DI CAMPO O RIBALTONI - "Si va avanti - dice il presidente della Camera dal palco di Mirabello - senza ribaltoni o ribaltini, senza cambi di campo. E senza atteggiamenti che possano dare in alcun modo agli elettori la sensazione che noi si abbia raccolto voti nel centrodestra per poi portarli da qualche altra parte". Ma si va avanti, avverte Fini, "convinti della necessità di onorare quel patto con gli elettori, ma fino in fondo, senza magari aggiungerci qualche parte che nel programma non c'era e che invece diventa un'emergenza".

VERGOGNOSE LISTE PRENDERE O LASCIARE - "La sovranità popolare - dice Fini sottolineando che la sua proposta sarà considerata alla stregua di un 'capo di imputazione' contro di lui - significa che le elettrici e gli elettori devono avere il diritto di scegliere i propri parlamentari, perché è vergognoso che ci sia una lista prendere o lasciare". "E faccio mea culpa - aggiunge - perché ho contribuito anch'io" ad approvarla.

SERVE NUOVO PATTO TRA CAPITALE E LAVORO - Serve un nuovo patto tra capitale e lavoro per rilanciare l'economia italiana. E' la ricetta di Gianfranco Fini contro la crisi, secondo il quale serve una "grande assise del mondo del lavoro". "Il governo ha operato bene per fermare la crisi - premette il presidente della Camera dal palco di Mirabello - ma oggi dobbiamo far ripartire l'economia, non ci possiamo compiacere che i conti pubblici tengono". Dunque "credo che occorra il coraggio politico di dar vita a quelle riforme che erano nel programma originale del popolo delle libertà e che sono state dimenticate. E' arrivato il momento di dar vita a riforme che portino ad un nuovo patto tra capitale e lavoro perché è indispensabile mettere i produttori di ricchezza dalla stessa parte della barricata dei lavoratori".

SERVE 'SCUDO'A PREMIER, MA STOP GHEDINI-STRANAMORE - "Nessuno, nessuno troverà mai una mia dichiarazione o una dichiarazione di qualcuno di Fli, contrarie al Lodo Alfano o al legittimo impedimento, perché noi siamo convintissimi del fatto che occorre risolvere una questione: quella del diritto che Berlusconi ha di governare senza che ci sia l'interferenza o il tentativo da parte di segmenti iper-politicizzati di metterlo fuori gioco. Ma bisogna rovesciare l'approccio alla questione, bisogna finirla di affidare a quel simpatico 'Dottor Stranamore' che è l'onorevole Ghedini il compito di trovare una soluzione con il risultato che la soluzione non si trova mai il problema finisce per incancrenirsi ancor più . E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello. "Non ci vogliono leggi ad personam, ma leggi che tutelano il capo del governo, non la cancellazione dei processi, ma la loro sospensione", ha aggiunto Fini.

FACCIAMO QUOZIENTE FAMILIARE,PURE CON OPPOSIZIONE - "La proposta che noi facciamo, la fanno anche altri, aprirebbe in Parlamento un grande dibattito: la proposta che noi facciamo è quella di "intervenire sul cosiddetto quoziente familiare". E' un passaggio dell'intervento di Gianfranco Fini dal palco di Mirabello, in cui il leader di Fli ha aggiunto: "Parliamo di tutto ciò anche con l'opposizione". "Se nell'ambito di cinque punti si deve ridurre carico fiscale, la proposta che noi facciamo è: interveniamo sul quoziente familiare per far sì che chi ha figli, anziani e disabili a carico abbia un peso fiscale minore", puntualizza Fini.

PATTO LEGISLATURA, MA NO ACQUIESCENZA PDL VERSO LEGA -Serve un patto legislatura ma basta acquiescenza da parte del Pdl verso la Lega Nord, "é nell'interesse anche di Berlusconi". Lo ha affermato Gianfranco Fini parlando a Mirabello.

VOGLIAMO CAPIRE COME COSTRUIRE PATTO LEGISLATURA - "Vogliamo capire come costruire un patto di legislatura". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello. "Confidiamo nel senso di responsabilità di tutti".

OK FEDERALISMO MA DEVE ESSERE IN INTERESSE TUTTI -"Il federalismo è possibile solo se sarà fatto "nell'interesse di tutta l'Italia, non soltanto nella parte più sviluppata del Paese. Bossi sa che è possibile realizzare il federalismo, ma solo se nell'interesse generale" e se non è "a scapito del Mezzogiorno". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello.
"Bossi - ha detto Fini - è un leader popolare, abbiamo polemizzato tante volte, solo chi non conosce la storia oltre che la geografia può pensare che la Padania esista davvero. Ma capisce che quella bandiera che alzato per primo, fra lo scetticismo e l'ironia, quella del federalismo oggi può essere bandiera che determinerebbe il compimento di una missione storica. Quel federalismo è possibile solo se è nell'interesse di tutta Italia non solo in quella della parte più progredita. Nella commissione bicamerale che dovrà verificare i decreti attuativi del federalismo fiscale dovremmo discutere e non lasciare la discussione all'asse Tremonti-Calderoli" La riforma del federalismo fiscale in questo senso deve servire, secondo Fini "per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia".

FINI A PREMIER, NON C'E'LESA MAESTA',NON SIAMO SUDDITI - A Silvio Berlusconi "siamo tutti grati per quel che ha fatto soprattutto quando, nel '94, ha contrastato la gioiosa macchina da guerra; ma la gratitudine non puo' significare che ogni volta che si critica o si esprime opinioni diverse, ci si debba sentire accusati di lesa maestà. Non ci può essere diritto di lesa maestà perché non c'é un popolo di sudditi". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello. "Berlusconi ha tanti meriti, ma anche qualche difetto: in primo luogo di non aver ben compreso che in una democrazia liberale non può esserci l'eresia, perché non c'é l'ortodossia. Gli siamo tutti grati per quello che ha fatto, ma la gratitudine - ha puntualizzato Fini - non può significare che ogni volta che si esprime una critica ci si sente accusati di lesa maestà: non c'é un popolo di sudditi, ma di cittadini che vogliono partecipare attivamente". "Non ho mai contestato la leadership di Berlusconi - ha detto poi - ma lui ha l'attitudine a confondere la leadership con il ruolo che nelle aziende hanno i proprietari: il Pdl non può essere derubricato a contorno di un leader".

BERLUSCONI NON CONFONDA LEADERSHIP CON PROPRIETA'- Il premier Berlusconi non confonda la leadership con la proprietà. Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento a Mirabello sottolineando che la "gratitudine" non può significare l'impossibilità di fare critiche a cui si risponde con "gesti di stizza e fastidio".

QUALE PAESE RESTA TANTO SENZA MINISTRO SVILUPPO? - "Ma vi pare possibile che nonostante il 'ghe pensi mi' si debba attendere ancora di conoscere il nome del ministro dello Sviluppo economico? Ma in quale altro Paese" avverrebbe una cosa del genere? E' un ministero importante "non uno strapuntino". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello.

NO A SCORCIATOIE GIUDIZIARIE CONTRO BERLUSCONI - "Berlusconi ha il diritto di governare e pensare a scorciatoie per via giudiziaria per toglierlo di mezzo rappresenterebbero davvero una lesione della sovranità" Così Gianfranco Fini dal palco di Mirabello. "Bisogna smettere di affidare al dottor Stranamore Ghedini di trovare una soluzione, non ci vogliono leggi ad personam, ma leggi che tutelano il cpao del governo, non la cancellazione dei processi, ma la loro sospensione".
(ANSA).

ESPULSIONE DA PDL ATTO ILLIBERALE E AUTORITARIO - "La mia espulsione del Pdl è stata un atto illiberale e autoritario" degno del "peggior stalinismo". Lo ha detto Gianfranco Fini nel corso del suo intervento alla festa di Futuro e Libertà.

Non c'e stata alcuna fuoriuscita, nessuna scissione, nessun atteggiamento volto a demolire al Pdl: c'é stata di fatto la mia estromissione dal partito che avevo contribuito a creare, un atto che forse è stato ispirato, da chi lo ha scritto, libro nero del comunismo. Solo nelle pagine del peggior stalinismo - ha ammonito Fini - si può essere messi alla porta senza nessun tipo di contraddittorio, con il tentativo di annullare ogni tipo di diversità".

GHEDDAFI A ROMA: FINI, GENUFLESSIONE POCO DECOROSA - E' stato uno "spettacolo poco decoroso quello con cui è stato accolto un personaggio che non può insegnare nulla né nel rispetto della donne né nella dignità della persona umana. Da ex ministro degli Esteri conosco le ragioni della 'real politik', ma non può portare a una sorta di genuflessione nei confronti di chi può ergersi a maestro o punto di riferimento". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello, in cui si fa un implicito riferimento alla visita di Muammar Gheddafi a Roma.

GARANTISMO SACROSANTO MA NO IMPUNITA' PERMANENTE - "Il garantismo è un principio sacrosanto, ma mai e poi mai può essere considerato una sorta di immunità permanente". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini dal palco della festa tricolore di Mirabello.

DA CERTA STAMPA LAPIDAZIONE ISLAMICA VERSO MIA FAMIGLIA - La campagna estiva di alcuni giornali del centrodestra "é stata il tentativo di dar vita ad un'autentica lapidazione di tipo islamico contro la mia famiglia". Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini parlando alla festa di Mirabello. "Attendiamo fiduciosi e sereni che siano i magistrati a chiarire quante calunnie e diffamazioni" vi siano state in questa vicenda, ha tra l'altro detto Fini. Il presidente della Camera ha aggiunto: Questi giornali sono "il biglietto da visita del partito dell'amore.
Immaginiamo cosa scriverebbero se diventassero un po' meno amichevoli".

NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DA 'METODO BOFFO' - "Si va avanti senza farci intimidire da quello che è stato il 'metodo Boffo' messo in campo da alcuni giornali che dovrebbero essere, pensate un po', il biglietto d'amore del partito dell'amore; noi non ci facciamo intimidire perché di intimidazioni ne abbiamo vissute ben altre. Non ci facciamo intimidire da campagne paranoiche e patetiche". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco di Mirabello.

QUALCHE COLONNELLO HA CAMBIATO GENERALE - "Qualche colonnello ha cambiato generale e forse è già pronto a cambiarlo ancora". Così il presidente della Camera Gianfranco Fini si è rivolto, dal palco di Mirabello, ai vertici di An che hanno seguito Berlusconi.

"Mirabello è diventata ed è per un giorno la capitale della politica italiana". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal palco della Festa Tricolore.

MARONI: SE VOTO PRONTI A ELEZIONI IN POCHI GIORNI - "Se cade la maggioranza si va al voto e il Ministero dell'Interno è pronto a organizzare le elezioni in pochi giorni".
Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dal palco della feste della Lega Nord a Torino. "Il Ministero è pronto - ha aggiunto - se si dovesse andare a votare in due giorni organizziamo le elezioni, anche per domenica prossima" BOSSI, FINI? SITUAZIONE DIFFICILE, NON DURA - "La situazione è difficile, perché è come se Fini avesse detto 'non voglio accordi con la Lega'. Anzi, peggio: 'io ce l'ho con il nord'. Se Berlusconi dava retta a me si andava a elezioni e non c'erano Fini ne Casini né la sinistra che scompariva". Lo ha detto Umberto Bossi, segretario della Lega Nord e ministro delle Riforme, a una festa del Carroccio in Valcuvia. Dal palco Bossi ha ribadito che adesso "per Berlusconi la strada è molto stretta: se tutti i giorni deve andare a chiedere i voti a Fini e a Casini per far passare una legge non dura molto".

www.operaicontro.it

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