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Hrw denuncia arresti leader islamici

(7 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org

Marocco
Arrestati all'alba da poliziotti armati nelle loro abitazioni a Fes il 28 giugno scorso, sette membri di al-Ad wa'l Isham (Giustizia e spiritualità), leader in vista della associazione islamica, la cui legalità è da sempre messa in discussone dalle autorità marocchine, sono tenuti fino ad oggi in carcere preventivo: questa la denuncia sollevata in questi giorni da Human Rights Watch.

Senza aver alcun mandato di perquisizione né di arresto, la polizia marocchina è entrata nelle loro case, confiscando libri, CD, computer e documenti privati, trasferendo i sette uomini a Casablanca, presso il quartier generale della polizia giudiziaria.

"Un arresto senza capi d'accusa e perquisizioni senza mandato" sono mezzi non conformi alla giustizia, denuncia HRW. Giustizia e Spiritualità è uno tra i più importanti movimenti religiosi in Nord Africa: un gruppo che in Marocco ha come obiettivo quello di diffondere principi islamici all'interno della società marocchina, enfatizzando l'aspetto spirituale. Non è né un partito politico e non partecipa alle elezioni, ma mira a mantenere a freno i poteri esecutivi del re e contesta l'articolo 19 della Costituzione che gli conferisce autorità suprema in materia religiosa come 'comandante della fede'.

Di fatto, il governo marocchino non ha mai dichiarato Giustizia e Spiritualità 'illegale', ma ne contesta da sempre la legittimità e frequentemente i leader o i membri dell'associazione sono sorvegliati o minacciati dalla polizia marocchina.

Quando agli uomini è stato consentito di incontrare il primo luglio i loro avvocati, hanno denunciato di essere stati tenuti nei tre giorni precedenti in celle di isolamento, nudi, a volto coperto e senza che fosse dato loro cibo, picchiati e minacciati di violenze sessuali; secondo il rapporto diffuso da HRW, i poliziotti avrebbero anche usato penne per sodomizzare alcuni dei detenuti e inflitto loro delle scosse elettriche. Tutti e sette hanno dovuto firmare documenti senza poterli leggere. Apparsi di fronte alla Corte di Fes il primo luglio, sono accusati di aver sequestrato e torturato, lo scorso 21 maggio, un avvocato e membro dello stesso gruppo, Mohammed El Ghazy, perché sospettato di essere una spia governativa infiltrato nel gruppo. Gli arresti dei sette uomini sono la diretta conseguenza della denuncia sporta contro di loro da Mohammed El Ghazi. "Esistono mezzi più consoni e più conformi alla legge - ha dichiarato Sarah Leah Whiston, direttrice della sezione Medio Oriente e Nord Africa di HRW - per indagare sulle denunce o gli esposti aperti da un privato cittadino contro altri privati cittadini."

Nel corso della seduta della Corte tenutasi il 1 luglio, il giudice avrebbe concesso agli uomini di sottoporsi ad esami medici, come da loro richiesto, che sarebbero stati effettuati solo il 7 e l'8 quindi una settimana dopo.

I report medici come anche le dichiarazioni sottoscritte dagli imputati nel corso degli interrogatori, rimangono per ora confidenziali. Ma l'importanza di tale procedura (consentire di essere visitati da un medico) per accertare se gli imputati hanno subito percosse e violenze, "viene meno - ha dichiarato HRW - se gli uomini devono attendere una intera settimana prima di poter essere visitati." Quando alcuni dei familiari hanno potuto incontrare i sette uomini all'interno del carcere di Ain Qadous a Fez, Hind Zamouk, la moglie di uno di loro e anche coordinatrice delle famiglie, ha infatti dichiarato che alcuni di loro presentavano segni di percosse.

I sette detenuti sono ora accusati di "appartenenza ad associazione non autorizzata" e HRW sottolinea che tale capo d'accusa non esiste nella legge marocchina ma è spesso usato contro membri di Giustizia e Spiritualità e altre associazioni non gradite alle autorità marocchine.

Al termine dell'indagine, il giudice istruttorio deciderà se portare il caso in tribunale e con quali ulteriori accuse: per ora la richiesta di libertà vigilata avanzata dagli avvocati è stata rifiutata.

HRW ha inoltre messo in luce una serie di violazioni compiute dalla polizia marocchina: il codice penale in Marocco prevede che la polizia presenti sempre un mandato di perquisizione o arresto (a meno che il presunto colpevole non sia preso nell'atto di commettere il crimine). Le perquisizioni devono inoltre avvenire in orario giornaliero, inoltre le autorità avrebbero violato anche l'articolo 67, dato che per due giorni le famiglie non hanno ricevuto alcuna notizia su dove si trovassero gli arrestati.

Secondo i dati diffusi dal sito internet di al-Ad wa'l Isham, sarebbero 5.733 i membri di Giustizia e Spiritualità detenuti dalle autorità marocchine, tra il 24 maggio 2006 e il 9 maggio 2009, con l'accusa di aver partecipato a manifestazioni e incontri non autorizzati.
(Fonte:NenaNews)

www.forumpalestina.org

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