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Brasile, la nuova potenza mondiale

(7 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

da peacereporter

Brasile, la potenza del presente e del futuro Petrobras, la compagnia statale petrolifera aumenta il capitale e annuncia investimenti. Il Brasile potenza economica mondiale Nonostante le difficoltà economiche degli anni '80, dovute alle grandi operazioni di svalutazione e a un'inflazione che aveva sfiorato il 7.000 percento, oggi il Brasile è considerato la nazione principe del continente Americano e la sua economia paragonata a quella di Cina, India e Russia.

In quest'ottica non è difficile immaginare come la Petrobras, la compagnia petrolifera statale, la più importante azienda quotata in borsa dell'intero Cono Sur, abbia trovato spazi per ampliare la sua forza. I vertici dell'azienda, infatti, dopo due settimane di riunioni con il governo brasiliano hanno deciso un aumento di capitale pari a circa 64, 5 miliardi di euro. Una cifra importante che consentirà lo sviluppo di un piano di investimenti (ovvio, settore dell'esplorazione petrolifera) senza precedenti. Più di duecentoventi miliardi di dollari Usa verranno investiti nei prossimi cinque anni per rafforzare l'economia nazionale, dare maggior peso al settore delle esplorazione petrolifera e creare molti posti di lavoro. In un periodo di forte preoccupazione finanziaria e di poca fiducia degli investitori nei mercati, le decisioni della compagnia brasiliana riflettono il reale andamento dell'economia della regione. La ricapitalizzazione vedrà l'emissione di 1,59 miliardi di nuove azioni privilegiate e 2,17 miliardi di azioni ordinarie e l'offerta verrà lanciata in Brasile e anche negli Stati Uniti. Secondo i ben informati, l'80 percento delle azioni messe in vendita sarà ad esclusivo appannaggio degli investitori già esistenti. E questa notizia ha dato euforia al mercato nonostante da inizio 2010 le azioni Petrobras abbiano perso circa il 26 percento del loro valore.

Ma il piano di ricapitalizzazione di Petrobras ha, ovviamente, uno scopo ben preciso che è quello di iniziare l'estrazione di greggio nei giacimenti off shore presenti nel bacino di Santos.
Guido Mantega, ministro delle Finanze brasiliano ha fatto sapere che l'operazione finanziaria "è la più grande mai realizzata nel settore petrolifero" sottolineando anche il buon momento dell'economia nazionale soprattutto per quanto riguarda i dati sul Pil nei primi sei mesi del 2010. "Tutto questo è la conferma che il Brasile è diventato un grande giocatore nello scacchiere mondiale" dice dal suo studio in Milano Alfredo Somoza, presidente dell'Icei (Istituto do cooperazione economica ecc.
ecc). "Come sappiamo, negli ultimi cento anni, le compagnie petrolifere dei paesi che hanno avuto un'espansione mondiale sono sempre state al centro dell'attenzione delle economie di quegli stessi paesi. Un esempio è l'Italia che conta poco o nulla dal punto di vista petrolifero ma che ha una compagnie petrolifera di livello che ben rappresenta un paese potente dal punto di vista dell'economia mondiale. Quindi anche in questo caso la Petrobras sarà trainante per il tutto il paese" continua Somoza.
"La potenza di Petrobras, come Bp per gli inglesi Exxon per gli Usa e Eni per l'Italia, è stata ed è fondamentale per la politica estera brasiliana. Facciamo un esempio. In Africa, la politica di cooperazione brasiliana verso le ex colonie portoghesi ha una doppia faccia. Da un lato collaborazione per il settore agricolo e dall'altra contratti petroliferi. Quindi è stato uno dei pezzi vincenti della strategia internazionale di Lula aiutato anche da fatto che sono molti i giacimenti di greggio scoperti in questi anni proprio grazie agli enormi investimenti" racconta il presidente Icei.
Ovviamente poi, c'è l'intuizione dell'animale politico Lula, che ha capito subito che una parte fondamentale dello sviluppo della nazione sarebbe dovuto passare per il settore dell'energia. "Entro breve il Brasile sarà autosufficiente dal punto di vista energetico. E' il primo paese al mondo per l'uso di biocombustibile e uno dei primi per la sua produzione. E poi la Petrobras è una formidabile macchina da guerra degli interesse brasiliani nel mondo attorno alla quale gireranno anche molti aspetti della politica estera".

Quindi il Brasile diverrà entro breve (anche se gli analisti sostengono sia già) il paese più importante del continente americano, Usa compresi, sia dal punto di vista energetico che delle esportazioni. "E' vero - sottolinea Somoza - il Brasile è il più grande esportatore al mondo di alimenti. Questo mix di sviluppo energetico, esportazioni e produzioni di alimenti, di energia nucleare, di autosufficienza quasi totale in ogni settore, sbaraglia la concorrenza di altri importanti nazioni, come il Venezuela, che però può solo vantare una presenza nell'Opec e null'altro. A mio avviso Caracas non potrà competere con San Paolo. E così potrebbe accadere anche a Washington". Insomma, un periodo di grazia per il Paese. "Anche dal punti di vista contrattuale. Quando San Paolo si siede al tavolo delle trattative con un paese come la Cina o come l'Iran non mette sul piatto solo petrolio come invece accade al Venezuela. E gli Usa l'hanno capito tanto che il loro unico interlocutore nel continente è proprio il Brasile". E c'è da scommettere che Washington cercherà di mantenere ben saldi i rapporti con San Paolo.

Alessandro Grandi

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