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Attacco alla USS Liberty

Attacco alla USS Liberty

(8 Giugno 2012) Enzo Apicella
Il 9 giugno 1967, durante la guerra dei sei giorni, i caccia israeliani colpiscono una nave spia della marina Usa: 37 morti e 170 feriti.

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Abu Mazen: non riconosceremo Israele come stato ebraico

(7 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, è intenzionato a respingere la richiesta che gli ha già presentato al tavolo delle trattative il premier israeliano Netanyahu di un riconoscimento ufficiale dei palestinesi di Israele come «Stato ebraico».

Si tratta di una delle questioni centrali che i dirigenti israeliani, di tutti i colori ed orientamenti politici, hanno posto in questi ultimi anni e che sino ad oggi ha incontrato la netta opposizione dei palestinesi. L'accoglimento di questa richiesta potrebbe, secondo un'opinione diffusa, aprire la strada a forti limitazioni dei diritti della minoranza palestinese in Israele se non addirittura alla sua espulsione.

Stamani la radio di stato israeliana, nel riferire il «no» di Abu Mazen, ha aggiunto che la posizione del presidente dell'Anp è simile a quella espressa dal suo predecessore Yasser Arafat durante le trattative di dieci anni fa a Camp David con l'allora premier israeliano Ehud Barak (oggi ministro della difesa). La richiesta di Israele, ha aggiunto l'emittente, è stata espressa da Netanyahu in occasione della ripresa dei negoziati il 2 settembre a Washington, dopo 20 mesi di stallo. I prossimi colloqui sono fissati per il 14 e 15 settembre con la partecipazione anche del Segretario di stato Usa Hillary Clinton e dell'inviato speciale per il Vicino Oriente, George Mitchell.

Gli Stati Uniti e vari paesi occidentali, come l'Italia, appoggiano la posizione israeliana e non si può escludere che nei prossimi mesi facciano forti pressioni su Abu Mazen e l'Anp, con la motivazione che senza questo passo palestinese Israele bloccherà lo sviluppo della trattativa che dovrebbe portare alla nascita di uno Stato palestinese indipendente. E' una questione molto delicata. Riconoscere Israele quale «Stato del popolo ebraico» darebbe ulteriore fiato agli ultranazionalisti israeliani che intendono mettere in discussione i diritti, a partire dalla cittadinanza, della minoranza palestinese. Non solo, ma di fatto rappresenterebbe una rinuncia al diritto al ritorno nella loro terra d'origine (oggi Israele) dei profughi palestinesi, espulsi da Israele o fuggiti a causa della guerra nel 1948, che a distanza di 62 anni continuano ad appellarsi all'applicazione della risoluzione 194 dell'Onu.

Persino l'Egitto stretto alleato di Israele e Stati Uniti vede un «pericolo» nel riconoscimento ufficiale di uno «Stato ebraico». Il ministro egiziano degli esteri, Ahmet Abul Gheit, intervistato dalla televisione satellitare araba «al-Arabiya», ha definito «preoccupante» la richiesta fatta da Netanyahu, in quanto metterebbe a rischio i diritti dei cittadini arabi israeliani, di fede religiosa musulmana e cristiana. «Se la comunità internazionale vuole definire Israele "Stato ebraico", allora questa decisione dovrebbe essere votata e approvata dall'Onu», ha detto il ministro. «In quel caso saranno riconosciuti tutti i diritti civili degli arabi israeliani? Rimarranno una minoranza o saranno espulsi?», ha domandato Abul Gheit.
(Fonte:NenaNews)

www.forumpalestina.org

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