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Ca' foscari: rescissione immediata dell'appalto

(1 Dicembre 2009)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.culturainlotta.altervista.org


BASTA SFRUTTAMENTO!
BASTA PRECARIETÀ!
RESCISSIONE IMMEDIATA DELL’APPALTO


Il primo dicembre ’09 l’A.T.I. Guerriero + Prodest Milano ha preso in gestione l’appalto delle portinerie dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, assumendo una nuova squadra di lavoratori per sostituire i dipendenti della Cooperativa Biblos di Pescara (uscente in base ad una sentenza del Consiglio di Stato). Quello che è avvenuto viola quanto stabilito dall’art. 4 del CCNL multi servizi nonché dagli artt. 5 e 7 del capitolato speciale d’appalto redatto dall’Ateneo, che garantiscono l’assunzione in toto dei dipendenti uscenti.

Gli ex dipendenti Biblos, dopo essere stati costretti a firmare un contratto peggiorativo che già di per sé non si allinea alla giurisprudenza in materia, non vengono riconosciuti dalla nuova cordata imprenditoriale ne’ tantomeno avvertiti della mancata assunzione.
La nuova squadra di lavoratori (28) va a sostituirne una di 40 da anni qualificata, dovendo svolgere mansioni ben aldilà della pura guardiania proposta dal contratto di assunzione. Già nella prima giornata di appalto le inadempienze inanellate dal consorzio milanese sono piuttosto rilevanti (mancata apertura della sede di San Sebastiano fino alle 10.00, disservizi presso le aule di san Basilio e santa Marta e successiva mancata assistenza multimediale ai docenti, cattiva gestione delle aule adibite a esami di stato presso Ca’ Bottacin).
L’Ateneo ha due ottime possibilità per rescindere il contratto con l’A.T.I. in questione: estrometterli per inadempienza alle norme di ingaggio e subentro del personale oppure percorrere la strada della inaffidabilità gestionale del servizio. Ma soprattutto ha un’ottima occasione per trasformarsi finalmente in una università normale dove non sono tollerate forme contrattuali schiavili ed impedire che ditte di imprenditori assetati di denaro sbarchino nel territorio veneziano introducendo la tipologia del lavoro discontinuo nel panorama degli appalti locali (Musei Civici, Biennale, Cinema Comunali, centri culturali comunali, e appalti delle imprese di pulizie).
La rescissione immediata dell’appalto è l’unica soluzione atta a garantire giustizia per gli ex dipendenti e per le loro famiglie che a tutt’oggi sono senza lavoro.

Coordinamento dei Lavoratori della Cultura in Lotta

www.culturainlotta.altervista.org

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