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Arcotronics, operai in cassa e dirigenti in premio

(8 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

repubblica Arcotronics, gli operai in cassa e i dirigenti in vacanza premio
Tre giorni a Barcellona pagati dall'azienda mentre cento operai sono stati tagliati. I sindacati attaccano: "In Italia non è questa la prassi, specie mentre i lavoratori fanno sacrifici"di MARCO BETTAZZI Tre giorni di vacanza a Barcellona per dirigenti e familiari pagati dall´azienda.
Peccato che mentre i capi passeggiavano sulle Ramblas e ammiravano la Sagrada Familia il resto dei dipendenti fosse alle prese con la cassa integrazione e con un taglio di oltre cento persone faticosamente concordato con i lavoratori. Così scatta la rabbia dei sindacati.
Succede all´Arcotronics, storica azienda di componenti elettronici della multinazionale americana Kemet che ha tre stabilimenti a Sasso Marconi, Vergato e Monghidoro dove lavorano più di 800 dipendenti. In molti venerdì hanno notato l´assenza dei responsabili della zona, circa 17-18 persone tra dirigenti, capireparto e capi area.

Un fatto strano, anche se i dirigenti italiani del gruppo non sono sempre presenti nei tre stabilimenti. Così le voci circolano e arriva la conferma per vie indirette: le assenze, dicono i sindacati, non sono il frutto di un´epidemia misteriosa ma la conseguenza di un viaggio a Barcellona pagato da Kemet da venerdì a domenica per ogni dirigente, con facoltà di portarsi un accompagnatore. Quasi 40 persone in trasferta mentre nella stessa azienda ci sono 70 operai a casa in cassa integrazione e altri 103 che devono lasciare il posto in base a un piano appena concordato coi sindacati, ultima cura dimagrante di una serie che da più di due anni vede l´Arcotronics combattere con la crisi del settore e con la recessione.

Perché questo viaggio? «Forse hanno raggiunto dei risultati, possiamo solo ipotizzare perché per ora risposte ufficiali non ne abbiamo - spiega Luca Gueli, delegato Fiom di Sasso Marconi - ma se è un´usanza americana è bene che Kemet sappia che in Italia non è questa la prassi, soprattutto tenendo conto dei sacrifici dei lavoratori, da tempo con stipendi ridotti di un terzo, nessuna richiesta di aumento e orari assurdi.
Abbiamo chiesto un incontro urgente e appeso un volantino in bacheca perché tutti sappiano». Cauto ma fermo il segretario della Fiom Bruno Papignani: «Una buccia di banana che rischia di peggiorare le relazioni sindacali alla vigilia di mesi molto delicati. Non voglio drammatizzare, ma faccio notare il contrasto tra lavoratori che tirano la cinghia e dirigenti che si preoccupano di organizzare una gita che ha sicuramente dei costi».

www.operaicontro.it

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