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Come parlano gli imperialisti

(9 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.campoantimperialista.it

Mercoledì 08 Settembre 2010 17:52
Registrazioni inedite di Nixon e Kissinger sui maneggi della CIA e degli Stati Uniti in Cile e il loro ruolo nella politica del terrore che ha portato al rovesciamento di Allende.

A seguire pubblichiamo questo articolo di Peter Kornbluh sulle registrazioni segrete delle conversazioni tra Richard Nixon ed Henry Kissinger (nella foto) sulla situazione in Cile agli inizi degli anni settanta del secolo scorso. Sono passati quasi quarant'anni, ma anche se è sempre stato impossibile nutrire dubbi sulla matrice americana del golpe che portò al potere Pinochet, è comunque utile far conoscere il contenuto di questi colloqui, assai illuminanti sul modo di ragionare e di decidere degli imperialisti che siedono alla Casa Bianca.

"E' uno stato fascista"
da solidarite-internationale

Alla fine si è conosciuto il contenuto delle registrazioni segrete delle conversazioni sul Cile tra il vecchio presidente Richard Nixon e il suo consigliere alla Sicurezza Nazionale Henry Kissinger. Le cassette rendono conto del linguaggio sboccato con il quale si tramava il rovesciamento di Salvador Allende, che trattavano da “figlio di puttana” e di cui dicevano volerlo “prendere a calci in culo”. Malgrado le imprecisioni sulle date, uno dei dialoghi potrebbe costituire il primo riconoscimento del ruolo della CIA nell’assassinio del generale René Schneider.

“E’ uno Stato fascista”, dichiarava il presidente Nixon durante una conversazione sul Cile nello Studio Ovale della Casa Bianca. Non parlava del regime sanguinario del generale Augusto Pinochet. Al contrario, lui e il suo consigliere alla Sicurezza nazionale, Henry Kissinger, si lamentavano del trionfo della coalizione di Salvador Allende, l’Unità popolare, alle elezioni municipali dell’aprile del 1971.
Il solo modo per loro di capire la crescente popolarità di Allende era quello di comparare il presidente cileno - socialista durante tutto il corso della sua vita - ad Adolf Hitler. “Questa assomiglia ad una strategia tedesca” dice Kissinger a Nixon il 6 aprile 1971, durante una riunione durata un’ora. Qualche settimana più tardi, il sistema segreto di intercettazione di Nixon capta il fatto che Kissinger lasciava intendere che i cileni “agiscono qui come agivano i nazisti con il Reichstag”.

Quasi 40 anni dopo essere state registrate di nascosto, le cassette di Nixon sono ancora un regalo che aspetta di essere offerto a storici e studiosi di Storia. Il sistema di registrazione è conosciuto per l’infamante conversazione riguardo lo scandalo Watergate, quando questo è stato scoperto e ha portato alle dimissioni di Nixon, posto davanti ad un inevitabile impeachment.

Le registrazioni di Nixon, 3.700 ore di conversazioni, hanno avuto luogo, per la maggior parte, nello Studio Ovale per un periodo di 883 giorni, tra febbraio ‘71 e metà luglio del 1973, che corrisponde anche in gran parte al tempo in cui Salvador Allende è stato il presidente del Cile, costituzionalmente eletto. E hanno catturato le voci senza ritocchi, a volte teatrali, di un presidente imperialista e dei suoi consiglieri di alto rango che si riferivano ad Allende definendolo “figlio di puttana”e discutendo su come “metterglielo nel culo” e come “rovesciarlo”.

Negli Stati Uniti, un gruppo di storici ed ex funzionari del dipartimento di Stato, conosciuti come nixontapes.org, ha pubblicato circa 100 pagine di trascrizioni e i legami con i documenti audio di Nixon, Kissinger, del segretario del Tesoro John Connelly e di altri alti funzionari mentre discutevano del Cile. Le registrazioni e le trascrizioni ci permettono di origliare come spie i funzionari più potenti del più potente paese del mondo, discutere su cosa fare dei paesi dell’America Latina che sfidavano l’egemonia politica ed economica degli Stati Uniti. Anche se tutti i riferimenti ad operazioni segrete che la Cia ha condotto per destabilizzare Allende, restano classificate e (cancellati alcuni nastri), le discussioni che ormai si possono ascoltare sono un esempio della mentalità imperialista del presidente e dei suoi uomini.

Il problema dell’espropriazione

Secondo le trascrizioni delle registrazioni, nulla pareva aver contrariato tanto Nixon quanto la decisione del governo di Allende di avviare la nazionalizzazione delle imprese statunitensi che avevano dominato l’economia cilena per decenni. Nixon credeva che la risposta degli Stati Uniti dovesse essere quella di tagliare con il Cile tutti i crediti bilaterali, compresi i prestiti bancari per esportazioni ed importazioni, bloccare i crediti multilaterali ed evitare che il Cile rinegoziasse il suo debito estero. “Voglio che tu sappia”, dice Nixon a Kissinger, “che non voglio fare niente per il Cile. Niente.”.

Il Dipartimento di Stato, che era più sensibile alle leggi internazionali e agli obblighi degli Stati Uniti con gli organismi multilaterali, non era d’accordo. Ma Nixon, ha trovato un alleato potente nel suo segretario conservatore del Tesoro, John Connelly, che gli aveva detto che se Washington non si fosse opposta ad Allende, altri paesi dell’America latina avrebbero cominciato a nazionalizzare le imprese americane. La posizione di Connelly, che Nixon ha espresso a Kissinger nella riunione dell’11 giugno 1971, era che: “l’effetto sul resto dell’America Latina, indipendentemente da quello che sostengono il Dipartimento di Stato e gli altri, sarà per noi nocivo, se smettiamo di opporci ai cileni e ci mettiamo ad essere tanto gentili con loro”. Inoltre, proseguiva Nixon, “per quanto riguarda l’opinione pubblica americana, gli americani muoiono dalla voglia di metterlo in culo a qualcuno”.

“Le mie convinzioni a questo proposito sono molto forti”, affermava Nixon. “tutto quello che facciamo con il governo cileno sarà osservato da altri governi e gruppi rivoluzionari in America Latina come un segnale del fatto che possono fare lo stesso e cavarsela. Quindi, tenderei a non fare nulla per loro”. Mentre la riunione proseguiva, Nixon dice a Kissinger e Connelly: “Forse dovremmo trovare un posto dove metterlo in culo a qualcuno”.

Poi i tre hanno discusso di Salvador Allende, il suo sforzo per evitare un confronto con Washington in una sorta di manovra deliberata:

Nixon: Ah per la miseria, John, è (Allende) un furbo.
Kissinger: … molto furbo
Nixon: Davvero.
Connelly: molto furbo
Kissinger quindi-
Connelly: ed è anche un osso duro quello.
Kissinger:- dando un’occhiata al dossier,- questo deve fargli capire che per i suoi piani non esiste confronto [con gli Stati Uniti]
Nixon: giusto.

Solo qualche mese più tardi, dopo che Allende aveva deciso di creare una tassa sui "benefici supplementari” per le compagnie minerarie Annaconda e Kennecott e di non pagare i compensi per aver nazionalizzato le miniere, il 5 ottobre 1971, Nixon dice a Kissinger “ho deciso di eliminare Allende. Connelly, pone poi la questione di un colpo di Stato “la sola cosa che possiamo sperare, è che venga rovesciato e, nel frattempo, potete riuscirci provando che le vostre azioni contro di lui, sono in difesa degli interessi degli Stati Uniti”. Per Nixon, gli Stati Uniti hanno finalmente trovato qualcuno da poter prendere a calci. Ha esortato i suoi assistenti a “consegnarci un piano. Lo voglio picchiare duro!”.

“E’ tutto sistemato per il Cile. Gliela mettiamo in culo, ok?”. domanda Nixon a Kissinger alla fine della riunione. “D’accordo”, risponde Kissinger.

L’assassinio di Pérez Zujovic

L’8 giugno 1971, l’ex ministro dell’Interno democristiano, Edmundo Pérez Zujovic, venne ucciso in un attentato politico, in pieno giorno. In Cile, il suo assassinio ha fatto ricordare il recente atto di forza sostenuto dalla CIA contro il comandante in capo cileno René Schneider, avvenuto meno di nove mesi prima, quando la CIA aveva tentato di impedire il giuramento presidenziale di Allende, creando un clima da “colpo di Stato”. A Washington, la trascrizione delle registrazioni declassificate rivelano che Nixon, Kissinger e il capo di Gabinetto della Casa Bianca, H.r. Haldeman, avevano un particolare interesse nella reazione cilena all’assassinio di Pérez Zujovic, e li si può ascoltare mentre scherzano sulla situazione:

Kissinger: Questi figli di puttana , ci accusano. A noi.
Haldeman: Accusano la CIA?[risate]
Kissinger: Accusano la CIA.
Nixon: e perché mai avremmo dovuto assassinarlo?
Kissinger: ebbene, A) noi non potevamo. Siamo-
Nixon: si
Kissinger: La CIA è troppo incompetente per farlo. Ricordati-
Nixon: Certo, è proprio questa la cosa migliore
Kissinger: -quando hanno cercato di ammazzare qualcuno hanno dovuto provarci tre volte
Nixon: e già.
Kissinger: -e poi, è rimasto vivo ancora per tre settimane.

Qui, Kissinger, pareva fare riferimento e per la prima volta ammettendo realmente, il ruolo della CIA nell’omicidio del generale Schneider. Dopo molti tentativi abortiti di un gruppo di militari in pensione e ufficiali in attività che avevano ricevuto armi e fondi dalla CIA, Schneider fu intercettato e abbattuto mentre si recava al lavoro, il 22 ottobre 1970. Morì tre giorni dopo - e non tre settimane come diceva Kissinger - in seguito alle ferite.

Secondo le registrazioni, la conversione ha ruotato intorno al modo in cui l’amministrazione Nixon poteva trasformare l’assassinio in un’occasione per realizzare un colpo di Stato contro Allende. Il governo di Unità popolare, riferì Kissinger al presidente, aveva utilizzato l’omicidio di Pérez Zujovic “per imporre la legge marziale e per realizzare un massiccio attacco contro di noi”. La risposta del presidente: “allora gli daremo quello che vogliono - e se ne accorgeranno”. Come ci si poteva aspettare, Kissinger era d’accordo. “Credo che dovremmo utilizzarlo come pretesto” e più avanti nella conversazione, Nixon e Kissinger ne traevano che i compagni di Allende erano dietro l’assassinio, in una manovra politica destinata ad aiutarlo a stabilirsi; erano d’accordo sul fatto che: “L’omicidio provava che” Allende “stava andando nella direzione di uno Stato a partito unico, il più rapidamente possibile”.

“Credo che questo tizio stia prendendo il controllo totale del paese”, dichiara erroneamente Nixon.”Lasciami dire che in tutte le azioni che avverranno con il Cile, preferisco la linea più dura”.

Purtroppo per il bene della storia, nel momento in cui Allende fu rovesciato l’11 settembre 1973, Nixon aveva già spento il suo microfono dello Studio Ovale. Nel luglio dello stesso anno, durante le udienze drammatiche dell’affare Watergate al Congresso, un consigliere della Casa Bianca rivelò l’esistenza di un sistema di ascolto segreto. Il Congresso ha immediatamente preteso che la Casa Bianca consegnasse tutti i nastri; Nixon ha rivendicato il privilegio dell’esecutivo e gli è stato negato. E’ stato solo dopo che la Corte Suprema ha pronunciato il verdetto secondo cui non si poteva nasconderle più a lungo agli occhi dell’autorità, che il presidente le ha prodotte. Queste hanno rilevato che aveva mentito sul suo ruolo nell’assalto alla sede del Partito Democratico nell’edificio del Watergate, cosa che lo ha costretto, in seguito, alle dimissioni.

Tuttavia, un altro sistema di ascolti segreti non fu scoperto e si mantenne attivo: quello di Henry Kissinger. Il 16 settembre 1973, il sistema di ascolti di Kissinger ha registrato la sua prima conversazione telefonica con Nixon dopo il colpo di Stato in Cile. La sua conversazione (declassificata a seguito della petizione della mia organizzazione, « National Security Archive » con sede a Washington D.C., diretta da Peter Kornbluh) rende conto di quale fosse l’atteggiamento mentre un regime autenticamente fascista consolidava il suo potere con un bagno di sangue in Cile:

Kissinger: Le cose stanno tornando a posto in Cile ed evidentemente i giornali urlano perché un governo filocomunista è stato rovesciato.
Nixon: E non è di questo che si tratta?
Kissinger: Voglio dire che al posto di felicitarsene - all’epoca di Eisenhower saremmo stati degli eroi.
Nixon: ebbene, noi no - come sai - non compare neppure la nostra mano.
Kissinger: non l’abbiamo fatto noi. Voglio dire che noi li abbiamo aiutati (riferimento cancellato alla CIA) per creare le migliori condizioni possibili.
Nixon: E’ giusto E’ il modo in cui si giudicherà la cosa. Ma ascolta bene, quando le persone sono inquiete, lasciami dire che questa volta non si berranno le cazzate dei liberali.
Kissinger: esattamente
Nixon:anno che è un governo filocomunista ed è proprio così.
Kissinger: e pure filo Castro
Nixon: Dimentichi il fatto che lui era filocomunista. Cioè un governo dichiaratamente antiamericano.

*Peter Kornbluh autore di Pinochet: Los Archivos Secretos. (Barcelona: 2004).Dirige il « Chile Documentation Project » nell’organizzazione « National Security Archive » a Washington D.C.

da : http://solidarite-internationale-pcf.over-blog.net
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICOL BARBA

Note:
Nei dialoghi il trattino a fine frase indica delle interruzioni; a metà frase, invece, significa che gli interlocutori ricominciano una frase o una conversazione incompleta.
Tutte le registrazioni appartengono al sito nixontapes.org

www.campoantimperialista.it

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