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09.09.2010 - Con la Fiom, contro Federmeccanica

(9 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.rete28aprile.it

Giovedì 09 Settembre 2010 13:31
di Fabrizio Burattini -Occorre esprimere la più netta condanna della decisione della Federmeccanica di dare la disdetta al contratto nazionale sottoscritto con la Fiom, ma anche con Fim e Uilm, e valido per oltre un milione e mezzo di lavoratrici e di lavoratori fino alla fine del 2011. (...)

Quel contratto, a proposito di democrazia, è stato approvato all'unanimità dai lavoratori metalmeccanici chiamati a pronunciarsi nel 2008 nell'apposito referendum. Il "contratto" che si vuole ritenere vigente, quello separato del 2009, non è stato, al contrario, sottoposto ad alcuna consultazione.
Si dimostra così che il disegno padronale non si traduce più solo nella volontà di Marchionne di imporre con il ricatto qualche deroga per lo stabilimento Fiat di Pomigliano.
I padroni della Federmeccanica, assieme alla contrattazione collettiva, vogliono cancellare anche lo statuto dei lavoratori e le stesse libertà costituzionali, sostituendo tutto ciò con una deroga generalizzata, deroga non solo sulla malattia e sullo sciopero ma su tutte le materie.
Questo comportamento padronale fa giustizia di tutti coloro che sono affezionati alla "limitazione del danno".
Certamente fa giustizia del servilismo vergognoso di Angeletti e di Bonanni, come sempre pronti a sostenere ogni aggressione padronale. Il loro assenso alle volontà padronali non fa più notizia, come non fa notizia il proverbiale morso del cane al polpaccio di un uomo.
Ma sono serviti anche tutti quei pelosi consiglieri come Fassina o Damiano, che, proprio qualche giorno fa sosteneva la necessità che la Fiom firmasse ("criticamente") il diktat di Marchionne su Pomigliano.
Ma, soprattutto, di fronte alla decisione di Federmeccanica, anche la maggioranza della Cgil dovrebbe rivedere la propria linea attendista.
Alla luce della disdetta del contratto, appare meglio chiaro il senso vero della proposta di un nuovo "patto sociale" avanzato qualche giorno fa a Cernobbio da Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, di cui la Federmeccanica è uno dei principali "azionisti", proposta che ha come unico intento quello di irretire la Cgil ad un tavolo di confronto e, dunque, come unica finalità quella di rendere più stretto e più ferreo l'assedio alla Fiom.
Il gruppo dirigente della Cgil, al contrario, sembrerebbe aprire (o meglio mantenere aperta) una linea di credito sulle critiche fatte dalla Marcegaglia alla politica economica del governo.
Occorre dunque anche eprimere la più forte solidarietà alla Fiom, che, assieme ai diritti e alla dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, è il vero bersaglio politico dell'offensiva confindustriale e cislina in atto.
La disdetta del contratto, tra l'altro, punta anche a privare questa organizzazione, di gran lunga la più rappresentativa del settore metalmeccanico, dei diritti sindacali (permessi, trattenute, ecc.) garantiti dalle norme contrattuali.
I padroni, infatti, analizzano con lucidità di classe e vedono come la linea e il comportamento sindacale e politico della Fiom sono oggi uno dei pochi baluardi veri alla rassegnazione dilagante, alla frammentazione e alla guerra tra poveri e, dunque, alla resa sociale alla crudele aggressione padronale.
Occorre che la manifestazione nazionale della Fiom del 16 ottobre costituisca un momento di raccordo e di convergenza di tutti i fermenti di opposizione sociale che esistono nel nostro paese.
A partire dai movimenti delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola che sono in lotta contro 50.000 licenziamenti e contro la distruzione dell'istruzione pubblica (a proposito, oggi tutte e tutti alla loro manifestazione a Montecitorio alle 17,00), per continuare con le prime mobilitazioni studentesche che (speriamo) cresceranno nelle prossime settimane e con la straordinaria realtà dei comitati per l'acqua pubblica che oggi stanno costruendo la nuova fase, dopo il risultato eccezionale nella raccolta di firme.
Tutte e tutti coloro che, ad esempio, nel mondo del precariato o delle e dei migranti, hanno tutto l'interesse a convergere e a far riuscire una manifestazione per rilanciare la tutela e la dignità di chi lavora.
Ma anche i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego, che sono stati colpiti da un gravissimo blocco contrattuale e retributivo previsto dalla manovra governativa e che non possono perdere l'occasione che il 16 ottobre costituisce per continuare ad intessere con i metalmeccanici quel rapporto di solidarietà avviato con l'iniziativa del 13 febbraio 2009.

www.rete28aprile.it

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