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    Roma: resoconto del meeting cittadino sulla Palestina del 27 giugno

    (1 Luglio 2003)

    Il meeting cittadino che si è svolto venerdì 27 giugno nella sede del Circolo PRC “G. D’Angelo” a Roma ha segnato un momento importante nel dibattito sulla Palestina. Tutti gli interventi hanno sottolineato il pericolo di un abbassamento dell’attenzione e della mobilitazione a seguito delle prospettive di “tregua” o di “processo di pace” connesse alla Road Map, evidenziando come una situazione analoga si fosse già prodotta all’epoca degli accordi di Oslo, con le conseguenze che si sono viste negli anni successivi.

    Nell’intervento di apertura, il Forum Palestina ha indicato due elementi di riflessione e di lavoro:

    - La tregua per Israele è soltanto una necessità imposta dalle esigenze internazionali contingenti degli U.S.A., derivanti dalle inaspettate difficoltà che registrano nella normalizzazione dell’occupazione dell’Irak. Il disegno strategico sionista, rappresentato in questa fase dal governo Sharon – Mofaz, non viene abbandonato. La pulizia etnica, il “Grande Israele” etnicamente e religiosamente definito rimangono l’obiettivo di quella strategia. E’ dunque indispensabile estendere e consolidare i rapporti di solidarietà e cooperazione con la Resistenza del popolo palestinese.

    - Si manifesta con forza l’esigenza di intervenire con la mobilitazione popolare nella sempre più manifesta contraddizione UE – USA. A questo proposito, si fa appello ai parlamentari e alle forze politiche dell’opposizione affinché agiscano concretamente in controtendenza rispetto all’allineamento del governo Berlusconi sulle posizioni sioniste e nordamericane di delegittimazione del Presidente eletto dai Palestinesi, Yasser Arafat, formando una delegazione che si rechi al più presto ufficialmente a Ramallah. Contemporaneamente, si propone di lanciare una petizione popolare per la sospensione del Trattato di Associazione di Israele all’Unione Europea, sulla base dello stesso testo che ha già raccolto migliaia di adesioni in Belgio e in Francia.

    Infine, il Forum Palestina ha proposto l’avvio di un percorso che riporti in tempi brevi in piazza la solidarietà con la Resistenza palestinese, con una nuova manifestazione nazionale da costruirsi assieme a tutte le realtà disponibili.

    Bassam Saleh, Presidente della Comunità Palestinese di Roma, ha ribadito le critiche già espresse in altre sedi alla Road Map, sostenendo che, comunque, gli israeliani non hanno alcuna intenzione di applicarla, contrariamente alla disponibilità mostrata dall’Autorità Nazionale Palestinese. Per Saleh, è essenziale che anche dall’esterno si lavori per l’unità della Resistenza palestinese e che quante più persone possibile continuino a recarsi nei Territori occupati per portare solidarietà e testimoniare della ferocia dell’occupazione sionista. Parere positivo sulla proposta di una nuova, grande manifestazione nazionale unitaria di tutti gli amici della causa palestinese.

    Enrica Palmieri, volontaria internazionale di ritorno dall’Irak, ha voluto sottolineare come non tutto il mondo arabo sia disponibile a sottomettersi all’imperialismo americano – sionista, invitando in particolare a vigilare sulle provocazioni contro la Siria ed a prendere apertamente le difese dei movimenti di resistenza palestinesi, a cominciare da Hamas, non perché se ne condividano metodi e finalità, ma perché la resistenza all’occupazione coloniale è un diritto di tutti i popoli.

    L’avvocato Roberto De Vita (che ha partecipato anche alle udienze del processo a Marwan Barghouti) ha fornito un interessante contributo sulla legislazione ordinaria israeliana nei confronti dei cittadini non ebrei, principalmente gli arabi con passaporto israeliano. Il sistema giuridico israeliano è costruito appositamente per operare quella che De Vita ha definito una “normale discriminazione” nei confronti dei cittadini non ebrei, discriminazione che si manifesta su tutti i terreni della vita civile, dal diritto alla proprietà al diritto allo studio. Secondo De Vita, la conoscenza della natura discriminatoria dell’organizzazione sociale israeliana è un utile elemento per la comprensione degli avvenimenti anche senza entrare nel merito dell’occupazione dei Territori e delle sofferenze inflitte ai Palestinesi.

    Letizia Mancusi, del CPN di Rifondazione Comunista e dell’Associazione Marxista Rivoluzionaria, ha espresso l’augurio che le organizzazioni della Resistenza palestinese proclamassero la “hudna”, la tregua (effettivamente annunciata alcune ore dopo), perché questo avrebbe consentito ai movimenti e all’opinione pubblica internazionale di sostenere con più efficacia e convinzione la Resistenza. Anche per lei quella della nuova manifestazione nazionale è una proposta valida.

    Maren, del Comitato di Solidarietà con l’Intifada, si è soffermata a lungo su quello che avviene sul campo mentre il mondo parla di astratte prospettive di pace, riferendosi in particolare alla costruzione del “muro della vergogna”, che continua implacabile nel silenzio generale, isolando città e villaggi palestinesi gli uni dagli altri, realizzando sul terreno i bantustan in cui Sharon intende rinchiudere quei Palestinesi che non vorranno emigrare. Maren ha insistito sull’assolutizzazione del concetto di “sicurezza”, che porta i sionisti a rinchiudere dietro un muro i Palestinesi e l’Europa a chiudere le frontiere ai migranti, invitando a combattere politicamente e culturalmente queste aberrazioni ideologiche e culturali.

    Anche gli altri interventi, fra i quali quello del Comitato Emergenza Palestina Al Awda, si sono espressi positivamente sulle proposte del Forum Palestina, dalla petizione per la sospensione del Trattato di Associazione UE – Israele alla prossima manifestazione nazionale.

    Considerando che dal 12 al 19 settembre diversi compagni saranno in Libano con il Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila, per costruire la nuova manifestazione nazionale si pensa ad un passaggio di discussione e di organizzazione da realizzarsi a Roma indicativamente la mattina dell’ultimo sabato di settembre (il 27), a cui sono invitate a partecipare tutte le realtà che in questi tre anni di Intifada hanno sostenuto la causa palestinese. Le compagne e i compagni sono invitati a far pervenire le loro prime valutazioni in proposito a forumpalestina@libero.it .

    Il modulo per avviare la petizione per la sospensione del Trattato di Associazione Israele – UE, è disponibile anche sui siti www.forumpalestina.org e www.arcipelago.org .

    Naturalmente, anche se la raccolta di firme inizia ora, il lancio vero e proprio avverrà dopo la pausa estiva.

    Forum Palestina

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