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(18 Aprile 2010) Enzo Apicella
L'ex fascista Fini e la sua associazione "Fare Futuro" si candidano alla guida dell'antiberlusconismo

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Povero berlusconi

(11 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Berlusconi attacca i giudici dalla Russia E Bossi cambia idea sul voto: "Si va avanti" Il premier: «In Italia c'è oppressione giudiziaria». E sulle tasse: «Se superano il 50% il cittadino si sente rapinato» NOTIZIE CORRELATE Schifani: «Fini non può essere sfiduciato» (10 settembre 2010) Silvio Berlusconi e Dmitri Medvedev (ap)MILANO - «Nel mio Paese la magistratura ha raggiunto un potere che non ha limiti. La magistratura deve essere potere dello Stato e non ordine dello Stato». Dalla Russia, dove ha partecipato al Forum sulla democrazia, Silvio Berlusconi torna ad attaccare i magistrati. «In alcuni Paesi e soprattutto nel mio, c’è una oppressione giudiziaria», ha spiegato il premier. Molte «accuse» della magistratura, ha poi aggiunto il presidente del Consiglio, sono «assolutamente inventate» e mettono «a rischio la governabilità del Paese».
«FINI? VUOLE LA SUA AZIENDINA» - Nel suo intervento Berlusconi ha liquidato sprezzantemente lo scontro interno alla maggioranza. Ha raccontato di aver ricevuto da molti amici a Yaroslav domande su cosa stia succedendo in Italia. «Li ho rassicurati - ha detto dal palco con chiaro riferimento al dibattito politico interno e alle tensioni con Gianfranco Fini-: sono piccole questioni di professionisti della politica che vogliono avere la loro aziendina politica. Ma sono cose che non toccano la governabilità». «Il mio governo - ha poi sottolineato - andrà avanti per i tre anni di legislatura» che ancora mancano. In Italia, secondo il Cavaliere, i «governi sono fragili» anche a causa di un'architettura costituzionale che fa si che «l'esecutivo deve far passare tutta la sua attività all'approvazione delle Camere».
Il presidente del Consiglio ha sottolineato che «i padri costituenti erano molto preoccupati» di un ritorno al regime fascista e ripartirono il potere tra le assemblee parlamentari, il capo dello Stato e la Corte costituzionale. Così, è la conclusione di Berlusconi, il governo non ha possibilità immediata di intervento ma deve passare sempre attraverso le Camere e ciò provoca «difficoltà enormi».

LA REPLICA DEL PD - Le parole del premier non sono piaciute a Massimo D'Alema. L'ex ministro degli Esteri ha definito «grave» e «inusuale» usare «una sede internazionale per lanciarsi in polemiche politiche interne», «lanciare frecciate ai suoi alleati», «criticare la magistratura» ed «esprimersi sulla natura democratica dei partiti del suo Paese». E si è augurato che «un capo del governo di questo genere se ne vada al più presto per il prestigio del Paese». E anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha preso posizione dicendo che Berlusconi quando va all'estero «straparla» in un modo che per il nostro paese è come ricevere «uno schiaffo». Non solo: «E' singolare che un presidente del consiglio faccia schiaffeggiare il suo paese. Si trattenga si sfoghi qui e lasci stare il nostro paese nel mondo». Bersani ha attaccato anche ls legge elettorale e il fatto che il Pdl starebbe cercando di portare dalla propria parte altri parlamentari per tamponare la fuoriuscita dei finiani, il cosiddetto gruppo di «responsabilità nazionale»: «Sono sempre esistiti i collaborazionisti e le campagne acquisti Berlusconi le ha sempre fatte. Però è il momento di non riderne più, e di non considerarla più come normalità bensì come qualcosa che deforma la democrazia. Dobbiamo dire con chiarezza che si tratta di una compravendita di parlamentari favorita da una legge elettorale che deforma la democrazia».

IL RAPPORTO CON IL FISCO - In Russia, Berlusconi ha dedicato anche parte del suo discorso a una riflessione sulle tasse. Lo Stato, secondo Berlusconi, deve chiedere ai propri cittadini non più di un terzo del proprio reddito: se le tasse sono più alte «il cittadino vive le tasse come un furto o una rapina». «Io da cittadino liberale - è stato il suo ragionamento - ho sempre pensato che un cittadino sente le tasse come giuste per ciò che lo Stato svolge in favore del cittadino». E per Berlusconi «è giusto un terzo» del reddito di un cittadino: «Se lo Stato ti chiede di più è eccessivo, se è più del 50% come succede in alcuni Paesi, il cittadino lo sente come un furto o una rapina». Dunque, è la conclusione, «importante per uno Stato democratico è che la richiesta del fisco sia equa, un terzo di quello che guadagna un cittadino».

«PER ARRIVARE A 120 ANNI SERVE LA DEMOCRAZIA» - In Russia, infine, il Cavaliere ha rivelato che è impegnato nel finanziamento «di una istituzione italiana che parte dall'iniziativa di un sacerdote magico di 90 anni ed è la più grande organizzazione di sanità italiana che ha l'obiettivo di aumentare la vita media a 120 anni». «Per arrivare a questa ulteriore permanenza di ognuno di noi su questa terra lo sforzo che dobbiamo fare è che ci sia su questa terra democrazia», ha concluso Silvio Berlusconi.

BOSSI: «MEGLIO ANDARE AVANTI» - Intanto dal principale alleato di Berlusconi, Umberto Bossi, arriva il via libera al tentativo di portare a termine la legislatura, nonostante negli ultimi giorni siano stati proprio i leghisti ad alzare i toni sulla richiesta di un ritorno immediato alle urne, dopo l'ulteriore frattura tra il Pdl e Gianfranco Fini, sancita dal palco della Festa Tricolore di Mirabello. «Visto che non si può andare alle elezioni - ha detto ai giornalisti il Senatùr - meglio andare avanti, lavorare e non pensarci più». A chi, poi, gli faceva notare che si sta ragionando su un'ipotesi di maggioranza allargata e quindi gli ha chiesto come se la immagina, Bossi si è limitato ad alzare il dito medio.

«MINISTERI VIA DA ROMA» - Il capo della Lega è poi tornato a proporre di spostare alcuni ministeri fuori da Roma. «Lo hanno fatto in Inghilterra - ha detto - e non è morto nessuno, anzi è venuta un po' di democrazia in più. Adesso che il federalismo è bello e pronto, possiamo partire con il decentramento: faremo una battaglia per portare democraticamente dei ministeri dappertutto, dal Sud al Nord. I ministeri - ha aggiunto - significano moltissimi posti di lavoro, moltissimi soldi, non capisco perchè debbano restare tutti a Roma. Il cambiamento vuol dire anche portare a casa i ministeri» Redazione online 10 settembre 2010

www.operaicontro.it

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