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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Cronache da melfi: l’assemblea del 10 settembre

(12 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Venerdì 10 si è tenuta l'assemblea alla Fiat di Melfi. Dopo quella della FIOM del 31 agosto, non concessa dalla Fiat e fallita, si è trattato dell’assemblea convocata unitariamente dalla RSU. La sua convocazione si è ottenuta in cambio della sottoscrizione da parte dei delegati di tutti i sindacati maggiori (compresa la FIOM), di un infame comunicato, in cui si sancisce fra l’altro sia che il diritto di assemblea spetta solo alla maggioranza della RSU, per cui ai delegati di minoranza viene in pratica negato il diritto all’assemblea, sia che gli interventi devono essere equamente ripartiti fra le sigle sindacali, per cui l’operaio non allineato non avrà lo spazio per poter intervenire.
Erano presenti solo due dei lavoratori licenziati, Giovanni Barrozzino e Antonio Lamorte.
C'era anche il segretario nazionale della Fiom Landini, si sono fatti avanti anche alcuni esponenti nazionali dei sindacati filopadronali.
Mancava il segretario nazionale della Fismic Di Maulo: dopo le sue dichiarazioni di supporto alla Fiat contro i lavoratori licenziati sul giornale dei padroni “Panorama”, ha probabilmente preferito non farsi vedere alla Fiat di Melfi.
Le tre assemblee si sono svolte pacatamente e gli operai hanno fatto parlare tutti.
Le parole del segretario della Fiom sono state molto apprezzate e sono scattati gli applausi degli operai.
Quando sono intervenuti i dirigenti degli altri sindacati, gli operai hanno ascoltato e alla fine del loro intervento non si è sentito un solo applauso.
Alcuni operai hanno detto: rientra nella democrazia quello di non volere applaudire?
Gli stessi iscritti ai sindacati collaborazionisti sono delusi per gli accordi che vengono firmati a cominciare da quello di Pomigliano, ma ipocritamente restano ancora iscritti per vari motivi, in particolare per i “favori” che i delegati RSU delle organizzazioni filopadronali riescono ancora per il momento ad ottenere dalla Fiat.
Molti lavoratori invece di seguire le assemblee preferiscono recarsi a mangiare in mensa o a gozzovigliare nei reparti. Alla Fiat conviene così, in passato alcuni operai hanno avuto contestazioni per essere stati sorpresi a mangiare un panino, invece quando si mangia in reparto in occasione delle assemblee, non scatta nessuna contestazione.
In assemblea ha parlato anche il delegato RSU Giovanni Barrozzino.
Frattanto si è saputo che alla riunione presso l'ufficio provinciale del lavoro per il tentativo di conciliazione sul mancato rispetto dell’ordinanza di reintegro in fabbrica sullo stesso posto di lavoro, la Fiat non si è presentata.

La Fiat sta tentando di tenere più tempo possibile fuori dalla fabbrica gli operai licenziati e poi reintegrati dal giudice. Barrozzino, Lamorte e Pignatelli farebbero bene a rientrare in fabbrica presso la saletta sindacale per poi recarsi nei reparti.
Gli operai almeno li avrebbero più vicino.

Non serve a niente rimanere a casa. E' quanto recita anche il volantino distribuito in assemblea dagli operai della FLMUniti insieme alla critica agli operai e ai delegati RSU della Commer TGS che hanno abbandonato con la promessa di quattro soldi gli operai affetti da asma da isocianati licenziati dall'azienda per “incollocabilità”.
Il volantino attaccava anche il comportamento del segretario nazionale della Fismic che dopo avere sostenuto l'accordo di Pomigliano e lo smantellamento del contratto nazionale si accingeva a muoversi contro i lavoratori licenziati Barrozzino, Lamorte e Pignatelli.
Fra poco più di una settimana alla Fiat di Melfi si prevede la cassa integrazione.

Al di là delle parole dei sindacalisti contro la prevista cassa integrazione, gli operai che vivono sulla propria pelle l'aumento dei ritmi di lavoro, imposti in concomitanza con i licenziamenti, dicono che almeno così potranno riposarsi un poco.

www.operaicontro.it

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