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Morti sul lavoro. A Roma un'altra 'fatale leggerezza'

(14 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Fonte: Militant-Blog

Nel generale silenzio in cui sono avvolti gli incidenti sul lavoro, ci sono silenzi ancora più assordanti di altri, quelli che ricoprono le morti delle donne, spesso durante lo svolgimento di attività che vengono ritenute prive di rischi. Non vogliamo, ovviamente, fare classifiche e graduatorie delle tragedie. Ma alcuni eventi sono davvero esemplificativi del modo in cui i media (non) trattano gli incidenti sul lavoro.Ieri a Roma, in zona Nomentana, è morta una donna delle pulizie, schiacciata dall’ascensore di cui stava pulendo le grate (leggi). Un incidente sul lavoro anche questo, che però viene riportato solo in cronaca locale, più per i particolari truculenti della morte che per il fatto in sé. Italiana, di 46 anni, madre di tre figli, Piera Pronti aveva cominciato a lavorare in seguito alla cassa integrazione del marito, operaio alla Videocon di Anagni, che non bastava a coprire le spese familiari. Una “vittima della disoccupazione” dice giustamente il marito: una disoccupazione che spinge ad accettare di svolgere lavori anche in condizioni di rischio e nella totale assenza di sicurezza (immaginate le lamentele dei condomini del palazzo a vedersi bloccare l’ascensore dalle donne delle pulizie: “non li potrebbero fare di notte questi lavori?”, avrebbero borbottato). Ma i media, troppo presi a cianciare sulle prestazioni sessuali che avrebbero offerto alcune deputate, non si occupano di questo: del resto, fa audience parlare delle donne solo strizzando l’occhio alla sfera erotica, altro che donne delle pulizie… E anche i media che riportano il fatto, lo fanno accusando di negligenza la donna morta: “Non c’erano cartelli che avvisavano dei lavori né era stata tolta la corrente. Questo incidente non doveva capitare. La vedevo ogni tanto, non avevo confidenza”, dice una condomina. “Non doveva capitare”, come se la donna se lo fosse cercato.
Ancora più cinici, altri parlano di “fatale leggerezza” perché “la vittima e sua sorella avrebbero dovuto disattivare l’ascensore” (leggi). Come se gli ascensori, quando c’è una porta aperta (come lo avevano lasciato le due donne) non dovessero bloccarsi da soli… perchè allora alcune persone sono state messe a pulire le grate di un ascensore non funzionante? Chi ce le ha messe? Perchè nessuno se lo chiede invece di attribuire la tragedia alla fatalità o alla disattenzione?

Come sono distratte queste donne delle pulizie… poi non si lamentassero se gli succede qualcosa. Donne delle pulizie distratte e operai assenteisti, poco produttivi, che scioperano per vedere le partite… Anche oggi… non ci sono parole per dire quanto vi odiamo.

PS: Cercando un’immagine per questo post, abbiamo digitato “donna delle pulizie” su google images. Tra i primi risultati, non abbiamo trovato neanche un’immagine che non fosse da considerarsi offensiva, tra donne nude e cenerentole

www.radiocittaperta.it

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