Capitale e lavoro :: Il capitalismo è crisi

India: 100 milioni di lavoratori in sciopero con i sindacati vicini ai partiti comunisti

(14 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.contropiano.org

Il 7 settembre, 100 milioni di lavoratori hanno aderito allo sciopero generale proclamato da otto centrali sindacali indiane per protestare contro l'incontrastato e vertiginoso aumento dei prezzi e il processo di massicce privatizzazioni avviato dal governo del partito del Congresso.

I sindacati promotori dell'azione di lotta sono vicini ai due principali partiti comunisti indiani - il Partito Comunista dell'India (Marxista) e il Partito Comunista dell'India -. Per questa ragione, lo sciopero ha ricevuto l'adesione imponente dei lavoratori e le lavoratrici degli stati del Bengala Occidentale e del Kerala, da tempo governati da coalizioni di sinistra dirette dai partiti comunisti.

In particolare è sotto accusa l'aumento dei prezzi dei combustibili e degli alimentari, che ha determinato un'inflazione che ha raggiunto livelli altissimi e che ha reso insopportabili le condizioni di vita di centinaia di milioni di indiani appartenenti ai ceti più poveri.

Lo sciopero ha paralizzato il traffico aereo a Calcutta, la capitale dello stato del Bengala Occidentale, dove sono rimaste chiuse praticamente tutte le aziende e le istituzioni pubbliche e private. La stessa situazione si è verificata nel Kerala. Ancora una volta dobbiamo registrare che, nel nostro paese, la grande prova di combattività data dai lavoratori dell'immenso paese asiatico, caratterizzato dalla presenza due grandi e influenti partiti comunisti, non è stata rilevata neppure dagli organi di stampa di sinistra.

a cura della redazione di l'Ernesto online
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