">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Cantiere Italia

Cantiere Italia

(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

I padroni disdicono il contratto dei metalmeccanici con l'accordo di FIM e UILM e la passiva complicità della FIOM

(15 Settembre 2010)

La disdetta da parte di Federmeccanica del contratto nazionale metalmeccanici del 2008 è un duro attacco a tutta la classe lavoratrice. Gli industriali mirano a distruggere il contratto nazionale di categoria, attraverso deroghe e contratti di settore, fino ad avere solo contratti aziendali. L’obiettivo è dividere ulteriormente i lavoratori delle poche aziende in cui hanno la forza per difendersi, dagli altri, costretti ad accettare condizioni peggiori.

La devastante competizione al ribasso, già in atto da anni fra i lavoratori di paesi diversi, e di cui la vicenda FIAT – in cui gli operai di Pomigliano e Mirafiori sono stati messi in concorrenza con quelli polacchi e serbi – è stato solo l’ultimo episodio, verrà in questo modo a dividere ed immiserire i lavoratori nello stesso paese.

Il referendum di Pomigliano era il primo atto di questo attacco generale a tutta la classe lavoratrice: con la vicenda FIAT il padronato italiano ha tastato il terreno. Verificata la debolezza della reazione operaia, in realtà non organizzata da alcun sindacato, adesso i padroni affondano il colpo.

Non è sufficiente dire che l’attacco stia riuscendo grazie ai sindacati apertamente complici FIM e UILM. Queste organizzazioni non sono mai state alleate degli operai, ma dei nemici da combattere. La FIOM ha sempre cercato l’unità con questi sindacati e, nonostante quanto sta accadendo, ancora si muove unitariamente con essi a livello aziendale, ad esempio in Fincantieri, Ilva, Indesit, Marcegaglia, ecc. La rottura di questa unità, dove e quando è avvenuta, è sempre stata una scelta di FIM e UILM, subìta dalla FIOM e descritta ai suoi iscritti e agli operai come un fatto negativo e dannoso. Se ciò che dicono e fanno FIM e UILM conta ancora qualcosa fra gli operai, ciò va quindi imputato innanzitutto alla FIOM che ha dato sempre un margine di credito a queste organizzazioni. In realtà FIM e UILM fra i metalmeccanici hanno poca influenza e una vera lotta non potrebbe non travolgerle e spazzarle via.

Se la FIOM non ha mai dato ai lavoratori indicazione di combattere fino in fondo questi sindacati è perché essi, lungi dall’essere dannosi, sono per essa di cruciale utilità. È la spudorata alleanza fra padroni e FIM-UILM, infatti, ad avvalorare la FIOM a molti lavoratori, e non la sua azione sindacale: se non potesse addossare il suo fallimento a questi due suoi compari si mostrerebbe chiaramente in tutta la sua inconsistenza.

Se FIM e UILM hanno apertamente appoggiato l’attacco del padronato, che cosa ha fatto la FIOM per opporvisi, dal referendum di Pomigliano ad oggi?

La FIOM ha denunciato il referendum di Pomigliano come un attacco a tutti i lavoratori. Ma la conseguente azione avrebbe dovuto essere la mobilitazione di tutta la classe lavoratrice. La FIOM invece non ha né fatto appello alla CGIL per la proclamazione dello sciopero generale di tutte le categorie, né proclamato lo sciopero generale dei metalmeccanici, nemmeno infine ha mobilitato unitariamente gli operai di tutto il gruppo FIAT (se non per 4 ore di sciopero per il premio di produttività). Ha invece fatto ricorso a uno stillicidio di scioperi stabilimento per stabilimento, come a Melfi dove, dopo 40 ore di sciopero a luglio, il risultato è stato il logoramento dei lavoratori che infine hanno disertato in massa l’ultimo sciopero in difesa dei tre licenziati.

La FIOM così ha agito nel senso esattamente opposto a quello necessario: non ha unito le lotte in uno sciopero il più esteso possibile, per un comune obiettivo quanto mai palese, ma le ha mantenute divise azienda per azienda, depotenziando le energie di cui disponeva la categoria, esaurendole, lì dove erano presenti, nel vicolo cieco della lotta dentro la galera aziendale.

Peggio: la FIOM nemmeno ha spiegato e propagandato fra i lavoratori la necessità di ricorrere allo sciopero generale. Di fronte alla FIAT che marciava a tappe forzate seguendo il suo piano di attacco ai lavoratori, seguita dal resto degli industriali, la dirigenza FIOM si è limitata a proclamare una manifestazione (nemmeno uno sciopero!) per due mesi e mezzo dopo!

Nemmeno ora che il previsto attacco generale a tutta la classe operaia si è concretizzato con la disdetta del contratto metalmeccanico, la FIOM cambia linea: si rifiuta di organizzare un vero sciopero generale, non si appella alla CGIL per estenderlo alle altre categorie, e annuncia 4 ore di fermata "articolate territorialmente". Nel frattempo continua con gli scioperi per stabilimento, come alla Sevel di Atessa e alla Piaggio.

Naturalmente i bonzi sindacali giustificheranno sempre la loro reticenza a organizzare veri scioperi col timore del loro fallimento. Che questo timore sia fondato o meno, a seconda delle situazioni, ciò che conta e che dimostra le intenzioni dei dirigenti FIOM è il fatto che essi non facciano ricorso ad alcuna simile giustificazione per spiegare perché non organizzano una vera mobilitazione, per il semplice fatto che di questa mobilitazione nemmeno ne parlano!

Si fa invece l’esatto contrario: i padroni accusano la FIOM di essere un sindacato conflittuale; la FIOM respinge l’accusa al mittente dicendo essere Marchionne a volere la "lotta di classe" - non certo loro! - mentre essa è per il ritorno al precedente registro di relazioni sindacali fatto di trattative e qualche sciopero di poche ore lì dove serve, come se con esso la classe operaia non abbia subìto da trent’anni ad oggi altro che sconfitte!

Accusando Marchionne e Federmeccanica di "volere lo scontro", di scendere sul "piano della forza", la FIOM non mette in difficoltà i padroni – che sanno bene quel che fanno – ma quei lavoratori disposti a portarsi finalmente sul piano dello scontro aperto, avvilendo la loro combattività affogata nella melma dei sermoni sul rispetto delle "regole democratiche".

Si capisce quindi che se gli industriali accusano la FIOM di "conflittualità" non è certo perché sono così sciocchi da credere di liberarsi in questo modo del sindacato con più iscritti fra i metalmeccanici. Invece in questo modo avvalorano la FIOM fra gli operai, e lo fanno perché ben conoscono e apprezzano il suo lavoro insostituibile nell’impedire che i lavoratori si organizzino per condurre delle vere lotte, incanalando le lotte in scioperi finti e perdenti, fatti di 4 ore, divisi per regioni, aziende e stabilimenti, e di innocue manifestazioni con malcelati fini elettorali.

La persecuzione contro alcuni iscritti FIOM, con denunce e licenziamenti (Fincantieri, FIAT), non contraddice affatto questo giudizio. Qualche atteggiamento più conflittuale "in fabbrica" è funzionale a evitare che i lavoratori più combattivi sentano la necessità di organizzarsi al di sopra della fabbrica e dell’azienda. La massa dei lavoratori vede solo la FIOM in fabbrica, e in essa non trovano un organismo che unisca le loro lotte con quelle dei lavoratori delle altre aziende, ma che le mantiene il più possibile divise e compartimentate.

Ugualmente la FIOM terrà sempre i suoi iscritti rinchiusi dentro la CGIL, nonostante questa li isoli dagli altri lavoratori e si muova contro di essi, come a Pomigliano dove di fatto ha dato indicazione analoga a quella di CISL e UIL.

Compagni, operai, lavoratori!

La demolizione del contratto nazionale di categoria, unitamente a quello dello "Statuto dei lavoratori", non sono un fatto inatteso ma in atto da anni, e con l’avallo della stessa FIOM, che di fatto ha accettato lo sviluppo della contrattazione integrativa aziendale, i contratti d’area, i premi produttività, il ricorso agli appalti, la flessibilità del lavoro. La disdetta del contratto dei metalmeccanici e il "Collegato lavoro" di prossima approvazione parlamentare segnano un passo ulteriore in questa direzione, e molto probabilmente un passo decisivo.

La FIOM si appresta a seguire quanto ha fatto in tutte le precedenti tappe che hanno portato a questo punto, mettendo in piedi una finta opposizione per poi finire per accettare come dato di fatto la nuova sconfitta. Che la dirigenza FIOM pretenda di dare a bere che 4 ore di sciopero e una manifestazione possano servire a respingere un simile attacco è grottesco!

La FIOM non è alternativa a FIM e UILM ma complementare ad esse. Non è un sindacato di classe e conflittuale, ma l’ala sinistra dei sindacati concertativi e di regime. I suoi dirigenti non sono organizzatori della lotta operaia ma professionisti del tavolo delle trattative al quale pietiscono d’essere riammessi, presentando quali credenziali il curriculum di migliori calmieratori della combattività operaia, e paventando ai padroni il rischio dell’esplosione della vera lotta operaia in assenza di questo loro lavoro. I padroni non hanno certo bisogno che la FIOM spieghi loro questo. Lo sanno molto bene e se la tengono fuori dal tavolo delle trattative è perché sanno che anche così essa mai organizzerà vere lotte e che quindi, di fronte a un attacco della durezza di quello attuale e di quelli futuri ancora più pesanti, la FIOM svolge meglio la sua funzione fuori, non dentro, la trattativa.

Di fronte all’attuale attacco la sola mobilitazione della durezza necessaria sarebbe lo sciopero generale e ad oltranza. Ma un simile scontro non si improvvisa: va preparato, organizzato, propagandato e spiegato ai lavoratori. È frutto di una recuperata fiducia nelle proprie forze e nel mezzo della lotta. E soprattutto è possibile solo con un’organizzazione di lavoratori nata e cresciuta per la lotta: con un sindacato di classe.

Questo è il problema fondamentale non eludibile della lotta operaia e finché non sarà affrontato e risolto non vi potranno essere nemmeno potenziali vittorie per i lavoratori, ma solo sconfitte certe.

Partito Comunista Internazionale

4728