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Marchio Marchionne

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(26 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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(Dove và la CGIL?)

17.09.10 - Direttivo nazionale Cgil

(17 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.rete28aprile.it

Venerdì 17 Settembre 2010 14:27
Il CD naz. ha deciso a maggioranza. Con 106 voti è stato approvato il documento presentato dalla segreteria confederale. L'Area "La Cgil che vogliamo" ha presentato un documento alternativo che ha ricevuto 18 voti. Pubblichiamo il testo del documento presentato da Gianni Rinaldini, a nome dell'Area (...)

"La manovra correttiva, il blocco della contrattazione nel lavoro pubblico, i drastici tagli alla scuola, all’Università e alla ricerca, l’ulteriore penalizzazione del Mezzogiorno con effetti moltiplicatori delle economie illegali, la riduzione del sistema delle sicurezze sociali, i licenziamenti dei precari della scuola, della Pubblica Amministrazione e dei servizi esternalizzati, l’avviso comune sul collegato al lavoro, la disdetta del contratto dei metalmeccanici, il preannunciato smantellamento dello Statuto dei Lavoratori disegnano un quadro complessivo drammatico, nuovo e diverso rispetto al recente Congresso.
Il blocco della contrattazione nel pubblico impiego, l’accordo separato a Pomigliano, le pressioni su Federmeccanica per il recepimento di quei contenuti in norme specifiche per il settore auto, la scelta di quest’ultima di disdettare il CCNL del 2008 e di inserire le deroghe per tutto il settore metalmeccanico, costituiscono un radicale stravolgimento dei diritti dei lavoratori, della contrattazione, delle relazioni sindacali.
Le decisioni di Federmeccanica e Governo delineano un modello organico e strutturato con prevedibile effetto domino sull’intero sistema delle imprese e sul complesso del lavoro dipendente: è per questa ragione che sarebbe un grave errore di analisi e valutazione pensare che il tema riguarda una sola categoria.
Il tema è della CGIL tutta e di come ne fa asse portante della propria iniziativa sindacale e politica nei confronti di Governo e Confindustria.
Tali decisioni in realtà accelerano e inaspriscono un processo da tempo in atto nel pubblico e nel privato, processo che ha come obiettivo l’esistenza stessa della contrattazione e della funzione della rappresentanza sindacale, fondando un modello basato sul rapporto individuale tra lavoratore e impresa.
La pratica degli accordi separati senza alcuna validazione degli interessati non solo è devastante per il futuro stesso della rappresentanza collettiva ma pone in tutta la sua valenza generale il tema della democrazia nel lavoro e nella vita sociale. Questo aspetto diventa oggi dirimente e decisivo per qualsiasi trattativa.
Ancora una volta Governo e Confindustria invece di operare per una risposta di qualità alle sfide della globalizzazione, ripercorrono la strada della compressione dei costi, dei diritti e dello stato sociale come condizione della competitività del sistema delle imprese pubbliche e private, cancellando così ogni spazio per la mediazione sociale tra le ragioni del mercato e quelle del lavoro.
Risulta del tutto sbagliata la riproposizione di una qualsiasi pratica concertativa perché la portata della sfida impone scelte e pratiche di natura vertenziale e rivendicativa per il rilancio del Contratto Nazionale, anche in funzione di una ricomposizione del mercato del lavoro, la definizione di regole certe e chiare di democrazia e rappresentanza così come di una piattaforma su interventi fiscali a sostegno del lavoro dipendente e pensioni, riforma degli ammortizzatori sociali, stato sociale, investimenti nel sistema scolastico e formativo, politiche per lo sviluppo. In questo contesto è particolarmente rilevante il tema della precarietà e del progressivo impoverimento del lavoro dipendente, fino ad arrivare in molti settori dei servizi e del terziario alle soglie della povertà.
Sul complesso di queste rivendicazioni a Governo e Confindustria è necessaria una discussione in un Comitato direttivo nazionale da convocare alla fine di ottobre, anche in riferimento alla consultazione per l’avvicendamento nella segreteria generale.
Sulla base di queste scelte la CGIL apre una fase di mobilitazione di tutta l’organizzazione con assemblee pubbliche nei territori e in tutti il luoghi di lavoro per una campagna di informazione, di confronto e di sostegno alle iniziative di mobilitazione dei prossimi mesi.
La CGIL sostiene e impegna tutte le strutture ad organizzare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 16 ottobre promossa dalla FIOM.
La CGIL dichiara 4 ore di sciopero generale da definirsi a livello regionale e promuove per il 27 novembre una manifestazione nazionale. Il Comitato direttivo della CGIL successivo definirà, sulla base delle risposte di Governo e Confindustria l’ulteriore fase di mobilitazione."
Roma, 17 settembre 2010

www.rete28aprile.it

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