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(Iraq occupato)

Trent’anni dopo l’iraq rivuole il nucleare

Nel 1981 un raid aereo israeliano distrusse la centrale di Osirak. Quell’attacco potrebbe ripetersi contro l’Iran. Intanto gli scienziati iracheni dubitano delle capacità del paese di produrre energia atomica.

(18 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Roma, 18 settembre 2010, Nena News – Trent’anni dopo Baghdad ci riprova. Le autorità irachene, riferisce il sito al Jazeera.net, sono intenzionate a costruire un reattore nucleare allo scopo di produrre energia elettrica a scopo civile. I dati sono spietati. L’Iraq, sette anni dopo l’occupazione anglo-americana, continua ad avere a disposizione un totale di megawatt inferiore a quello precedente alla guerra. In questi ultimi mesi sono divampate rivolte, specie nel sud del paese, degli abitanti di città costrette ad affrontare il feroce caldo estivo senza elettricità. Un paradosso se si considera che nel sottosuolo iracheno sono disponibili riserve petrolifere tra le più ampie nel mondo.

Nel 1981 i cacciabombardieri israeliani trasformarono in un cumulo di macerie la centrale atomica irachena in costruzione ad Osirak. Il premier israeliano Menachem Begin e i suoi ministri a quel tempo accusavano il presidente iracheno Saddam Hussein di voler costruire una bomba atomica. La stessa accusa che gli attuali dirigenti israeliani rivolgono oggi all’Iran, non nascondendo l’intenzione di far ricorso di nuovo all’aviazione per distruggere le centrali nucleari iraniane. Israele a tutt'oggi è l’unico paese della regione a possedere segretamente la bomba atomica (tra 100 e 200 testate, secondo gli esperti). Tel Aviv non ha alcuna intenzione di aprire i suoi impianti alle ispezioni internazionali e non ha ancora firmato il Trattato di non proliferazione.

Gli iracheni, stando a quanto riferisce il sito al Jazeera.net, si sono rivolti a società francesi per avviare gli studi di fattibilità nel quadro di un programma di produzione di energia atomica che, in ogni caso, vedrà la sua realizzazione effettiva tra diversi anni. I progetti in cantiere sono però circondati dallo scetticismo di diversi esperti e scienziati iracheni che dubitano delle capacità del paese ancora in fase di ricostruzione e fortemente instabile. Tra i «dubbiosi» figurano Fadel al Jannabi, capo dell’Organizzazione per l’energia atomica durante il regime di Saddam Hussein, e Srour Mirza,uno dei massimi esperti di nucleare. Entrambi mettono in rilievo che non pochi scienziati sono rimasti uccisi o feriti gravemente durante l’invasione anglo-americana e il successivo conflitto interno tra sunniti e sciiti e ricordano che l’embargo internazionale contro l’Iraq attuato per 12 anni prima della guerra del 2003 ha azzerato la ricerca scientifica.

Baghdad quindi dovrebbe ripartire da zero, senza dimenticare che due risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la 687 e la 707 (volute dagli Stati Uniti dopo la prima guerra del Golfo nel 1991), vietano all’Iraq qualsiasi attività nel settore dell’energia nucleare.(red) Nena News

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